Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     Sembra che i dirigenti delle politica finanziaria americana si siano allora illusi di poter raggiungere degli effetti benefici con il seguente espediente. Forzando il costo del denaro ancora più in basso, essi credettero, non solo di alleviare la pressione che s'andava formando sulla sterlina, ma di provocare anche una uscita d'oro dagli Stati Uniti e di togliere così alla speculazione rialzista una parte di quei mezzi liquidi appartenenti a stranieri, dei quali essa si alimentava. E così, in un momento nel quale il solo mezzo per evitare l'allargarsi della disastrosa inflazione, era quello di rincarare il costo del denaro e provocare a qualunque costo la liquidazione delle posizioni già pericolanti, le Autorità finanziarie americane, vincendo l'opposizione di alcuni autorevoli membri della Federal Reserve Bank come Mr. Hamlin e il Dr. Miller, presero la via perfettamente contraria, rendendo il denaro ancora più facile acquistando nel mercato per 230 milioni di dollari di titoli di Stato, e ribassando il tasso di sconto al 5%. La sterlina fu cosi momentaneamente salvata, ma la speculazione all'interno riprese più intensa che mai.
     Nel 1928 le Autorità finanziarie americane accorgendosi dell'errore, mutarono politica vendendo per 400 milioni di titoli di Stato e aumentando il tasso di sconto dal 3,5% al 4%, poi al 4,5%. Ma ormai era troppo tardi; le forze incontrollabili dell'inflazione creditizia erano state scatenate e non vi era altro da fare, che attendere il collasso rettificatore con le sue incalcolabili conseguenze.