Genova, Pasqua 1921
Carissimo Capitano
Forse Lei, quel giorno, lo ha dimenticato: non io! Più il tempo
lo allontana, e più vivo, più palpitante ne è il ricordo nella
mia anima.
Voleva aspettare a scriverLe che la bizzarra avventura fosse
definitivamente sepolta: ciò ancora non è, perché vi è
tuttora un appello contro la mia assoluzione "per non avere
preso pare al fatto".
Ma mi sembra di potermi oramai ritenere sufficientemente
rigenerato, per rivolgermi da gentiluomo a gentiluomo.
E in questi giorni ho potuto finalmente avere anche il Suo
indirizzo.
Così alfine sciolgo il voto della mia anima riconoscente,
soddisfo al desiderio per tanto tempo represso di gridarLe il mio
grazie commosso ed entusiasta!
Quante innumerevoli volte non ho io pensato alla Sua simpatica
figura di valoroso, di generoso, di gentile, di buono, di onesto!
Quante volte il mio cuore non si è elevato a Lei in un inno di
gratitudine, quante volte non ho io esaltate le Sue doti in seno
alla mia famiglia, segnalando il Suo nome alla sua gratitudine
eterna!
La ricorda la colazione al "Deferrari"? Li ricorda i
discorsi buoni, affettuosi, incoraggianti che Lei mi teneva?
Eppure Lei parlava allora ad uno che era accusato e sospettato
dei più neri delitti contro la Patria... Lo ricorda come fu
cortese, benigna, riguardosa la Sua sorveglianza?
Oh quanto fu nobile e buono con me, e quanto deve quindi esserlo
sempre e con tutti!
Finalmente sono contento di essermi deciso a dirLe tutta la mia
anima. E sono più che contento, sono felice. Però una domanda
devo chiederLe.
Lei verrà pure a Genova prima o dopo. Io devo assolutamente
avere l'onore ed il grande piacere di averLa a casa mia, a tavola
colla mia famiglia. Essa aspira intensamente a conoscerLa perché
vuole vedere, contemplare sentire e benedire il mio Benefattore.
Con affettuosi sensi.
Emanuele Parodi
Emanuele Parodi
Via Carlo Alberto n. 5
Genova
* * *
Genova 1.5.21
Carissimo Capitano
Avrei voluto e dovuto ringraziarLa subito della Sua tanto gradita
lettera. Non lo feci prima, sa perché? Perché doveva andare a
Roma e voleva fare a me e a Lei la lieta improvvisata di
capitarLe dinanzi personalmente.
Invece poi, fui bensì a Roma, ma mi mancò assolutamente il
tempo per rintracciarLa.
Così intanto Lei mi ha ancora allietato l'animo con altro Suo
saluto da Chieti, ricevuto qualche giorno fa, ed io sono rimasto
anche più mortificato, ma anche sempre più ammirato di Lei e
della Sua bontà.
La ringrazio di avere così bene accolte e la mia lettera e il
mio invito: La prego ancora di credere alla mia sincerità quando
Le dico che il giorno in cui potessi averLa nella mia casa sarà
per me un giorno felice.
Se Lei avesse ancora occasione di andare a Roma La prego di
avvertirmi: allora farei in modo di rintracciarLa e di soddisfare
questo mio febbrile desiderio di rivederLa e di ringraziarLa a
voce coll'anima. Suo affezionatissimo
(non commendatore!) Emanuele Parodi
* * *
Genova 3.7.21
Carissimo Capitano
La sua cara lettera del 27 mi giunge mentre sto per partire per
Roma, Toscana e Milano. Temo sarò assente tutta la settimana.
Al mio ritorno penserò all'invio di quanto Le dissi: La prego
ripetermi il nome della Sua signora che stupidamente ho
dimenticato, e siamo dunque intesi che ambedue ora risiedono a
Chieti.
La ringrazio del Suo così cordiale invito. Ho la precisa
sensazione della gioia che ne proverei. Ma non posso promettere,
perché non so se avrò tempo. Mi manca anche quello di prendermi
qualche settimana di ferie.
Quelli che dicono che noi sfruttiamo il lavoratore!...
Ma non escludo però di venire. Badi che dico sul serio.
Suo affezionatissimo
Emanuele Parodi
3/6 Via Carlo Alberto
* * *
Genova 13.XI.21
Carissimo Amico
Anzitutto Le sono molto grato se, quando mi scriverà qualche
altra Sua così interessante e brillante lettera, la smetterà
coll'"Illustrissimo". Io sono per Lei, il Suo, se me lo
permette, amico Parodi. Ogni aggiunta, guasta. Intesi?
