Nel gennaio 1933 fu creato un altro organismo analogo, l'Istituto per la Ricostruzione Industriale. Questo comprendeva due sezioni, l'una detta dei finanziamenti industriali aveva approssimativamente lo stesso compito dell'Istituto Mobiliare, l'altra, sezione di smobilitazione industriale altro non era che l'Istituto di Liquidazione (antica sezione autonoma del C.S.V.I.) ed ereditava il suo bilancio e la sua funzione. Queste due funzioni rispondevano a fini differenti: la prima aveva lo scopo di aiutare le industrie pericolanti, la seconda si proponeva di scongelare i crediti accordati dalle banche a imprese sofferenti, liquidando le imprese stesse. Queste due funzioni erano già state esercitate dopo la guerra dal C.S.V.I. e la sua sezione autonoma.
Tutti questi organismi, sostenuti dallo Stato e dall'Istituto di emissione, non si proponevano di creare del credito, altrimenti le loro funzioni sarebbero state in contraddizione con la politica di deflazione del governo, ma solamente miravano ad indirizzare verso l'industria, il risparmio che, in tempi difficili, non esce dalle casseforti che sotto la protezione dello Stato.
L'altro fenomeno non meno preoccupante era la disoccupazione.
Per cercare di ridurla, due tentativi furono compiuti, l'uno dal governo, l'altro dalle federazioni professionali. Il governo favori l'aumento della produzione agricola iniziando la politica della bonifica integrale, diretta ad aumentare il rendimento dei fondi agricoli. Lo Stato obbligava i proprietari, sia pure accordando delle sovvenzioni, ad effettuare lavori di irrigazione, emendamenti, risanamento al fine di provocare o migliorare la messa in valore del terreni. Quelli che si rifiutavano di conformarsi a tali istruzione erano puniti e quelli che rinunciavano a dissodare o a sfruttare le loro proprietà erano espropriati. E' l'applicazione di un altro principio corporativo della proprietà, basata, non più sul piacere e sull'interesse del proprietario, ma sulla sua funzione sociale.
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