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La febbre speculativa, già intensa, fu alimentata ancora dalla politica delle maggiori società industriali americane le quali vollero interessare negli utili e nella proprietà dell'azienda le loro masse di impiegati e di lavoratori, favorendo loro l'acquisto di azioni della propria società a condizioni di favore e con pagamenti rateali. Il capitale dell'American Telephon and Telegraph di due miliardi e mezzo di dollari, passò così per più del 20% in proprietà degli operai e degli impiegati della compagnia. Questo sistema, ottimo dal punto di vista di combattere il criterio comunista nelle masse proletarie, cercando di fare di ogni umile lavoratore un piccolo capitalista, aveva però il grande inconveniente di creare una massa di piccoli detentori di azioni, sprovvisti delle necessaria preparazione economica per la conservazione del risparmio attraverso l'investimento azionario. L'esempio poi di speculatori fortunati indusse una parte di questi piccoli capitalisti a entrare nelle speculazioni con danaro preso a prestito, e la speculazione di borsa si generalizzò così, non solo fra le classi capitaliste, ma anche fra quelle lavoratrici. |