l'urlo Qu.irlu - Ilultu Meridionali!
ordinari, prude in guerra, eloquente e persuasivo, vi giunse col hno giovano cugino Tancredi:
. . . c liuti ò alcun Ira Unii Tranne liinaltlu, o ferilor nupporc, 0 ,>iiì liti di maiiiirv e di briiilnanli, 0 più eccelso c più intrepido ili i uoru
come cantò Torquato Tasso, e come disse un antico scrittore: < Anche la natura contribuì ad accrescere l'entusiasmo con una pioggia di stelle cadenti la notte del 4 agosto >.
Il 3 ottobre del 10'JS tutta Ilari uscì fuori ad accogliere pupa Urbano II (Eudo od Odone), che aveva convocato in quella città i dignitari greci e latini della chiesa, inclusivi Anselmo arcivescovo d'Inghilterra, per delinire il dogma della processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figliuolo. Il concilio si adunò nella cripta di San Nicola, disputò per una settimana ed ebbe fine con la scomunica dei Greci. Il duca Ruggero, avendo sposato la causa dell'antipapa Innocenzo II, invitò l'imperatore Lotario, il Sassone, a venirgli in aiuto in Italia. Ei pose piede, nel 1 Rì7, nell'Apulia e Rari si sottomise senza colpo ferire, tranne il castello che sostenne un assedio di quaranta giorni. Presa che fu la piccola, ina valorosa guarnigione, di 5(10 uomini, fu tutta impiccata o gittata in mare, e spianato il castello. 11 papa raggiunse Lotario a Rari; Taranto ed altre città inviarono la loro sottomissione e l'imperatore nominò duca d'Apulia il conte Rainolfo, suo cognato.
La guerra desolò di nuovo per due anni l'infelice paese, finché Rainolfo d'improvviso morì a Troja e il papa, fatto prigione da Ruggero, fu forzato ad incoronarlo re di Sicilia e duca d'Apulia.
Bari sostenne un assedio di due mesi, fu presa da ultimo per fame e vide i suoi cittadini principali impiccati a dozzine alle finestre delle loro case. Non pago d'uccidere i vivi, re Ruggero mosse guerra ai morti, dissotterrando il corpo del suo principale antagonista Brunone, arcivescovo di Colonia, ch'era stato sepolto nella cattedrale di Bari, e facendolo trascinare igiiomiiiiosameiite per le strade. Egli riedificò il castello ed abolì tutte le libertà concesse alla città dai precedenti dominatori.
Nel 1156, avendo Bari sposato la causa dell'imperatore greco, fu agguagliata al suolo da Guglielmo il Malo, figliuolo di re Ruggero. La città rimase per sedici anni un cumulo di rovine, abitata soltanto da pochi pescatori e da alcuni poveri preti che non vollero abbandonare la chiesa di San Nicola, la quale rimase fortunatamente illesa con lieve danno. Guglielmo li, sopranoniinato il Buono, visitò allora l'infelice città ed assegnò ampie donazioni alle varie chiese e ai monasteri, e nel llS'J Bari rivide il suo porto ripopolato dalle navi dei Crociati sotto Federico I.
L'imperatore Arrigo VI, vago e signor il sembiante che si laido e crudele animo aveva, come si esprime il Petroni, re di Sicilia per diritto della moglie Costanza, tenne un parlamento in Bari, ove la sua bellezza gii accaparrò a prima giunta tutti i cuori, disgustati poi tosto dal suo tradimento e dalla sua crudeltà.
Suo figlio, il grande imperatore Federico II, dimorò spesso nella patria di uno dei suoi consiglieri prediletti, Bernardo da Costa, arcivescovo di Bari e poi di Palermo, il quale rimase fedele al principe, che aveva amato fanciullo, nonostante le scomuniche lanciate contro di lui dai pontefici successivi. Federico accolse, nel 1250, in Bari il mite uomo di Dio, San Francesco d'Assisi, il poverello, il quale vi fondò un piccolo convento, soppresso poi dai Francesi. Vuoisi gli facesse un tiro lascivo, commemorato da un'iscrizione latina in una cappella dedicata appunto a San Francesco nel castello. Ma Federico ebbe caro il suo ospite mansueto, come quegli che inviò in Assisi un architetto tedesco, Jacobits ex Alemannia, a dirigere la fabbrica del famoso cenobio e della chiesa di San Francesco.