Ma, anche con ciò, il male sarebbe sopportabile, se almeno lo Stato fosse in grado di determinare quali categorie di cittadini pagheranno. Ma la "traslazione” delle misure governative in questa materia è più nascosta, avviluppata, difficile a seguirsi fino al punto finale, di quanto sia la stessa traslazione di un complesso sistema tributario. Le categorie definitivamente colpite possono non essere quelle designate dai poteri pubblici.
Lo Stato, in tali circostanze, opera a suo arbitrio e probabilmente senza volerlo, una vasta redistribuzione di oneri e di ricchezze, senza essere in grado di avere in anticipo la più lontana idea di quale sarà il punto finale della sua condotta, e di come si sarà dovuta contorcere, durante la tempesta, 1'economia nazionale per adattarsi a questo nuovo regime, sempre complesso e mutevole, di leggi, di decreti, di ordinanze.
Le quali capovolgono la struttura economica del paese, perché i costi mutano continuamente non solo in cifra assoluta, ma anche nei loro rapporti reciproci.
La fine del "gold standard", questo strumento mirabile nella sua semplicità, creato per far procedere in spontaneo armonico accordo e col minimo di movimenti inutili l'organismo cosi complesso del mondo intero produttivo con una insuperata perfezione, inizia veramente la chiusura di un grande periodo storico dell'economia mondiale; periodo che aveva segnato un ritmo, accertato dalle statistiche e non mai prima raggiunto, nella velocità di aumento della ricchezza e di una redistribuzione sempre più umana di essa.
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