Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     Allo scopo di assicurare l'unità della politica annonaria del regno e di evitare degli scarti troppo considerevoli fra prezzi praticati nelle diverse province, i comitati provinciali inviavano al Comitato annonario centrale i prezzi base che essi avevano fissato per la vendita al minuto. Essi inviavano inoltre a un Comitato corporativo d'azione sui prezzi, costi e salari (organo d'informazione e di consiglio situato presso il governo) le loro osservazioni concernenti i costi di produzione delle principali produzioni della regione. I due ordini d'informazione erano trasmessi al governo per cura degli organismi centrali che li aveva raccolti. Naturalmente il governo conservava pieni poteri per domandare degli schiarimenti e per imporre delle modificazioni ai prezzi al minuto fissati dai comitati e dai podestà.

b) Direttive governative

     Mentre i sindacati e le federazioni provinciali erano impegnate ad eseguire le decisioni annonarie dei podestà, e dei prefetti, la Confederazione fascista del Commercio assicurava l'osservanza delle direttive governative. Queste furono emanate in due riprese successive, seguendo un processo analogo, nel dicembre 1930 e nell'aprile 1934. Tutte e due consistevano in un decreto avente per oggetto la riduzione delle remunerazioni e dei salari di tutti i funzionari e gli operai impiegati dallo Stato. Per evitare che i funzionari fossero lesi da queste riduzioni, ognuno dei due decreti ordinava una riduzione immediata degli affitti e prevedeva un ribasso dei prezzi di cui impegnava per l'esecuzione la Federazione fascista del commercio. In questa seconda disposizione si volle vedere una misura illusoria avente per iscopo di calmare le giuste apprensioni del personale dalle amministrazioni pubbliche; ma una tale manovra se potevi riuscire una volte, la seconda volta sarebbe stata votata allo scacco. Per cui subito dopo il decreto del 14 aprile 1934, approvato dal Consiglio dei ministri, S.E. Starace, segretario generale del Partito, inviava ai suoi segretari Federali il seguente telegramma: "Il Consiglio dei Ministri, con la decisione di oggi, ha inteso di adattare la vita economica al rapporto approssimativo di 1 a 3. I provvedimenti presi debbono ricevere una pronta e completa applicazione. Tutti quelli che si renderanno colpevoli di qualunque violazione di legge dovranno essermi denunciati al fine che io loro infligga l'espulsione dal partito perché loro incomberà la responsabilità di aver tentato di sabotare le leggi che hanno per scopo di intensificare la ripresa della produzione e di accelerare la restaurazione finanziaria dello Stato Fascista".