Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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b) La convenzione del 7 settembre 1926

     La Banca d'Italia era ormai la sola banca di emissione da cui dipendesse le sorti della lira. Risanare la sua posizione rinforzando le sue riserve e limitando i suoi impegni significava influire direttamente sul valore della moneta. Ora nel portafoglio della banca vi erano due crediti difettosi: l'uno sullo Stato corrispondente a dei prestiti improduttivi, l'altro su un organismo pubblico di credito, poco solvibile.
     La convenzione del 7 settembre 1926 aveva il triplice scopo di determinare il debito dello Stato, di regolarne il rimborso e dì modificare le norme dell'emissione. Il debito dello Stato fu stabilito per l'ammontare di lire 6.729.411.855. Esso doveva essere rimborsato mediante la cessione immediata dì uno stock d'oro e di divise per l'ammontare di 90 milioni di dollari provenienti de un prestito pubblico lanciato in America per mezzo delle Banca Morgan. Per estinguere il resto del debito lo Stato iscriveva sul suo bilancio un'annualità di 500 milioni.
     Si stabiliva inoltre che la banca non potesse emettere più di 7 miliardi oltre i biglietti in contropartita di un accrescimento della riserva, e i biglietti corrispondenti ai crediti della Banca verso lo Stato, verso il C.S.V.I. e le riserve ritirate dalle Banche meridionali.
     In data del 31 agosto la circolazione globale era di (in milioni di lire) 18.001,5 dalla quale bisogna sottrarre:
     6.729,4 lire precedentemente emessi per conto dello Stato