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Sempre in vista di migliorare la sua posizione debitrice lo Stato procedeva inoltre al consolidamento del suo debito fluttuante. Ciò fu raggiunto con l'emissione del "Prestito del Littorio" autorizzato dal decreto-legge del 6 novembre 1926. Questo prestito era emesso per sostituirsi ai buoni del tesoro i quali erano scambiati contro i nuovi titoli ad un tasso remunerativo: ogni titolo era emesso a lire 87,50 con un interesse del 5% pagabile a rate semestrali. Inoltre per assicurare il successo della nuova emissione, gli stabilimenti obbligati ad investire una parte delle loro riserve in titoli di Stato o garantiti dallo Stato, dovettero destinarne una certa proporzione alla sottoscrizione del nuovo prestito. Infine fu fatto appello al patriottismo dei risparmiatori per incitarli a mettere il loro risparmio a disposizione della Patria in un momento decisivo per le finanze italiane. Comunque la riuscita dell'operazione fu completa: il debito fluttuante fu ridotto ad una cifra insignificante, (3) ciò che liberò il Tesoro da scadenze imbarazzanti in un momento in cui tutti gli sforzi erano concentrati sulla "battaglia della lira". (3) ) Dal 30 giugno 1926 al 30 giugno 1927 l'ammontare del Buoni del Tesoro cadde da 20.976.000 di lire a 1.618.000. |