Giuseppe Di Febo
Psicopedagogia dell'umorismo


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     Un rinforzo può essere considerato come uno stimolo che provoca la ripetitività di un comportamento con il quale è stato associato. Ma nel caso dell'umorismo intervengono altri effetti emotivi tesi a facilitare il rinforzo stesso, in quanto "una data operazione mentale non è determinata soltanto da una serie di stimoli presenti nell'ambiente circostante, ma anche da una serie di fattori interni che possiamo chiamare motivazioni" (25, p. 53). Effetti interni che richiamano in noi l'immagine che si ha di sé e che è in gran parte il risultato delle proprie esperienze con l'ambiente circostante. L'immagine di sé quale umorista dipende anch'essa, fra l'altro, dal modo in cui le nostre produzioni umoristiche vengono apprezzate dagli altri. Quando capiamo, attraverso l'esperienza, che le nostre barzellette e il nostro uso dell'umorismo sono apprezzati dagli altri, questo apprezzamento ha un ruolo di rinforzo e così la nostra utilizzazione dell'umorismo viene quindi rinforzata ed abbiamo la tendenza a perseverare in questo comportamento; quando invece la nostra forma d'umorismo viene vista in modo negativo, anche se abbiamo un'immagine positiva della nostra capacità umoristica, avremo delle esitazioni e per un certo periodo cercheremo di evitare l'umorismo. Naturalmente è più difficile scoraggiare l'uso dell'umorismo in quelle persone che hanno avuto esperienze positive in questo campo. Al contrario, per coloro che hanno una percezione di se stessi piuttosto negativa per quanto riguarda le proprie capacità umoristiche, una valutazione favorevole ha un'influenza positiva. Pare dunque che si possa "insegnare" l'umorismo. Ciò significa che incoraggiando l'espressione umoristica, si può stimolare il desiderio di utilizzare questo modo di espressione.