2) La politica del Governo
I problemi, che si presentarono subito dopo l'abbandono del Gold Standard di pertinenza diretta del Governo, erano: a) Pareggiare il bilancio; b) impedire la speculazione; c) ridurre lo sbilancio commerciale.
L'equilibrio tra spese pubbliche e entrate era già stato assicurato col bilancio snowdeniano del 10 settembre. A questo riguardo i timori non potevano quindi essere eccessivi; si trattava di seguire seriamente le economie proposte. Inoltre le misure di carattere protettivo venivano a dare nuove entrate al Cancelliere.
Che il pareggio del bilancio potesse essere assicurato con le decisioni del 10 settembre, lo dimostrò l'ottima chiusura dell'anno finanziario 1931-32. Al 1° aprile 1932 si aveva un avanzo di Lst. 364.000 in luogo dal previsto di Lst. 1.521. 000. Questo avanzo sarebbe stato di 10.000.000 di Lst. in più se si fosse fatto il raid di 23 milioni di Lst. sul fondo Exchange Account, dal quale ai prelevarono Invece solo 13 milioni di Lst. Benché il preventivo non sia stato in ogni voce soddisfatto, il risultato finale e totale era dunque confortante.
Notevoli pure furono le misure prese per evitare la speculazione sia sulla moneta, sia sui prezzi al minuto. Con la stessa legge, che autorizzava la sospensione della sottosezione del Gold Standard Act. 1925, il Parlamento dava facoltà al Governo dà emanare misure connesse. Così il 22 settembre il Tesoro emetteva una "ordinanza" proibente l'acquisto di moneta straniera, eccetto che per finanziare: 1) le normali richieste del commercio; 2) i contratti esistenti prima del 21 settembre; ragionevoli spese di viaggio o dovute ad altri motivi personali. Questa ordinanza, in breve, tendeva ad evitare la fuga del capitale inglese, proibendo l'investimento all'estero, ma non intralciava per niente il normale andamento degli affari, in quanto tutte le banche erano ugualmente autorizzate a concedere la moneta straniera, purché esistessero i tre requisiti, osservati con lealtà, ma anche con larghezza inglese. Si evitava quindi solo il movimento anormale, dovuto al panico, la fuga dei capitali e il loro investimento all'estero, il che avrebbe provocato una anormale pressione sulla sterlina.
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