La ringrazio del Suo gentile pensiero di ricordarmi la mia
(mezza!) promessa che è poi un'altra prova del Suo animo buono e
gentile.
Posso accertarla che è vivissimo in me il desiderio di
profittare del Suo invito, ma più ancora di rivederLa.
Quando, Dio solo lo sa, che mi pare di poter sperare per il
prossimo estate, come Lei mi diffida!
Il mio oggetto?! Come potrà esso mai esprimere la immensa mia
gratitudine?
I miei omaggi alla Sua Signora, ed a Lei una forte stretta di
mano
Emanuele Parodi
* * *
Genova 4.XII.21
Carissimo Amico
Sì, la mia trionfale vittoria è anche la Sua, mio caro amico,
nobile cuore!
E' sepolta finalmente questa ignobile calunniosa montatura contro
la quale posso ormai e finalmente lanciare, nella mia innocenza
rivendicata, tutto il mio disprezzo!
Restano dei conti da saldare... Chissà che il tempo, questo
inesorabile giustiziere non mi renda possibile anche questo
compito!
Frattanto grazie e grazie a Lei per allora e per ora. A buon
diritto Ella rievoca quei momenti di Sua infinita bontà, ma io
li ho scolpiti nel mio cuore e finché esso pulsa non si
cancelleranno.
Grazie anche da mia moglie e dalla mia famiglia tutta.
Suo aff.mo
Emanuele Parodi
* * *
Genova 23.8.24
Proprio di questi giorni pensava che cosa mai era divenuto del
mio indimenticabile amico Adamoli, ed ora mi arriva la Sua
preziosa cartolina. Grazie del profondo del cuore.
Lei però non deve mai più mandarmi dei saluti
"ossequiosi", oh questo no!
Io non accetto ossequi da chi si è dimostrato il più fine e il
più delicato fra i gentiluomini, da chi mi ha ritenuto un
galantuomo quando altri, molti, mi trattavano da delinquente.
Bisogna che Lei, mio caro Adamoli, se lo metta bene in testa, che
io mi sento fiero di considerarla fra i miei amici più cari e
preziosi. Voglio sperare che Lei voglia condividere questo mio
profondo sentimento.
Spero la Sua Signora stia bene e La prego di ricordarmi a Lei.
Io lavoro sempre molto, e vorrei mi si presentasse l'occasione di
poter lavorare un po' per Lei.
Le stringo forte la mano
Emanuele Parodi
* * *
Genova, 14.9.24 (27?)
Carissimo Amico
Infinite grazie per la Sua bella e buona lettera. E' sempre per
me una sensazione dolcissima il rievocare le circostanze del
nostro primo incontro. Non importa se esso è collegato ad un
episodio doloroso. La Sua bella anima ne scaturisce sempre nella
sua magnanime, generosa, nobile bontà, e sempre più io mi sento
a Lei avvinto.
Grande è per questo il mio desiderio di rivederLa, e di
accettare il Suo gentile invito, ma Lei non vorrà punirmi se non
riuscirò a soddisfarlo.
Non è detto ancora che io non accontenti me e Lei, ma sinora non
vedo la possibilità di riuscirvi. Certo sarebbe anche più
interessante di profittare della permanenza della Sua famiglia a
Silvi.
Insomma io devo e voglio fare il possibile, e chissà non sia
tanto fortunato da riuscire.
Frattanto Le rinnovo le mie grazie per il Suo così cordiale e
sincero invito, e Le stringo tanto e forte la Sua mano amica.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 25-9-24
Carissimo Amico
Ho atteso fino all'ultimo, sempre sperando, ma ormai non vi è più
scampo! Siamo alla fine del mese, ed io non posso assolutamente
spingermi fino a Lei.
Ho fatto piani su piani: è inutile, non ne ho il tempo! E così
non mi resta che rimettermi alla Sua bontà, e so per esperienza
che non Le manca, per essere scusato. E son certo che lo sarò.
Chissà che la sorte non mi arrida in seguito, perché il
desiderio di rivederLa è per lo meno altrettanto vivo quanto il
Suo.
Malgrado tutto, quindi, io Le dico ancora, arrivederci.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 27.XII.24
Carissimo Amico
La ringrazio della Sua buona memoria della quale non dubitava.
