Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     c) la nuova valutazione delle divise cedute alla Banca dallo Stato e dall'Istituto Nazionale dei cambi quando la lira aveva un corso inferiore al tasso di stabilizzazione, originava una perdita a carico dello Stato di 1.254,1 milioni.
     Infine il residuo del debito anteriore dello Stato che doveva essere estinto per mezzo di annualità di bilancio ammontava ancora a 4.227 milioni di lire. In definitiva si aveva:
     A credito dello Stato: 6.622,3 milioni
     A suo debito : 4.227,0
     351,2
     790,0
     1.254,1
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     un totale di 6.622,3 milioni di lire

     Un ultima precauzione s'imponeva ancora al governo fascista. Infatti la stabilizzazione della lira era stata operata in un momento favorevole mentre che la speculazione aveva nettamente preso la posizione al rialzo, il bilancio era in equilibrio e la situazione economica dell'Italia in miglioramento. Però vi erano da superare le difficoltà di adattamento al nuovo regime monetario. Occorreva quindi raggiungerlo accentuando la contrazione del volume della circolazione e provocando l'accrescimento della copertura. Per fronteggiare qualunque eventualità e al fine di scoraggiare ogni velleità d'attacco contro la lira il governo negoziò due prestiti destinati a mettere un supplemento di garanzia a disposizione della Banca d'Italia se se ne fosse sentita la necessità. (4).
     L'esistenza di questi crediti bastò a scoraggiate la speculazione al ribasso. La Banca d'Italia poté però evitare di valersi di questi crediti, indubbiamente con grande vantaggio, perché il loro impiego avrebbe rischiato di mettere la lira alla dipendenza delle monete anglo-sassoni e la caduta di queste ultime avrebbero rischiato di causare la caduta della divisa italiana.

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(4) ) Il primo di questi crediti dell'ammontare di 75 milioni di dollari era accordato, sotto la garanzia e con il concorso della Bank of England e della Federal Reserve Bank di New York, delle banche centrali di Francia, di Germania, d'Austria, del Belgio, della Cecoslovacchia, della Danimarca, dell'Egitto, della Finlandia, del Giappone, dell'Olanda, della Polonia, della Svizzera, della Svezia e dell'Ungheria cioè di tutti i paesi in relazione commerciale con l'Italia. Il secondo di un ammontare di 50 milioni di dollari fu consentito dalla Banca Morgan di New York e dalle banche Morgan-Grenfell, Baring, Rothschild ed Hambros di Londra. Questi crediti erano aperti per un anno e rinnovabili con accordi similari per la nuova durata dì un anno.