Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


Pagina 14 di 189       

%


     La posizione dell'industria carboniera, già grave nel 1925, in seguito al ritorno dell'oro, si rese insostenibile. Il prezzo di vendita a cui questa merce internazionale doveva adattarsi, non riusciva a coprire i costi produzione. Il 30 giugno 1925 l'associazione nazionale dei proprietari delle miniere dichiarava che al 31 luglio 1925 sarebbe scaduto l'accordo concluso coi minatori nel 1924 e si sarebbe ritornati alla giornata lavorativa di otto ore, con riduzione di salari. La Federazione dei minatori rifiutò di sottomettersi e minacciò sciopero, che si presentava gravissimo per il patto da poco concluso tra i minatori, i metallurgici e gli operai portuari. Al 31 luglio non si era ancora trovata la via dell'accordo. Il governo, che aveva sempre vigilato lo svolgersi delle trattative, decideva allora di intervenire e riusciva a far accettare un compromesso, in cui le parti stabilivano di rimettersi al parere di una commissione governativa.
     Nel frattempo, dal 1° agosto 1925 al 30 aprile 1926, il governo si dichiarava disposto a concedere all'industria mineraria un sussidio di 10 milioni, purché rimanesse inalterato ai lavoratori il trattamento stabilito con l'accordo del 1924.
     Ma la situazione dell'industria carboniera si aggravò, le perdite aumentarono, la sovvenzione dello Stato raggiunse alla fine di aprile 23 milioni di Lst. La tregua non servi e il 4 maggio scoppiò lo sciopero colossale delle "industrie chiavi".
     La sovvenzione si concluse dunque in un fallimento sotto tutti i punti di vista e come tale fu aspramente criticata e condannata dal Rapporto Samuel. Il danno di questo intervento non si riversò solo sulle finanze statali e sull'industria carboniera, ma ancora su tutte le industrie e sull'economia nazionale. II sussidio infatti servi a mantenere artificialmente alto il costo di produzione del carbone, ostacolando anche la riduzione del prezzo di vendita. Esso provocò con ciò un danno per l'esportazione e per tutte le industrie, in particolare la metallurgica, che adoperavano carbone come materia prime e che dovevano diminuire i prezzi per far fronte alla concorrenza straniera.