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Questo metodo di far servire la politica finanziaria a scopi elettorali e di popolarità, ebbe un altro esempio nel 1929 con l'abolizione della imposta sul tè di 4 d. proprio nel momento in cui, per la riforma delle imposte locali, lo Stato veniva a gravarsi di nuove spese. Ma la politica churchilliana fu accusata anche di incorrettezze che risulteranno pure nell'ammortamento del debito pubblico. Nel complesso l'origine della crisi finanziaria inglese si deve far risalire indubbiamente al cancellierato di Churchill:
Il problema del debito pubblico è un problema strettamente collegato a quello monetario. Non è possibile pensare di compiere una politica di deflazione senza ridurre contemporaneamente il carico degli interessi e il valore nominale del debito pubblico. Questo si pone infatti come importante fattore del costo di produzione e come stimolo della domanda, è cioè uno dei principali elementi dell'inflazione. Non è ricchezza socialmente, anzi è un onere, poiché rappresenta le ricchezza distrutta dalla guerra e che bisogna ricostruire, ma individualmente, in chi percepisce gl'interessi, in chi possiede il titolo, che può commerciare, è ricchezza che gli permette di consumare i beni di cui ha bisogno. La circolazione monetaria è mantenuta ad un livello elevato, dovendo finanziere tutte le operazioni inerenti al debito pubblico, quali il pagamento degl'interessi, le transazioni in titoli; e cosi la circolazione creditizia, il cliente, depositando a garanzia titoli del debito pubblico, può avere dalla banca una apertura di credito. |