Si è ripetuto che esisteva, in primo luogo, il pericolo della inflazione. In realtà questo pericolo non era cosi grave e non era certo poi, come fece qualcuno, da nutrire per la sterlina i timori di una fine simile a quella del marco. Il pericolo della inflazione non era grave, in quanto i prezzi internazionali continuavano a decrescere e in quanto la svalutazione veniva a porre la sterlina in una situazione in certo modo normale di fronte ai prezzi internazionali.
Però tale pericolo poteva divenir grave:
1) con un bilancio in deficit,
2) con una speculazione sfrenata,
3) con un rialzo dei salari, cosa non molto temibile per l'altezza del salario inglese, ma che a sua volta avrebbe potuto verificarsi:
a) con una troppo forte diminuzione della sterlina, in modo che aumentassero grandemente i prezzi dei generi di prima necessità;
b) con un eccessivo e disordinato rialzo dei prezzi, il quale avrebbe poi in gran parte neutralizzato i vantaggi della svalutazione, e che poteva essere la conseguenza, sia del rialzo dei feltri, sia di una forte diminuzione della sterlina.
4) col persistere, per la diminuzione delle importazioni invisibili, dello sbilancio commerciale;
5) infine col ritiro dei capitali stranieri, che ancora si trovavano nel mercato di Londra o con la fuga dei capitali nazionali.
Esattamente ad evitare i fatti temuti e sopraelencati, si inspirò la politica del governo e della banca d'Inghilterra nel primo periodo.
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