Il risultato finale fu che le quotazioni dei valori a reddito variabile salirono a cifre assolutamente sproporzionate alle più rosee possibilità di reddito. E si ebbe la logica conseguenza. L'uso esagerato del credito ed il fattore psicologico causarono un notevole aumento della produzione, il quale aumento a sua volta causò la caduta dei prezzi, la diminuzione degli utili e la liquidazione di tutto ciò che era stato basato su una falsa previsione dell'avvenire.
Già nel 1927, la speculazione aveva dato segni di entrare in una fase pericolosa. Se in quel momento la Federal Reserve Bank avesse preso tempestivi provvedimenti rialzando il tasso del danaro, onde forzare in tempo la liquidazione delle posizioni che andavano accumulandosi, è probabile che tanto i fenomenali rialzi del 1928-29, nonché le catastrofiche cadute degli anni susseguenti sarebbero forse stati evitati, certamente grandemente attenuati. Secondo il prof. Hobbins (The great Depression – ed. Mac Millan) le Autorità finanziarie americane videro allora il periodo ed esaminarono la possibilità di correre al ripari. Purtroppo in quel momento la situazione economica e finanziaria Inglese dava già segni di soffrire le inevitabili conseguenze della sopravvalutazione della sterlina. Un rialzo del denaro a New York avrebbe potuto indebolire maggiormente la posizione della sterlina provocando un afflusso di fondi verso New York, e causare forse, l'abbandono del Gold Standard da parte della sterlina, sin da allora. La Banca d'Inghilterra aveva perciò chiesto la collaborazione della Federal Reserve Bank per alleviare le difficoltà del momento.
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