In ogni lieta evenienza della vita, io me La trovo sempre a
fianco, e più stretto mi sarebbe ancora se questa evenienza
fosse invece triste.
Che il nuovo anno Le sia propizio di ogni soddisfazione, caro
amico buono, e che io possa avere la soddisfazione di provarLe
quale grata amicizia sincera provo per Lei.
I miei omaggi affettuosi alla Sua Signora.
Le stringo forte la mano.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 26 Agosto 1925.
Carissimo amico,
Alle brevi linee da Misurina, donde sono ritornato da diversi
giorni, faccio seguire questa più diffusa risposta.
Ai primi della prossima settimana io devo andare a Roma, e chi sa
non sia la volta che io mi decido ad adempiere a quel
simpaticissimo dovere che è la visita a Lei, da tanto tempo
richiestami e da me mai soddisfatta.
Io verrò solo perché la mia famiglia si trova ancora ai monti.
Non ricordo più che cosa Le abbia scritto per il Suo
raccomandato diciottenne. Non capisco bene se egli vorrebbe
contemporaneamente agli studi avere occupazione: questa è cosa
che qui risulterebbe piuttosto difficile perché un'occupazione
di qualche ora non si trova, mentre viceversa gli studi di quella
natura sono severi e profondi e hanno bisogno di tutta
l'applicazione personale dello studente. Non so come egli
potrebbe prodigarsi a fare le due cose insieme. Quando questa
parte sarà chiarita potrò risponderLe con maggiore precisione e
tentare di esserLe utile, ciò che farei con entusiasmo.
Le auguro di tutto cuore buon divertimento e buona salute durante
la Sua licenza, e nella speranza di rivederLa, le mando una
cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi
P.S. Molto probabilmente io sarò a Roma all'Hotel Excelsior il
giorno 31 corr.
* * *
Genova 25.X.26
Carissimo Amico
Come cittadino mi spiace il Suo ritiro dal servizio, perché la
Patria perde un servitore raro per coscienza valore e attitudini,
ma come Suo amico io ne sono invece lieto perché la Sua
decisione corona certo un Suo sogno, e degno sogno.
Però, immaginare quanto sarei lieto di poterLa rivedere qui,
andarci a risedere insieme al Risorante De Ferrari...
No, questa volta Lei mi farebbe certo l'onore di venire a casa
mia, ove, ad eccezione di quella volta sempre ha regnato la pace
e l'affetto felice...
Quando si deciderà a svolgere la Sua iniziativa commerciale, si
ricorderà di me perché La coadiuvi in quel poco che posso!
Anche per Suo Nipote, di cui sento con piacere le buone notizie,
si ricordi che io sono a Sua disposizione.
I miei omaggi alla Sua Signora. Con affetto.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 29.XII.26
Carissimo Amico
Ho letto con grande interesse la Sua lettera del 19.
Sono entusiasta del Suo programma nel quale mi auguro abbia a
perseverare. Esso le darà grandi soddisfazioni, mentre non potrà
turbare la Sua tranquilla sana attività.
Inoltre Lei ha il vantaggio di rimanere nella sua terra,
aspirazione che per tanti resta insoddisfatta!
Anche a Lei ed alla Sua Signora per parte di noi tutti buon anno,
ed ogni felicità.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 28 Maggio 28, VI.
Carissimo Amico,
Ho ricevuto la Sua del 22 corr. e vedo dunque che il Suo
divisamento di staccarsi dal servizio è ormai un fatto. Le
auguro cha anche in questo nuovo campo di attività Lei possa
esplicare tutte le Sue doti ed avere le maggiori soddisfazioni.
Bisogna proprio che io mi decida a venirLa a trovare. Lei
ricorderà però che già una volta avevo stabilito di farlo, e
poi me ne mancò il tempo, anche perché il viaggio è veramente
lungo. Ma, senza assumere formale impegno, per non fare ancora
altra brutta figura, Le confermo però il mio vivo desiderio di
vederLa e di corrispondere alla Sua affettuosa e sincera
gentilezza. D'altra parte io avrei sommo piacere di rivedere in
viso l'uomo che mi ha trattato così nobilmente, in momenti in
cui per la maggior parte io era un appestato.
Se nella Sua nuova vita io potessi in qualche cosa esserLe utile,
Lei sa bene che non mi deve dimenticare, e sa anche che mi farà
un piacere se mi porgerà tale occasione.
