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LA. SAPIENZA DEL POPOLO
Satum, p. 56), sono u così essenzialmente teutonici che fanno assai spesso una assai brutta figura nella veste latina che fu loro affibbiata, n Per tal modo, quando abbiamo da una parte il proverbio popolare : Ventre digiuno non ode nessuno, e dall'altra il latino r
Jejunus venter non audit verba libenter,
chi può dubitare che il primo è il proverbio e il secondo la sua versificazione soltanto? O chi starebbe in forse ad affermare che 1' antico proverbio greco: Sasso che rotola non fa muschio possa esser giunto fino a noi senza l'intervento del latino me-dievico :
Non fit hirsutus lapis hinc atque inde volutus ?
E la cosa si rimane vieppiù chiarita quando abbiamo due così fatti proverbi latini rimati equivalenti ad uno popolare' e questi indipendenti intieramente l'uno dall'altro. Ciò avviene appunto rispetto al proverbio comune: Un uccello in mano ne vai due nel bosco, il quale trovasi nella forma latina:
Una avis in dextra, melior quam quator extra; e in quest'altra:
Capta avis est pluris quam mille in gramine ruris.
Chi non iscorge qui due tentativi indipendenti di tradurre variamente lo stesso detto ?
Oltre questa derivazione da fonti antiche, dalla letteratura di nazioni che più non esistono, oltre questo metodo in cui un popolo riceve e toglie a prestito meramente, havvi anche, in periodi posteriori della sua vita, una mutua contemporanea permuta fra esso ed altri popoli finitimi de'loro propri rispettivi proverbi, un libero dare e ricevere in cui è spesso difficile e più spesso impossibile il dire chi sia quel che presta e chi quel ohe toglie a presto.