I salari non hanno presentato in Italia la resistenza al ribasso, resistenza che si era invece verificata specialmente in Inghilterra. Il governo è partito dal principio - e non da una definizione - secondo il quale "il salario deve corrispondere alle esigenze della vita, alle necessità della produzione e al rendimento del lavoro". (dich. XIII della Carta del lavoro). Ora, a differenza di Malthus e di Ricardo, che sono due sapienti economisti, gli autori della Carta del lavoro, che sono dei politici, non hanno la pretesa di ricercare come è fissato il salario dal libero gioco delle leggi economiche. Essi hanno voluto affermare come dovrebbe essere fissato per essere equo.
I salari sono generalmente determinati in Italia conformemente a dei contratti collettivi discussi e stipulati fra sindacati o federazioni di lavoratori e di datori di lavoro. Questi contratti collettivi, vere leggi sociali, prevedono generalmente dei salari minimi, controllati dallo Stato. Compito dell'intervento dello Stato è stato quello di determinare tra le due parti, lavoratori e datori di lavoro, una posizione di equilibrio, evitando tanto i salari di fame come i salari incompatibili con le risorse delle imprese. L'opera del regime fascista in materia di salari è stato di permettere, all'indomani della stabilizzazione, delle riduzioni che non sarebbero state possibili che ulteriormente, cioè quando la crisi generando un aumento della disoccupazione avrebbe messo i lavoratori alla discrezione dei datori di lavoro. Infatti l'esperienza afferma che, in periodo di inflazione e di svalutazione monetarie, i salari reali si abbassano, perché le remunerazioni seguono con ritardo, e spesso in misura incompleta, le fluttuazioni della moneta. Inversamente in periodo di deflazione, i salari reali aumentano, perché il loro valore nominale resiste ad un ribasso proporzionale al rialzo della divisa. In realtà le remunerazioni resistono nel modificarsi e nell'adattarsi alle fluttuazioni che intervengono nel corso della moneta; da ciò risulta un ostacolo alla realizzazione di un nuovo equilibrio, ostacolo che può sormontarsi soltanto con grandi difficoltà quando i beneficiari di questa rigidità dono economicamente, politicamente e socialmente più forti che i loro avversari. Una delle ragioni della caduta della lira sterlina e dello scacco della deflazione e della rivalutazione praticate in Inghilterra è stata certamente originata dalla rigidità dei salari mantenuta grazie alla forte posizione della Trade-Unions nel Regno Unito.
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