Lo "Economist" ha ragione quando parla del sistema del 1931 come un sistema "rigido"; ma non si può addebitarne la colpa al "gold standard": al contrario. La causa del fallimento del "gold standard" fu che le politiche restrizionistiche di tutti gli Stati fecero saltare il sistema economico di cui il "gold standard" era l'espressione.
E naturalmente, ove questa politica si perfezionasse, il tipo aureo rappresenterebbe una mera sprastruttura, inutilmente costosa e senza senso. Il "gold standard" insomma è l'espressione di un sistema economico oggi paralizzato.
Le riprova si ebbe negli ultimi avvenimenti. Rotta 1'unità comune di misura dei valori, i costi comparati si scardinarono perché, ad ogni variazione sul valore della moneta, i prezzi interni non mutavano contemporaneamente e proporzionalmente, ma in percentuali diverse. Sicché merci che prima si esportavano, non venivano più vendute all'estero. Altre merci, che prima si importavano, conveniva ai nuovi costi, produrle all'interno: il che metteva in obbligo il paese straniero esportatore di rivedere la propria bilancia dei pagamenti. Tutto ciò conduceva a sconcerti in tali bilanci con l'estero e ad una redistribuzione del lavoro e del capitale all'interno, con reazioni sulla distribuzione delle ricchezze, sui saggi dell'interesse, sui salari e quindi sui consumi. Il mondo, insomma passava per una serie di equilibri instabili, quando il protezionismo si sostituisca al "proibizionismo", con le sue "clearing", scambi compensati, discriminazioni dei cambi ecc. è evidente che tutto il sistema commerciale si trasforma. Se I non vuole comperare da II più di quanto II compera da I, e se III fa lo stesso ragionamento rispetto a I e II, è evidente che non si possono eseguire compensazioni, trasporti di capitali, arbitraggi di cambi. Non resta allora altro mezzo di esportazione di capitali che l'invio di oro, il quale, se il paese che riceve è a "gold standard" deve essere accettato. Ma siccome, se lo ponesse in circolazione, disturberebbe i prezzi, è costretto a "sterilizzarlo”.
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