Nel campo fiscale il governo procedette ancora a delle riforme abolendo certe imposte e riducendo delle aliquote. La deflazione fiscale fu dunque nettamente sensibile sin dai primi anni del nuovo regime, e questo d'altronde s'imponeva ad un governo che voleva migliorare l'economia italiana senza ricorrere alla rivoluzione marxista.
b) Contrazione delle spese pubbliche
Ma questo miglioramento del rendimento delle imposte era incapace di colmare il deficit del bilancio. Il Ministro de' Stefani si propose di completare questo miglioramento per mezzo della contrazione delle spese pubbliche.
La caduta del volume delle spese pubbliche fu dovuta alla riduzione subita, seguita dalla scomparsa progressiva, del capitolo relativo alla liquidazione della guerra. Gli abusi ai quali diede luogo il disordine delle operazioni contabili furono ufficialmente rilevati da una commissione parlamentare d'inchiesta, la quale si espresse dicendo che gran parte delle spese di guerra e di liquidazione della guerra avrebbe potuto subire una importante diminuzione se dei controlli ben organizzati avessero rapidamente rivelato le manchevolezze delle organizzazioni.
Inoltre quasi tutti i ministeri ridussero le spese del funzionari, realizzando cosi un'economia dė pių di un miliardo e mezzo. Ma questa economia fu parzialmente compensata da nuove creazioni d'impiego. Queste riguardarono il Ministero delle Finanze, quello dell'Interno e della Difesa nazionale. Grazie e questo insieme dė misure, l'ordine fu ristabilito nelle finanze dello Stato.
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