Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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3) La rivalutazione e la stabilizzazione.

     Nel discorso pronunciato a Pesaro il 18 agosto 1926 il Duce disse: "Io intendo dichiarare che noi condurremo con la più energica decisione la battaglia economica per la difesa della lira e da questo luogo, io annuncio al mondo civile che difenderò la lira sino all'ultimo sospiro, sino all'ultima goccia del mio sangue. Io non infliggerò a questo magnifico popolo d'Italia, che da quattro anni lavora come un eroe e soffre come un santo, l'onta morale e la catastrofe economica del fallimento della lira. Il regime fascista resisterà con tutte le sue forze ai tentativi d'asservimento di forze finanziarie ostili. Il regime fascista, dal suo capo all'ultimo dei suoi soldati, è disposto a imporsi tutti i sacrifici necessari ma la nostra lira che rappresenta il simbolo della Nazione, la misura della nostra ricchezza, il frutto delle nostre fatiche, delle nostre lacrime, del nostro sangue, deve essere difesa e sarà difesa”.

a) La rivalutazione e le sue conseguenze

     Quando il Capo del governo ebbe chiaramente manifestato la sua intenzione di voler combattere qualunque svalutazione della moneta e quando anzi, ebbe espresso la volontà di volerla rivalutare, una nuova ondata di panico attraversò tutte la penisole.
     Difatti prima tutti fuggivano la lira, "Il popolo abbandonava la sua moneta", ha potuto scrivere l'ex ministro dalle Finanze de' Stefani; ora invece tutti manovravano per conservarla.
     Ma la funzione della moneta è di circolare, non di essere tesaurizzata, quindi l'economia italiana dall'autunno 1926 all'inverno 1927 ebbe a soffrire della penuria di moneta.