Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     Infine l'assalto inglese contro il franco: l'Inghilterra procedeva ad acquisti di oro.
     Per arrestare le gravi emorragie che subiva l'istituto di emissione di Francia si dovette rinunziare al denaro a buon mercato: il 24 settembre si aggiungevano due punti al tasso di sconto che era portato dal 3 al 5% e quello degli anticipi dal 4 al 6%.
     Ma ciò non poteva evitare ciò che ormai era inevitabile. Il 25 settembre 1936 fu nella storia monetaria una data pari al 21 settembre 1931 e al 20 aprile 1933.
     Al Franco di Poincaré succedeva il franco di Leon Blum. Durante la notte del 25 settembre il Ministro delle Finanze comunicava una nota in cui era detto che il Consiglio dei Ministri aveva approvato una dichiarazione, stipulata "dopo amichevoli conversazioni" fra il governo degli Stati Uniti, quello della Gran Bretagna e il governo francese.
     Si tratta di un progetto di legge avente per scopo "essenziale” l'adattamento del valore del franco alla situazione economica "presente", diceva il comunicato, parola molto imprudente che significa che questa situazione non è oggi la stessa di ieri e può modificarsi domani.
     Il comunicato dava qualche precisazione relative all'operazione:
     Il testo della Dichiarazione tripartita dispone che il valore oro del franco dovrà essere compreso fra 49 e 43 milligrammi di oro al titolo di 900/1000 di fino. Inoltre stabilisce che un fondo di Stabilizzazione dei cambi, dotato di 10 miliardi, sarebbe creato per assicurare "la regolarità dei rapporti tra il franco e le divise straniere, per mantenere la parità del franco in rapporto all'oro nei limiti sopra indicati e che creano un margine di sei milligrammi oro. Naturalmente nell'attesa che le Camere avessero votato questo progetto si sarebbero prese delle misure riguardanti la Banca di Francia e la Borsa, per arrestare le manovre della speculazione.