Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso', Gustavo Strafforello

   

Pagina (344/386)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (344/386)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Aquila - Chieti - Teramo - Campobasso
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 379

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   ÌJ1-4
   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   tavola di bronzo nota agli archeologi col nome di Bronzo di Agitone, pubblicata nel 1848 negli Annali dell'Istituto di Bontà.
   Nell'antica Àquilonia dei Sanniti T'entri, narra Giuseppe Del Re, in virtù d'una legge
   0 rito religioso, furono convocati 40.000 giovani reclute iu armi, le quali, introdotte entro un padiglione, giurarono solennemente davanti all'ara del dio Mamerte (Marte in lingua osca) di andare a combattere dovunque li conducesse il loro duce, di noti abbandonar mai per qual si fosse cagione le insegne e di uccidere chiunque si fosse dato alla fuga.
   Non appena ebbe di ciò sentore, il Senato romano inviò i consoli Spurio Carvi!io con vecchie legioni radunate in Àmiterno e L. Rapirlo Cursore con un esercito a bella posta coscritto. Il primo sottomise in breve Cominio (le cui rovine veggonsi presso Atina nel circondario di Sora in provincia di Caserta) ed il secondo espugnò Duronia (che credesi Civitavecchia a nord d Bojano) e si pose a campo davanti Àquilonia, ove erano adunate tutte le forze sanniticlie: Carvilius ad Cominium, I'apirius ad Aquiloniam, ubi stimma rei Samnitium erai, pervenit.
   Distava Àquilonia 20 miglia da Cominio, in soccorso del quale accorsero speditamente 20 coorti sanniticlie. Papirio, di intesa, appiccò battaglia nell'atto stesso che Carvilio assaliva Cominio per togliere al nemico ogni agio di inviare genti in aiuto di Àquilonia. I Sanniti, saldi nel giuramento fatto al dio Mamerte di vincere o di morire, combatterono strenuamente lasciando in forse da qual parte sarebbe rimasta la vittoria, quando Papirio, con astuzia guerresca, fece giungere all'improvviso migliaia di cavalieri e di muli con rami frondosi, i quali, strisciando per terra, levavano nembi di polvere per far credere ai suoi e ai nemici che l'esercito di Carvilio tornava vincitore da Cominio. A tale infausto annunzio i Sanniti, spossati da lunga e sanguinosa pugna, rimasero sì fattamente atterriti che incominciarono a dare addietro in disordine e a cedere terreno, finche, aggrediti dalla cavalleria romana, furono sgominati e dispersi. I fanti ripararono negli accampamenti presso Àquilonia e i cavalieri avvia-ronsi galoppando a Bojano. I Romani vittoriosi inseguirono gli uni e gli altri, assalirono ed arsero gli alloggiamenti e penetrarono in Àquilonia, ove uccisero ben 30.0U0 Sanniti, ne fecero prigionieri circa 4000 ed impadronironsi dì un centinaio di insegne.
   Nell'istesso tempo Cominio, abbandonata al proprio presidio, cadde in potere di Carvilio. Le venti legioni, avviate al suo soccorso, furono costrette a riparare a Bojano.
   1 vincitori misero a sacco, a ferro e a fuoco non solo auiendue le città, sì anche Sepino, Yolana, Palombino ed Erculanea sottomesse una dopo l'altra.
   I due consoli romani ritrassero dai saccheggi e dal riscatto dei prigionieri una somma ingente per quei tempi. La fama del loro trionfo fu tramandata alla posterità con una statua colossale di Giove in Campidoglio con la fusione degli elmi, corsaletti, cosciali e schinieri di rame tolti ai Sanniti. Porzione delle spoglie fu distribuita ai tempii ed al Foro in Roma e porzione ai popoli alleati ed alle colonie.
   Alcuni ruderi poco lungi da Agnone verso Capracotta, in cui furono rinvenuti molti antichi monumenti, credonsi appartenenti a questa Àquilonia dei Sanniti Pentri.
   Tornando ad Agnone soggiungeremo oolPOrlandi ch'essa fu sempre di regio dominio e non sottoposta mai al feudale. Come attestano le pergamene che conservatisi nel civico archivio, ebbe titolo di città dalla regina Giovanna 1 e in seguito da Alfonso 1 re d'Aragona.
   Uomini illustri. — Molti insigni nelle armi, nelle scienze, nelle lettere sortirono i natali in Agnone, fra cui i seguenti: Guglielmo di Agnone, viceré in Sicilia; Bonifacio di Agnone, guerriero, zio materno di re Manfredi; Borre!lo di Agnone, guerriero; Oleandro Politi de' Politi, guerriero guelfo; Bonaventura Politi de' Politi, teologo; Tommaso Lolli. filosofo, vescovo in partibxs di Cirene; Marco Antonio Yasclierìo,letterato, vescovo di Guardia Altera; Ascanio Mancinelli, medico e letterato; Marco Antonio