Gradisca un'affettuosa e cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi
* * *
Genova, 10 Settembre 1928, VI
Carissimo Amico,
Finalmente Lei mi chiede qualche cosa, e può quindi immaginare
con quale impegno io cercherò di accontentarLa.
Avrei però bisogno di un po' di tempo, perché se io parlo di
questa faccenda al direttore locale, egli mi risponderà che
nulla ne sa, come è vero, ed occorre invece che la cosa sia
trattata alla Direzione centrale di Milano, ove io vado di tanto
in tanto, senza poter precisare il giorno.
Devo dirLe, così a prima impressione, che certi voltafaccia
delle banche non si spiegano, molto, ma non sono per questo meno
frequenti. Basta un'ombra, basta una maldicenza, banta
un'informazione errata, basta forse anche talvolta un momento di
malumore del funzionario che deve decidere.
La cosa mi sembra poi anche complicata per il fatto che vedo la
relazione dei Suoi fratelli era piuttosto col Banco Abruzzese che
col Credito Italiano. Io spero però di poter chiarire la
faccenda, e di poterLe dare soddisfacenti informazioni entro uno
spazio di tempo relativamente breve.
E' inutile Le dica che Lei ha fatto benissimo a scrivermi e che
io sarò felice, veramente felice, se potrò in questa occasione
provarLe quanto volentieri mi occuperò di Lei e di ciò che La
riguarda.
Suo aff.mo
Emanuele Parodi
* * *
Genova 26 Settembre 1928, VI.
Carissimo Amico,
La pratica che interessa Lei, e quindi anche me, subirà un
ritardo, che Le viene spiegato dalla lettera che Le accludo, e
che favorirà ritornarmi.
Avevo scritto prima al Comm. Stoffel, Direttore Centrale del
Credito Italiano, perché istruisse una pratica e potesse poi
riferirmi quando io sarei andato a parlargliene di persona.
Appena possibile Le dirò il risultato.
Gradisca un'affettuosa stretta di mano
Emanuele Parodi
* * *
Genova 15 Ottobre 1928, VI.
Carissimo Amico,
Purtroppo non posso dirLe ancora niente riguardo alla pratica che
Le interessa, mentre La ringrazio di quanto mi ha scritto con la
sua del 29 scorso, che mi chiarisce anche meglio la situazione.
Io avevo dunque aspettato ad occuparmi di questa faccenda
avantieri sabato, giorno in cui era convocato il Consiglio di
Amministrazione del Credito Italiano, e quando sapevo quindi che
avrei certamente incontrato il Direttore centrale sig. Stoffel.
Senonché, pur avendomi egli assicurato che io avrei avuto ogni
notizia e ogni soddisfazione, si è dimostrato dolente di non
potermi riferire ancora, perché la pratica non dipende dalla
Centrale, bensì da Roma, ove egli ha scritto e donde ancora non
gli sono pervenuti i dettagli sufficienti per dare a me le dovute
spiegazioni.
Lei abbia quindi pazienza ancora un poco, certo io tornerò a
Milano nei prossimi quindici giorni, e siamo già intesi col
suddetto Signore che entro tale epoca egli sarà in grado di
riferirmi.
Nei prossimi tempi si rende meno difficile una mia visita a Lei,
perché io vado a poco per volta ritirandomi dagli affari, e
certo una delle prime soddisfazioni che mi prenderò quando avrò
maggiore tempo disponibile, sarà quella di venire a stringere
quella mano nobile e leale che non dimenticherò mai.
Gradisca i miei saluti più affettuosi.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 21 Novembre 1928, VI.
Carissimo Amico,
Non Le faccio il torto di supporre che Lei mi creda capace di
avere dimenticato il Suo desiderio: d'altra parte ciò che
succede giustificherebbe anche troppo tale Sua supposizione.
Ora io voglio soltanto avvertirLa che la Sua pratica è
tutt'altro che da me dimenticata: che essa è anzi arrivata a una
soluzione, perché l'ultima volta che fui a Milano, circa 15
giorni fa, e che visitai espressamente il direttore centrale Sig.
Stoffel, egli si mostrò spiacente, essendo sabato inglese, di
non potermi mostrare le lettere scambiate e la lettere definitiva
avuta, perché i suoi impiegati erano assenti.
Da allora in poi non ho più avuto occasione di tornare colà, ciò
che sarà però alla fine di questo mese. In allora sono certo di
leggere coi miei occhi quanto sarà stato concretato, e che mi
riservo di riferirLe fedelmente.
