Il ribasso continuò durante il 1930-31 e 1932 e alla metà del 1932 la quotazione media dei titoli industriali che come si è visto ora stata di 385 nel 1929, toccò il limite minimo di 41. La media dei prezzi delle azioni ferroviarie che era state di 190 nel 1929 discese sino a 15, un ribasso medio superiore al 90%.
Non è difficile immaginare le conseguenze di une simile decurtazione di capitali, specialmente quando si tenga presente l'ambiente. Di pari passo con la caduta dei valori mobiliari, seguiva la caduta di tutti i valori immobiliari. Gran parte di obbligazioni emesse contro ipoteche, che erano apparse in origine ampiamente garantite, divennero cosi di dubbio valore e di impossibile realizzo. Lo stesso dicasi di molti crediti concessi in origine con criteri, che sembravano allora perfettamente prudenziali. Questo cominciò a minare la situazione, oltre che dei privati, anche di una parte delle banche, specialmente delle minori, nonché di talune compagnie di assicurazione o d'altre forme di credito, tutte detentrici di ogni sorta di obbligazioni.
Una gran parte della piccola proprietà agricola era stata ipotecata durante il periodo di prosperità, onde procacciarsi i mezzi per forzare la produzione intanto che i tempi erano buoni. Il reddito medio per ettaro di 8,7% era infatti passato a 9,4 nel 1931. Con la caduta dei prezzi di tutti i prodotti agricoli, specialmente all'ingrosso, buona parte di queste ipoteche, che eran sembrate in origine largamente garantite, divenne pressoché inesigibile. In talune contee del Middle West i contadini minacciavano di appiccare gli ufficiali giudiziari che si presentavano per eseguire 1'esproprio dei loro terreni per mancato pagamento degl'interessi o del capitale. D'altra parte, anche prendendo possesso dei terreni attraverso questi espropri, al rischiava di rendere deserte le campagne e nullo il valore del terreno ipotecato.
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