Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     La vita economica del paese rimase sospesa durante alcune settimane e il Governo sentì l'urgente necessità di scongiurare le drammatiche conseguenze che il prolungarsi di questa situazione avrebbe fatalmente provocate.
     Bisognava far presto e, in una notte d'incubo rivoluzionario, furono firmati tra i rappresentanti dei sindacati e quelli dei datori di lavori, sotto 1'egida del Governo - al quale questi ultimi, più forzati che consenzienti, lasciarono l'intera responsabilità delle conseguenze - gli accordi detti poi del Palazzo Matignon.
     Essi prevedevano principalmente 1'applicazione generale dei contratti collettivi, l'istituzione della settima di quaranta ore senza diminuzione del salario globale, la concessione di vacanze annuali retribuite. Queste varie disposizioni furono successivamente consacrate in testi legislativi che furono chiamati "Leggi sociali" e completati con una serie di provvedimenti in favore delle categorie precedentemente colpite dai decreti legge deflazionisti.
     A vantaggio degli agricoltori s'istituì infine l'Ufficio del grano, organismo tendente a provocare artificialmente la rivalutazione dei prodotti del suolo.
     Intanto onde premunirsi contro l'inevitabile aumento del costo della vita, si perfezionava un organismo di controllo già esistente: il Comitato nazionale dei prezzi al quale si assegnò il compito d'impedire che quell'aumento eccedesse i limiti dell'effettiva incidenza che avrebbero avuto sui prezzi le nuove leggi. Per la massa dei francesi, generalmente male informata di ciò che avviene all'estero, esse costituiscono un'importante innovazione e, per le categorie lavoratrici, una grande conquista. Gli specialisti di tali questioni e gli uomini politici imparziali hanno dovuto riconoscere però che i lavoratori italiani godono già da lungo tempo, grazie ella politica sociale del Fascismo, di tutti questi vantaggi.