Naturalmente se vedrò che l'ingiustizia permanga, tenterò di
intervenire personalmente, onde alla stessa sia riparato.
Gradisca una cordiale e affettuosa stretta di mano.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 1 Dicembre 1928, VII.
Carissimo Amico,
Ho ricevuto la Sua lettera del 26 u.s. e alla stessa ne ho
risposto subito perché sapevo che prossimamente avrei finalmente
potuto sciogliere la mia promessa e arrivare a una conclusione.
Sono dunque stato ieri a Milano, ho parlato col Direttore
Generale e ho visto finalmente la risposta di Chieti, dalla quale
risulta che non per malevoli insinuazioni, ma per minore fiducia
nella qualità del portafoglio si era decisa la restrizione del
fido. Al che io ho energicamente opposta la convinzione di
informazioni errate e superficiali, e ho insistito perché alla
Casa dei Suoi fratelli venisse data la soddisfazione che
meritano.
Ho il piacere di dirLe che questo ho ottenuto, e che giovedì avrò
a Roma un altro ed ultimo colloquio col direttore del Credito
Italiano in quella città, poiché sarà lui che dovrà applicare
le decisioni della Centrale, che già gli sono state scritte.
L'ho fatto aspettare un po' troppo caro amico, ma questo è
dipeso in gran parte dal fatto che le pratiche relative si
svolgevano in centro da me lontano.
Se qualche inconveniente intervenisse, sarà mia premura di
scriverLe: in caso diverso il mio silenzio Le servirà di
conferma a quanto oggi Le scrivo, ed i Suoi fratelli non
tarderanno perciò ad esperimentarne le favorevoli conseguenze.
Quanto a ciò che è toccato a Lei, non bisogna che me ne
impressioni, perché commercialmente sono queste vicende più che
comuni: e le banche sono destinate a commettere spesso degli
errori molto gravi, e mentre negano un fido modesto a chi lo
merita, danno milioni a chi sperpera. Anch'esse del resto sono
dirette da uomini, e noi tutti siamo fallibili.
Le ritorno la lettera dei Suoi fratelli che ho trattenuta finora,
e Le mando una cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 10 Dicembre 1928, VII.
Carissimo Amico,
Ricevo la Sua del 9 corr.
Sono stato a Roma venerdì 7 corr. e credevo proprio di poterLe
dare finalmente la cosa che ci sta a cuore come definita.
Viceversa ho avuto la disdetta di capitare colà proprio nel
giorno precedente due feste, e ho trovato quindi il direttore, a
cui dovevano essere pervenute le istruzioni dalla Centrale,
assente da Roma.
Per regolarizzare quindi la pratica, è necessario che io me ne
occupi un'ultima volta, ciò che farò fra pochi giorni (otto o
dieci) quando tornerò ancora colà, e certamente troverò il
direttore.
La ringrazio molto delle Sue buone espressioni, che pur essendo
ripetute non mi fanno per questo minor piacere, sapendo da quale
perla di gentiluomo esse provengono.
Essendosi ormai rallentato il mio lavoro, perché i miei figli
subentrano ora nella direzione quasi generale dei miei affari,
credo sia venuta la volta in cui profitterò davvero della Sua
bontà e dei Suoi allettanti ripetuti inviti. A suo tempo manterrò
la parola con grande entusiasmo.
Gradisca un'affettuosa stretta di mano.
Emanuele Parodi
* * *
Genova, 13 Maggio 1929, VII
Carissimo Amico,
Ho ricevuto la Sua del 5 corr. e nel frattempo ho avuto pure la
visita del Suo simpatico nipote, che sono stato molto lieto di
conoscere, e che porta sul viso l'impronta dell'onestà e della
bontà, che credo prerogative principali del nome Adamoli.
La ringrazio di quanto mi dice riguardo alla mia futura visita, e
naturalmente non oserò rifiutare la Sua ospitalità, sperando di
darLe poco disturbo.
Pur riconfermandoLe che le mie occupazioni sono molto minori di
quanto ebbi la fortuna di conoscerLa, tuttavia esse non mi
permettono però ancora di restare assente a mio piacimento, e
quindi dovrò anche in questa occasione subire un po' la tirannia
dei miei affari.
Quello che è certo è che mi pare di essere sicuro che questa
volta avrò il piacere e la fortuna di rivedere sul serio il mio
amico Adamoli, e mi riservo tra una diecina di giorni di
riscriverLe, per stabilire insieme il giorno in cui potrei
arrivare.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 15.5.29
Carissimo Amico
Ho tardato tanto a rispondere alla Sua affettuosa lettera! Ma la
ho sempre avuta davanti a me sul mio tavolo. Così ogni giorno
molte volte il mio pensiero correva a Lei.
