Dal lato monetario il fenomeno più importante provocato dall'alto salario fu di mantenere l'inflazione dei prezzi e di far crescere con ciò lo sbilancio commerciale.
In questo caso, per salario non s'intende solo quello dell'operaio, ma qualsiasi retribuzione, anzi qualsiasi reddito, interessi del debito pubblico o di debiti privati, stipendi ecc.. Di tutti questi il salario è certo il più importante.
Le esportazioni, per la nuova ragione monetaria e poi anche per la crisi mondiale, andavano restringendosi mentre le importazioni rimanevano quasi stazionarie, aumentavano anzi in quantità per la caduta dei prezzi mondiali e per il fatto che era rimasto stazionario, ansi realmente accresciuto, il potere di acquisto del popolo inglese.
Tale fenomeno si può leggere nelle statistiche:
I salari invece rimasero pressoché costanti nominalmente e quindi crebbero realmente.
1924 - 100.0 - 1928 - 106.0
1925 - 100.8 - 1929 - 106.8
1926 - 103.0 - 1930 - 110.0
1927 - 105.7 - 1931 - 117.0
In conclusione dunque, volendo mantenere la parità aurea fissata dalla legge 1925, non vi era altro mezzo che condurre una politica di deflazione dei costi.
Il fenomeno del crescente squilibrio commerciale e della conseguente debolezza della sterlina derivava appunto dalla mancata adozione di questi provvedimenti.
Come osservava il Comitato Mac MiIlan, in questo particolarmente il Keynes e il Mac Kenna, una riduzione di salari e di redditi per essere efficace avrebbe dovuto ammontare al 30%. In Italia essa infatti variò dal 35 al 50%, in Germania fu del 3'% circa.
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