Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     Osservazione, questa, esattissima, ma incompleta. Il punto in cui la Conferenza di Genova falli, fu appunto nella impossibilità di ricostituire un equilibrio stabile, basato sui costi comparati che si erano già completamente scardinati con la guerra. Sicché logicamente bisognava lasciare innanzi tutto che la concorrenza distruggesse le soprastrutture belliche; che i costi finanziari si aggiustassero elle entrate "reali"; che la crisi riequilibrasse salari e profitti; che le riparazioni di guerra venissero liquidate; per poi così ritornare - a costi, salari, profitti riaggiustati, a bilanci pubblici riordinati secondo il gettito delle entrate, a debiti pubblici tagliati drasticamente, a industrie belliche chiuse - ad una vita normale. Ma questo procedimento nessun governo si sentiva così forte da realizzarlo.
     L'organo della "City" così conclude il suo articolo: "Noi non crediamo che il giudizio ultimo sarà a favore del tipo aureo quale esisteva prima del 1931. Le lezioni degli ultimi cinque anni sono troppo decisive per un ritorno all'oro. Tuttavia i pieni benefici del nuovo regime non verranno raccolti, sino a quando non si sia scoperto qualche compromesso fra il sistema rigido che saltò nel 1931, e la incertezza che colpisce i saggi di cambio odierni."
     Qui pure non ci sembra esatto il punto centrale del ragionamento. Molti, "Economist" compreso, hanno criticato il sistema precedente a quello del 1931 come "rigido”: ma oggi si riconosce che il sistema attuale è "incerto".