Se io avessi saputo o ricordato che Lei è fra i Suoi monti non
mi sarebbe passato per la mente la bislacca idea di un
trasferimento!
Con vivo piacere sento delle probabilità di vederLa qui, non
dimentichi di preavvisarmi, onde non capiti proprio quando io sia
assente!
Lei torna alla carica colla tentazione attentissima del viaggio
costà. Bisognerà che finisca coll'accontentare Lei a me col
realizzo di questo bel sogno. Ci penserò seriamente fra qualche
settimana. Chissà non mi decida davvero.
Omaggi alla Sua Signora, ringraziamenti e saluti cari da me e da
mia moglie.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 28 Giugno 1929, VIII.
Carissimo Amico,
Spero avrà ricevuto la mia lettera da Salsomaggiore.
Ora Le scrivo per un favore, che spero possa farmi.
Quale proprietario della fabbrica di motociclette Guzzi, io ho
rapporti di affari in quasi tutte le città d'Italia, e spesso
anche mi succede di avere ugualmente fastidi dappertutto...
Per esempio, sono stato disgraziatissimo a Chieti e provincia,
avendo trovato un concessionario che ha fatto di ogni erba
fascio. Per cercare di ricuperare qualche cosa, ho dovuto
ricorrere a un avvocato, e mi è stato indicato il Comm. Luigi
Zecca di Chieti, col quale sono in corrispondenza da molti mesi.
Purtroppo non avrei potuto essere peggio servito, perché
riscontro in lui, oltreché poca abilità, anche poca precisione,
e mi sembra anche poca esperienza.
Naturalmente le pratiche che ho ormai a lui affidate, bisogna che
egli le continui, perché non credo si troverebbe altro legale
che aderirebbe a subentrare a lui. Ma siccome mi devono
certamente capitare ancora altre nuove complicazioni, io penso di
ricorrere per questo a un altro legale, e quindi tutto questo
scritto a Lei si riassume nella domanda se Ella può indicarmi un
avvocato che sia veramente raccomandabile sotto tutti gli
aspetti.
Grazie, amico caro, di quanto vorrà dirmi, e accetti una
cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi
* * *
Genova, 10 Luglio 1929, VII.
Carissimo Amico,
La prego a scusare se ho tardato troppo a rispondere alle sue del
1. e del 3 corr. mentre avrei pur dovuto sentire il bisogno di
scriverLe, almeno per riconoscenza. Sono stato diversi giorni in
giro...
Infatti il Suo rimprovero è sacrosanto. Avrei dovuto ricordarmi
prima della persona che ho costà, e chiedere non soltanto
informazioni delle persone che si presentavano, ma più ancora
proposto sulla persona da scegliere.
Anzitutto, La ringrazio delle informazioni che mi dà
sull'avvocato, e dalla seconda Sua vedo che sarà bene io pensi a
sostituirlo, non appena potrò farlo senza creare noia o
disgustose polemiche. Attenderò quindi che egli abbia esaurito
le pratiche in corso, per poi ricorrere invece all'Avv. Giustino
Troilo.
Suo nipote deve essere ben gentile - e infatti tale impressione
mi ha fatto - se si è subito premurato di dire tanto bene di me
per le poche buone meritate parole che ho avuto occasione di
indirizzargli. Mi dispiace piuttosto di non averlo più visto e
di non avere quindi avuto assolutamente occasione di fare alcunché
per lui.
Precisamente, il mio concessionario a Chieti era il Pompetti,
oramai famigerato, perché nulla vi è di triste e di irregolare
che egli non abbia commesso. Giacché Le scrivo, veda un po' Lei
se potesse propormi un giovane onesto, che possieda qualche cosa
e che sia sportivo, conoscendo quindi anche la motocicletta. In
codesti paesi questo mezzo di locomozione è poco noto, ma sono
paesi dell'avvenire, e chi potesse avere buoni elementi per
introdurlo, potrebbe farsi un'ottima posizione.
Così pure La prego di farmi il favore di informarmi su EZIO
DONZELLI - Via Garibaldi - Teramo, che è mio concessionario colà,
e così sono soddisfatto di averLa disturbato, e Lei lo sarà di
potermi essere utile.
