50-2 Parte Terza — Italia Centrale
Salendo alla cittadella, il primo monumento che parasi innanzi è la rovina detta, ma senza alcuna autorità, il Tempio d'Ercole. Porzione dell'edilizio serve ora di vestibolo alla chiesa di San Pietro contenente un antico altare quadrato, in marmo, sul quale posa il fonte battesimale, ornato con teste di ariete e gorgoni mutilate.
Oltre il giardino adiacente è il portico tetrastilo (con quattro colonne di fronte) di un tempio d'ordine dorico; le colonne di travertino serbano traccie di stucco; la porta è più stretta in cima che in fondo e un'iscrizione sopra di essa rammenta la sua costruzione pei Duumviri della città. Le colonne sono graziosissime e lavorate accuratamente e lo stile dell'edilizio rassomiglia a quello del tempio di Vesta a Tivoli. 11 Nibby opina che l'altare nella chiesa e la figura di Minerva appiè della gradinata che mette al palazzo del Senatore in Campidoglio a Roma, rinvenuta fra queste rovine, attestano che il tempio era sacro a Minerva e non ad Ercole, come comunemente si crede. Raffaello fece uno schizzo, esistente tuttora, di questa pittoresca rovina.
Nella discesa dalla cittadella alla città bassa veggonsi, ai due lati, avanzi delle antiche mura e frammenti di capitelli e di colonne innestate nei muri delle case private.
La chiesa di Sant'Oliva fu evidentemente innalzata sopra antiche fondazioni, supposte, sull'autorità di un'iscrizione, quelle di un tempio di Esculapio e di Igea.
Nella strada San Salvatore è una casa costruita fra due colonne del portico di un tempio di ('astore e Polluce. La piazza sottostante credesi copra la gradinata che conduceva al tempio. Le due colonne del portico rassomigliano nel materiale a quelle del tempio superiore, ma sono d'ordine corinzio, di bel magistero e di stile ed esecuzione assai superiori. L'iscrizione, comecché mutilata, è sufficiente a porgere testimonianza dei fatti più importanti..... M. Castoni Polluci Deh S. Fac..... M. Calvius
M. F. P. N.
In via delle Colonnette veggonsi frammenti di pavimento intarsiato e di colonne doriche ed un'iscrizione riguardante le antiche cisterne per rifornire d'acqua la città. La piazza Montagna contiene altresì alcune colonne infrante ed iscrizioni. Sotto via delle Colonnette è il Pizzotonico che segna la situazione di un'antica piscina; le mura, apparentemente romane, sono di una grande estensione. Nel lato ovest è un bell'esemplare delle mura più antiche, formato di grossi massi calcarei. In casa Vettori sono da vedere due colonne doriche, avanzi di qualche tempio antico.
Il bellissimo chiostro dell'ex-convento della chiesa di Sant'Oliva, opera del Rinascimento, fu destinato dal Comune ad accogliere le antichità di Cori, delle cui mura moderne gran parte fu costruita sul principio del secolo XV, da Ladislao re di Napoli.
Oltre porta Ninfesina, sulla strada a Norma (Noria), dove un'altra massa delle mura poligonali è ben conservata, trovasi un ponte antico di un solo arco, detto ponte della Catena, sopra un borro profondo 23 metri dal parapetto. E costruito di enormi massi quadrati di tufo ed è uno dei monumenti più notabili di tal fatta.
L'olio, il vino e i cereali sono i prodotti principali del suolo nel quale coltivasi inoltre molto tabacco. Cava di marmo brecciato corallino, non esercitata.
Coli, elett. Velletri — Dioc. Velletri — P2 T.
Norma (2113 ab.). — Cenni storici. Nulla assolutamente sappiamo delle origini di questo paese. Certamente il nome deriva da Noria, la vetusta città volsca di cui tra breve diremo; ma in qual'epoca sia stata costrutta e pei quale ragione gli abitanti avessero abbandonato Noria per andare a fondare Norma, a breve distanza, non può dirsi. Trovasi il nome di Norma, usato per la prima volta, in principio del secolo Vili, alla quale epoca l'imperatore greco Costantino V, fece donazione al papa Zaccaria delle due possessioni Nymphas et Normias, le quali appartenevano allo Stato. Si può quindi congetturare che sin d'allora fosse già abbandonata l'antica città volsca di Norba e sorta in vicinanza l'attuale Nonna.