Umberto Adamoli
I BANDITI DEL MARTESE
(Dramma in quattro atti)


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     USCIERE - (che entra impaurito) I banditi, i banditi...

     PRESIDE - Dove sono?

     USCIERE - Lā sul Pennino.

     COMANDANTE - Sul Pennino...?

     USCIERE - Sul Pennino...

     PRESIDE - (nella confusione) Dove č il Pennino?

     COMANDANTE - Nella collina di fronte, di lā del Tordino. (Andando alla finestra e indicando col dito). Quello lā č il Pennino.

     PRESIDE - Quindi i banditi in cittā?

     (Mentre continua il rintocco delle campane, il suono di corni e il panico aumenta)

     Ci rivedremo, maledetti, a Poggio Umbricchio!

     SIPARIO



     ATTO QUARTO

     A Boceto, in una comune sala, discretamente arredata, della villa di Santuccio. Porta ai lati. Finestra in fondo.



     SCENA PRIMA

     MONTECCHI - (melanconicamente) Poggio Umbricchio cadde!

     SANTUCCIO - Si, ma cadde sulle proprie rovine insanguinate.

     MONTECCHI - E queste nostre donne vi hanno scritto, nel difenderlo, con le armi, sino alle ultime umane possibilitā, una pagina di gloria non inferiore a quella scritta, nel proprio epico poema, dalle donne di Civitella, dalle donne di Cellino.


     BARBARA - (con un certo orgoglio) Vi combattemmo sostenute dalla santitā della causa, con fierezza pretuziana, con il vostro spirito.

     MONTECCHI - Superiore al nostro spirito. Ma vorremmo sentire da voi, dalla vostra viva voce, le vicende della lotta.

     BARBARA - Compito non facile. Alcuni fatti si possono pensare, non descrivere con adeguate parole. E poi non facemmo, in quella occasione, che il nostro dovere.

     SANTUCCIO - La modestia č sempre compagna generosa del valore.

     MONTECCHI - Parlate. Fate che partendo si possa portare nel cuore, incisavi dalla vostra voce, la bellezza del vostro ardimento.


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Umberto