Quanto ad avvocati, mi limito a ricordarne i nomi, e ne profitterò
soltanto se e quando questo si presenterà per me utile.
Mi sarà molto caro che Lei mi avverta quando arriva a Fiuggi,
perché è probabile che durante la Sua permanenza colà io possa
fare un salto a Roma, per stringerLe finalmente la mano.
La ringrazio di tutto e sono
Suo aff.mo
Emanuele Parodi
* * *
Genova 24 Luglio 1929-VII
Carissimo amico,
Ho ricevuto la Sua del 19 corr. da Silvi. Le avrei risposto
subito, ma attendevo di sapere il Suo domicilio a Fiuggi. A
tutt'oggi lo ignoro, ma intanto preferisco preparare la lettera
scritta, per poterla poi così impostare appena mi giungerà
questa informazione.
E' mia intenzione di venire a Roma, se occorre, anche
esclusivamente per salutarLa, e quindi tanto più ansiosamente
attendo di conoscere il Suo recapito: poscia La avviserò con uno
o due giorni di preavviso quanto e dove potremo incontrarci.
La ringrazio molto delle informazioni sul Donzelli, che mi pare
siano discrete. Io però ho bisogno che il nostro concessionario
non rappresenti altre marche concorrenti, specialmente italiana,
e bisognerà che trovi quindi presto da sostituirlo, se mi
confermerà che egli rappresenta realmente non soltanto la Frera
(poco temibile) ma anche la Gilera.
Mi sorprende come i Suoi fratelli abbiano invano scritto a
Mandello del Lario (anche se la lettera era indirizzata a
Montello, se vi era l'aggiunta "sopra Lecco"
evidentemente deve essere arrivata). Sto facendo qualche indagine
e le saprò dire. Frattanto non sarebbe male sapere se i Suoi
fratelli avrebbero qualità, tempo e voglia per occuparsi di
motociclette.
Attendo poi in Suo comodo il nome della persona che potrebbe
suggerirmi per Chieti. Io sono certo che a poco per volta e con
lavoro logico e costante di penetrazione, finiremo coll'avere in
codesta Provincia dei numerosi sportivi, non solo, ma anche molte
persone che si serviranno della motocicletta come mezzo economico
e superiore di comunicazione.
Gradisca i miei affettuosi saluti.
Emanuele Parodi
Ricevo in questo momento la Sua lettera da Fiuggi e La ringrazio.
Non avrei creduto che la Sua permanenza costà fosse così breve.
Ciò mette in pericolo il nostro incontro. Io conto infatti di
venire a Roma nei primissimi giorni della prossima settimana.
Anzi se Lei mi assicurasse di aspettarmi, senz'altro fisserei il
giorno di Lunedì e La pregherei di venire in tale giorno
all'Hotel Excelsior alle ore 12, per favorire con me a colazione,
colazione che ne ricorderà ad ambedue un'altra fatta al
ristorante De Ferrari in circostanze un po' diverse. Fu allora
che potei conoscere ed apprezzare profondamente le squisite doti
del Suo animo.
Qualunque sia la decisione Sua La prego telegrafarmi domani.
Se però Le tornasse scomodo attendermi, e Le recasse meno
disturbo, sono anch'io pronto volentieri a rimandare il nostro
incontro più in là in Abbruzzo.
allegato:
Hotel Excelsior
Roma
Lunedì
Carissimo Amico
Un imprevisto impedimento, mi farà ritardare 10/15 minuti. La
prego molto a scusarmi
Parodi
* * *
Genova, 6/8/29 VII
Carissimo Amico,
La ringrazio della Sua lettera ed anche da parte mia del paio
d'ore così dolci e belle passate insieme a Roma.
Sì, verrò a Silvi in Settembre.
Essendo sempre più scontento dell'avv. Zecca, ho scritto oggi
sotto i Suoi auspici al Nanni per affidargli qualche pratica.
Le sarò molto grato se vorrà disturbarsi a scrivere due righe
all'avv. Nanni, in modo che la mia lettera non gli arrivi nuova.
Gli scrivo come Soc. Moto Guzzi.
Grazie di tante Sue buone parole - Lei è proprio un cuore d'oro.
Suo aff.mo
Emanuele Parodi
* * *
Genova, 29.8.29
Carissimo Amico
Ho la Sua cara lettera da costà, dalla quale traspira ancora una
volta tutto il Suo buon cuore ed il Suo prezioso affetto per me.
Ohime! anche questa volta una delusione...
