Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     La prima lista, apparsa il 20 novembre, riguardava una serie di articoli di secondaria importanza, che risultavano introdotti in quantità superiore alla normale, in previsione forse anche della nuova politica doganale. La seconda e la terza lista apparvero rispettivamente il 30 novembre e il 23 dicembre 1931 e colpirono in genere prodotti agricoli, ortivi e floreali.
     Con la fine del 1931 la difesa protettiva a scopo monetario si poteva dire completa, in quanto esistevano già ancora da tempi precedenti i Mac Kenna Duties e i Silk Duties. Certo lo sbilancio commerciale era ancora notevole e il Governo non poteva intervenire per ridurlo che sulle importazioni. La marea protezionista montava; ragioni nazionali ed imperiali doveano far si che essa dovesse sommergere definitivamente nel 1932 coll'Import Duties Act e con la Conferenza di Ottawa il libero scambio.

3) La politica della Banca di Inghilterra dal 21 settembre al gennaio 1932
e assestamento definitivo nei primi tempi del 1932.

     A lato del Governo, la Banca d'Inghilterra tenne una politica rigorosa, diretta ad evitare l'inflazione e la fuga di altri capitali da Londra. E' bene perciò esaminare in quale modo la Banca adoperò i mezzi a sua disposizione per intervenire nel mercato monetario. Questo esame ci indicherà gli scopi della politica bancaria. Con l'abbandono del Gold Standard, il saggio dello sconto, che era al 4,5%, fu portato al 6% e a tale cifra rimase fino al 18 febbraio 1932. Il motivo più importante, che spinse la Banca a tenere il saggio dello sconto al 6%, derivò dal desiderio di evitare o almeno rallentare la fuga dei capitali esteri, che ancora si trovavano nel mercato di Londra. Si calcola ora che furono ritirati da Londra per Lst. 400 milioni prima del crollo della sterlina, ma che ancora ne rimanevano da 200 a 300 milioni, parte dei quali furono poi ritirati fino al marzo. Ora il tasso al 6% non era certo altissimo, in modo da compensare un forte rischio per un ulteriore deprezzamento della sterlina, ma poteva concorrervi quando si tengano presenti altri motivi. Il deprezzamento della sterline si verificò, infatti, subito prima da un salto da 20 scellini a 16 scellini circa, e a tale cifra rimase su per giù stabile fino a tutto ottobre. Si ebbe poi un altro deprezzamento quasi di salto da 16 scellini a 13 scellini. Il valore al stabilizzò poi a 14 scellini per tutto il primo periodo. La fiducia mondiale che la sterlina non si sarebbe deprezzata oltre un certo limite, fiducia che era stata in certo modo rafforzata da questi periodi di relativa stabilità, fu un buon coefficiente per evitare una fuga disastrosa. Questa fuga poi non si verificò anche per l'altra ragione che essa avrebbe provocato una ulteriore diminuzione nel valore della moneta. Ai depositanti stranieri risultò più conveniente rassegnarsi ad una forte perdita per evitare un pericolo di perdita futura. Dunque l'alto saggio dello sconto, quando si consideri che New York nel periodo suddetto rimase al 3,50%, Parigi al 2,50%, la Svizzera al 2%, Amsterdam al 3%, assieme alle ragioni suesposte, servì ad evitare che la fuga dei capitali prendesse proporzioni disastrose. Malgrado ciò, importanti vendite di sterline vennero compiute nel mese di novembre ad Amsterdam e nel mercato di New York.