E' strano che proprio ad un Governo conservatore sia toccato di iniziare la nuova espansione delle spese sociali. Le forze che la imponevano avevano però tanta importanza politica, che Churchill, amante della popolarità, non esitò ad assecondarle. Anche questi provvedimenti non furono dunque coordinati con le i esigenze della politica monetaria.
Col suo primo bilancio Churchill introduceva le nuove pensioni per gli orfani e le vedove ed estendeva le pensioni per la vecchiaia alle persone da 65 a 70 anni. La legge, conosciuta sotto il nome di Orphans and Widows and Old Age Pensions Act, era stabilita in massima parte su base assicurativa, ma per molti anni imponeva allo scacchiere una forte contribuzione,che, iniziatasi con 4 milioni all'anno, sali subito nel 1929 a 9 milioni e nel 1933-34 a 12 e salì ancora inevitabilmente, come tutte le pensioni sociali, per l'aumento numerico dei pensionati. Se è vero che in parte tale costo veniva controbilanciato dalla diminuzione delle pensioni militari, questa diminuzione non poteva del tutto compensare.
Non è da nascondere l'importanza sociale di questa riforma; il beneficio si riversa su una massa numerosa e povera della popolazione. Questa legge era stata a lungo studiata e da lungo tempo attesa. Dal lato strettamente economico però i pesi sull'industria venivano per il momento accresciuti, rendendo più difficile la riduzione del costi e questo trasferimento di ricchezza serviva a favorire il consumo e a deprimere la formazione del risparmio. Questo effetto era dal lato monetario, nella situazione della sterlina dopo il ritorno all'oro, altamente dannoso.
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