Oggi verso le 18, mentre stavo scendendo a passo rapido, come mia
abitudine, una breve strada in pendenza presso S. Siro,
incespicai in un ciottolo smosso: riuscii per un miracolo di
agilità a non stramazzare, ma lo sforzo mi costò la distrazione
del piede sinistro. Le scrivo colla gamba distesa su una
seggiola, e la caviglia gonfia sotto impacco!
Non so se riuscirò a partire domani sera per Roma ove ho una
riunione molto importante, ma non è assolutamente possibile che
io pensi a proseguire per Silvi in questo stato. Certo passeranno
molti giorni prima che io ricuperi l'uso completo della mia
gamba, né io vorrei del resto presentarmi a Lei come un
invalido.
E' proprio così! Io sono furibondo contro me stesso, ciò che
giova poco: ma è ben stupido per parte mia rinunziare al nostro
gran piacere per un incidente così banale!
Non ho bisogno di dirLe che questo ostacolo non fa che eccitare
di più il mio desiderio. Fra una quindicina di giorni dovrò
tornare a Roma ed è sperabile che non troverò altri ciottoli
sotto i miei piedi...
Accetti le mie scuse dica alla Sua Signora di non ridere di me, e
arrivederci a ben presto!
Emanuele Parodi
* * *
Genova 10.XI.29
Mio caro amico
Sono facilmente guarito dalla mia ridicola slogatura. Non sento
quasi più alcun dolore, ma resta e resterà la mia grande
umiliazione.
Sono mortificatissimo di comportarmi così scortesemente di
fronte a tanta Sua gentile insistenza e non so più come trovare
verso me stesso una decente attenuante.
Perché oggi io dovrei veramente dirLe che vengo finalmente, ma
non mi trovo in grado di prendere questa decisione.
Le assicuro che ormai non ho bisogno di spinte per sentire il
desiderio di venire da Lei e spero solo che mi sia possibile di
disporre dei 3 giorni necessari per farlo.
So che Lei resta a Silvi tutto questo mese: spero ancora di non
essere immeritevole del Suo affetto.
Auguro intanto a Lei ed alla Sua Signora lieto soggiorno e dico
loro con tutta sincerità e con ansioso desiderio: arrivederci!
Emanuele Parodi
* * *
Genova 12 Settembre 1929, VII.
Carissimo Amico,
Ho ricevuto la Sua del 6 corr. e La ringrazio dell'interessamento
che continua a prendere per ciò che mi riguarda.
Prendo nota di quanto mi dice per la Signora Pasquale, e, pur non
essendo essa sportiva, certo che coadiuvata da uno che abbia tale
particolarità, potrebbe esserci utile.
Tuttavia sono ora in corrispondenza coi Suoi Signori Fratelli, e
quindi ogni decisione deve essere per forza prorogata, perché se
fortunatamente mi intendessi con loro, la concessione ad essi
comprenderebbe anche Chieti.
Ho più che mai vivo desiderio di venirLa a trovare, ma Le
confesso che aspetto ora che la temperatura sia un po' meno
rovente, perché, giacché devo venire per divertirmi, preferisco
che questo divertimento stia anche nel clima piacevole.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 29 Settembre 1929, VII
Gentilissimo Sig. Adamoli,
Come da Sua cortese indicazione, la Soc. Moto Guzzi si è rivolta
all'Avv. Giuseppe Nanni di Chieti per alcune sue pendenze su
quella piazza.
Tale avvocato ha risposto ad una prima lettera della Moto Guzzi,
lasciando invece poi senza riscontro una successiva (del 28
agosto) ed un'altra del 17 corr. con la quale si sollecitavano
notizie.
Le sarei molto grato se Lei potesse cortesemente informarsi
presso tale avvocato dei motivi del suo silenzio e poi
comunicarmeli.
La ringrazio molto e, pregandoLa a scusare, Le presento i miei
migliori auguri.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 21.10.29
Carissimo Amico
Circa 1 mese fa Le ho scritto a Silvi, e non ebbi più Sue
notizie. Non sarei potuto venire lo stesso, purtroppo , ma mi
spiacerebbe però se la mia lettera non Le fosse pervenuta.
Mi tranquillizzi dunque con una cartolina. Immagino ora sarà
tornato a Chieti ove io desidero sempre di venire, e mai non
vengo.
Mi conservi ciò malgrado la Sua preziosa e sempre più cara
amicizia.
Suo aff.mo
Emanuele Parodi
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