Umberto Adamoli
I BANDITI DEL MARTESE
(Dramma in quattro atti)


Pagina 8
1-5- 10-15- 20-25- 30

[Indice]


     TORNESE Là, a Frondarola... (completa la frase stringendosi con le mani il collo.)

     VICARIO Disgraziati... Raccontate, raccontate...

     TORNESE Ieri notte, come d'intesa, ci dovevamo incontrare, appunto, nei pressi di Frondarola, con amici della montagna, per avere informazioni sui banditi. Mentre, giunti sul posto, facevamo i segnali convenuti una voce rauca ci tolse il respiro. "Ah! Marrani, ci siete." Io che ero ultimo e a una certa distanza, mi fermai senza fiato. Retrocedetti piano, piano; mi ficcai non visto in un cespuglio. (Pausa)

     VICARIO (che segue ansiosa la narrazione) E gli altri?

     TORNESE Dondolano là, nelle querce di Frondarola. Pasto ai corvi.

     VICARIO Quanta tristezza nel mondo e nella mia età canuta! Ed ora che cosa intendete fare?

     TORNESE Fuggire, andare lontano, disperdermi. La montagna è ben fornita di capestri.


     VICARIO (come per confondere se stesso) Ma abbiamo armi, molte armi per difendermi.

     SEGRETARIO - (sconsolato) Armi! Armi! Si lasciano in pace, per ora, queste armi, se, un giorno o l'altro, vogliamo tornare a Napoli. I banditi non scherzano.

     VICARIO Ma a Napoli, che molto da me si aspetta, che dirò?

     SEGRETARIO - Tutto tranquillo sui monti d'Abruzzo.

     VICARIO (desolato) Tutto tranquillo! Eh! Nacqui proprio sotto una cattiva stella. "Non vi è stato ancora conferito il Toson d'Oro?. No. Non mi è stato, né mi sarà mai conferito. Andrò piuttosto a fare il facchino anziché continuare in questa penosa, falsa vita.

     (S'ode d'improvviso suono di campane e spari di mortaretti. Il Vicario, turbato, interroga con lo sguardo il segretario.)


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]

Umberto