Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     In questa il Cancelliere conservatore agì senza una linea precisa, creando una infinità di piccole imposte, per la maggior parte indirette, con danno della semplicità tradizionale del sistema tributarlo inglese. Così nel 1926-27 fu introdotta la betting tax, che colpiva le poste raccolte dai Bookmakers con l'aliquota del 3.5%; furono estesi alla carta da imballaggio; Mac Kenna Dubies, fu aumentata l'imposta sugli autoveicoli. Nel 1927-28 Churchill aumentò ancora l'imposta sui fiammiferi, sui vini importati e sui britannici, sul tabacco. Nel 1928-29 creò l'imposta di 4 pence per gallone sul petrolio.
     Il tentativo protezionista fu applicato con molta prudenza, dato il forte sentimento liberista del paese e la stessa parola "salvaguardia", eufemismo politico per dire protezionismo, indica la prudenza tattica dei conservatori. Esso poteva essere un altro modo per coordinare la politica finanziaria con quelle monetaria, riducendo la differenza dei costi nazionali ed internazionali con una tariffa generale. Il protezionismo dell'epoca Churchilliana si estese invece ad una limitata categoria di industrie, di carattere secondario o di nuova formazione. Esso quindi più che un carattere monetario ebbe un carattere fiscale con l'intento di rifare il bilancio delle perdite subite in scioperi e sussidi e ancora di compensare gli sgravi fiscali, che Churchill accordò con troppa leggerezza.
     Da tutto ciò risulta la caratteristica più importante e deplorevole della politica finanziaria di Churchill. Essa mancò di una linea precisa, evitò l'adozione di provvedimenti energici necessari e rimandò le difficoltà senza risolverle.