Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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b) Protezione di alcuni prezzi all'ingrosso

     La deflazione non deve essere né eccessiva né precipitate. Il governo fascista non temette di proteggere i prezzi all'ingrosso contro una caduta troppo accentuata. Questa protezione fu realizzata per mezzo delle barriere doganali e della limitazione della produzione. Le barriere doganali hanno avuto per scopo di proteggere certe culture e certe industrie che il governo giudicava essere d'interesse nazionale. L'Italia, in conseguenze degli ostacoli postile dal commercio internazionale, ha sempre sentito il bisogno dell'autarchia economica. Il governo ha favorito la cultura del cotone e la produzione della seta i cui prezzi sono stati protetti. Si ebbe la spiacevole conseguenza che i prezzi di queste due materie prime fossero più elevati in Italia che nel resto del mondo, il che poteva avere per conseguenza di nuocere alla politica del ribasso dei prezzi perseguita dal regime. Più felice fu l'altro mezzo impiegato dallo Stato per salvare i prezzi da una caduta disastrosa. Giudicando che la crisi fu causata più da una produzione disordinata che da una superproduzione generale, il governo fascista decise di controllare la produzione nazionale. A tal fine favorì ed anzi a volte rese obbligatoria la creazione di consorzi industriali, preludio alle future corporazioni, il cui scopo è dì orientare la produzione verso i bisogni del consumo.
     Il Governo ha sottomesso alla sua autorizzazione la creazione di ogni nuova impresa. Questa autorizzazione potrà essere rifiutata, sia perché l'Impresa che la sollecita è mal attrezzata e votata allo scacco, sia perché l'attività ch'essa si propone è inutile e nociva all'interesse nazionale. Questa decisione presuppone una conoscenza profonda delle leggi economiche e della genesi della crisi. Questa è dovuta al fatto che nuove imprese accrescono molte volte una produzione che poi non trova degli sbocchi.