Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     Ma poi quando, come avvenne nel 1936, tutto il mondo patisce una crisi - resa formidabile dal fatto che essa è la terza che si verifica dopo quella della grande guerra - se i governi intervengono nella economia, ognuno con le proprie ideologie e seguendo in parte la pressione delle oligarchie, che un forte cataclisma politico non manca mai di creare in molti Stati, allora lo scardinamento diventa generale, senza che vi siano compensi in una parte o nell'altra del globo.
     Se si vuole in tale situazione di fatto "allineare" le monete, il che equivale a dire "allineare l'economia generale" è necessario che tutti gli Stati agiscano "concordemente", lungo una linea univoca e netta, precisamente come avveniva automaticamente quando funzionava il "gold standard".

b) Il punto vitale

     Ciò premesso, la domanda finale che si presenta è la seguente: a quali condizioni deve obbedire la moneta "allineata" perché l'equilibrio economico internazionale ritorni stabile, tale cioè, che, non appena viene modificato in qualche punto, si pongono automaticamente in azione quelle forze che tendono a ricostituirlo?
     Evidentemente nei primi tempi di esercizio degli E.E.A. si procederà prudentemente per assaggi. In questo senso è stata opportuna misura quella di lasciare un certo margine - ad esempio - un 10% di rivalutazione o di ulteriore svalutazione monetaria. Poi il Tesoro si ritroverà di fronte alle difficoltà vere. Se ogni unità politica intende ritornare all'isolamento, si ha un paese in condizioni statiche, la cui produzione deve equilibrarsi al consumo della popolazione esistente, più quel tanto di fabbricazione del prodotti che, a quei determinati prezzi, devono venire esportati per pagare i generi stranieri indispensabili al funzionamento dell'attività economica interna.