Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     Il saldo netto dei noli aumentò progressivamente da 500 milioni nel 1922 a 1.500 milioni nel 1924. Siccome le altre poste creditrici fra le quali le spese dei turisti e le rimesse degli emigrati, si mantenevano ad un livello di circa 5 miliardi il deficit della bilancia commerciale fu compensato sin dal 1922 e fu largamente sorpassato durante i due anni seguenti.
     Questa posizione favorevole non tardava d'altronde ad essere minacciata dalla rivalutazione ch'essa stessa aveva favorito e sopratutto dalla crisi economica. Dopo il 1927 fu nettamente compromessa e la sua difesa costituì uno dei più gravi problemi dell'adattamento al nuovo regime monetario.

b) Prestiti

     A partire dal 1923 per il libero giuoco della bilancia del conti l'oro rientrava normalmente in Italia. Ma queste entrate non erano sufficienti ai bisogni della circolazione; l'attivo che derivava dai pagamenti internazionali era alla mercè di un ripiegamento imprevisto delle esportazioni sempre possibile in seguito ella denuncia di un accordo commerciale e alla chiusura di qualche frontiera straniera. L'oro ammassato poteva dunque subitamente sparire facendo cadere l'edificio monetario concepito dai dirigenti dell'economia fascista.
     Per evitare questo pericolo bisognava contrattare dei prestiti esteri destinati a provvedere gl'istituti di emissione oltre che di metallo anche di divise straniere.
     I prestiti esteri potevano essere contrattati direttamente dalla banca stessa oppure dallo Stato, o dai privati.