Attendendo che il ribasso dei prezzi desse al nuovo regime monetario italiano una consacrazione economica, bisognava intanto organizzare il suo funzionamento e la sua difesa dal punto di vista bancario. Il decreto stesso di stabilizzazione provvide a questo. Per garantire l'obbligo di rimborsare i biglietti in oro e in divise convertibili in oro, la Banca d'Italia doveva possedere delle riserve rappresentanti almeno il 40% della circolazione.
La proporzione tra le riserve e gl'impegni soddisfa alla duplice esigenza della sicurezza e dell'elasticità. La sicurezza impone che l'ammontare della riserva sia molto alto; i bisogni del commercio invece esigono che le possibilità di emissione e del credito siano larghe e non compresse da una disciplina troppo rigida. In realtà questi due elementi sono in minore contraddizione di quanto possa sembrare: infatti i bisogni del commercio e le riserve aumentano sotto l'effetto dello stesso fattore, prosperità nazionale. Mano mano che questa al sviluppa, le domande di credito si moltiplicano e l'oro affluisce nelle casse della banca di emissione. Quando invece vi è un malessere economico le domande di credito serie e fondate si rarificano come si contrae pure la quantità d'oro. Comunque la proporzione indicata nel decreto-legge del 21 dicembre è un mezzo termine nel caso in cui questi due elementi debbano entrare in conflitto. Dopo aver determinato il nuovo statuto della lira e della sua emissione il citato decreto-legge si propose di liquidare la situazione che risultava dalla posizione reciproca tra lo Stato e la Banca di emissione.
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