Sino al 1931 mantenne il livello dei suoi sconti e degli anticipi alle imprese private, ma, per contro, riduceva sino ad estinzione i suoi anticipi al C.S.V.I. e diminuiva i suoi risconti all'Istituto di Liquidazione. A partire dal 1931 il bisogno del credito, maggiormente sentito a causa della crisi, fece aumentare gli anticipi concessi ai privati e i risconti fatti all'Istituto di Liquidazione.
Attraverso varie fluttuazioni la Banca d'Italia arrivò finalmente alla meta che si era proposta, se non dopo la stabilizzazione certamente dopo la caduta della sterlina, e cioè l'eliminazione delle divise straniere dalla sua riserva. A partire dal maggio 1932 il totale degli impegni a vista della Banca d'Italia era coperto nella proporzione del 40% dalla soia riserva metallica. Il pericolo quindi derivante dalla svalutazione delle monete straniere era eliminato, ma la riserva-oro era ancora l'oggetto di minacce economiche che ai trattava di eliminare.
b) Fallimenti e disoccupazione
I fallimenti e la disoccupazione furono tra le manifestazioni più spiccate della crisi.
Il governo fascista non poté rimanere inattivo davanti a questi gravissimi fenomeni, economici e sociali, ed iniziò l'opera di salvataggio dalle imprese pericolanti. La Banca Commerciale che aveva investito dei fondi considerevoli in diverse industrie, si trovò nel 1931 e nel 1932, in preda a grandi difficoltà. Non poteva realizzare le azioni e le obbligazioni ch'essa possedeva senza provocare un grave panico sul mercato italiano. Su sua iniziativa si formò la Società Finanziaria Industriale Italiana, dal capitale di 300 milioni, che ereditò l'attivo immobilizzato della Banca Commerciale fornendo ad essa le liquidità necessarie grazie a fondi raccolti con la garanzia del Tesoro. Costituita rapidamente, fra circostanze delicate, per un salvataggio determinato, la detta Società non poteva avere una influenza profonda nell'economia italiana. Il Governo creò quindi un organismo nuovo, l'Istituto Mobiliare Italiano, incaricato di accordare prestiti alle società in difficoltà, di partecipare alla creazione di società nuove e all'estensione di società già esistenti. Diretto con grande prudenza questo istituto rese all'industria importanti servizi e la sua situazione finanziaria ha sempre ispirato fiducia.
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