Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     Restava ancora a risanare la tesoreria. Il Ministro de' Stefani si occupò del consolidamento dei buoni a breve scadenza. Tutti i buoni di cui la scadenza non superava un anno non furono rinnovati, e il rimborso fu offerto a tutti quelli che non volevano scambiarli contro buoni poliennali. Lo Stato riuscì così a disfarai provvisoriamente della minaccia costante delle scadenze sul credito pubblico.
     Considerata nel suo insieme l'opera di riassetto finanziario intrapresa dal Ministro de' Stefani non manca dal produrre una impressione favorevole. Il deficit del bilancio che era considerevole, si ridusse subitamente e nell'intervallo di due anni disparve:

     in milioni di lire
     1921-22 deficit: 15.760
     1922-23 3.029
     1923-24 418
     1924-25 avanzo 417

Secondo Periodo. Deflazione monetaria, rivalutazione e stabilizzazione

     Quando il Ministro de'Stefani lasciò il portafoglio delle Finanze, la situazione monetaria era ancora molto critica. Il suo successore, il Conte Volpi di Misurata, si trovò davanti ad un bilancio ben equilibrato, ma davanti ad una lira molto debole. Era suo compito di mettere a profitto la buona situazione delle finanze pubbliche e il miglioramento delle condizioni economiche per restaurare la moneta nazionale. Questa era in una situazione particolarmente grave a causa del volume della circolazione e della debolezza della riserva in oro ed in divise equiparate.
     II compito del nuovo ministro era reso ancora più complesso dal cattivo stato degli istituti di emissione e del credito. Dal 1895 gli statuti di detti istituti non avevano subito una sensibile modifica ed il privilegio continuava ad appartenere alle tre banche che erano costituite in consorzio per i bisogni dello Stato. Qualunque fosse stata la prudenza e la disciplina di queste banche la loro molteplicità si opponeva all'unità indispensabile che deve costituire la caratteristica di una energica politica monetaria.