Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     Allo scopo di sostenere le banche fondiarie per fronteggiare qualunque eventualità di domande di rimborso, un consorzio bancario presieduto dal direttore della Banca d'Italia fu costituito per procurare agli stabilimenti di credito fondiario le disponibilità necessarie.
     Infine, naturalmente, per riportare sugli agricoltori il beneficio di questa importante disposizione, ogni istituto di credito fondiario dovette consentire ai suoi debitori delle riduzioni analoghe a quelle che esso aveva beneficiato in virtù del citato decreto. Ora, siccome le obbligazioni di credito fondiario portavano interesse del 4,5, 5, 6 e a volte del 7%, è facile da ciò misurare il vantaggio ottenuto dalla produzione agricola. L'operazione ebbe risultati soddisfacenti perché le domande di rimborso non eccedettero l'1,17% su un totale di 4.300 milioni.
     Inoltre lo Stato essendo intervenuto sul mercato della mano d'opera e su quello dei capitali, ridusse ancora le spese amministrative delle società per azioni amputando del 75% le remunerazioni degli amministratori.
     Infine lo Stato cercò di estendere la sua azione anche sul prezzo delle materie prime. Ma l'Italia, per mantenere salda la bilancia commerciale, aveva preferito acclimatare sul suo territorio la produzione di certe materie prime, piuttosto che importarle a migliori condizioni. Per queste merci ne risultò quindi un costo superiore ai prezzi mondiali. Per attenuare le spiacevoli conseguenze di questa politica, che rischiava di compromettere la riuscita dei provvedimenti di deflazione dei prezzi, il governo fascista cercò di incitare fra i produttori delle intese per determinare al riguardo dei bassi prezzi. E al fine di favorirle accordò delle sovvenzioni destinate a compensare le perdite derivanti da alcuni prezzi troppo ridotti.