Umberto Adamoli

Le lettere di Emanuele Parodi (1921-1945)
Seconda parte: 1930-1937


[Prima parte: 1921-1929] - [Terza Parte: 1938-1945]




Genova 18.1930

Carissimo Amico
La Sua condotta eroica in difesa della Patria me lo rende ancora più prezioso.
Come sono contento per Lei che vi sia stato chi abbia scritta la Sua apoteosi!
Il suo valore è stato epico: è stato in me un continuo brivido leggendo le Sue gesta leggendarie, e ora penso con tanta ammirazione a Lei anche perché solo dopo 10 anni e più io, Suo Amico, vengo a conoscenza di questo Suo eroismo!
Quale rara modestia, caro Adamoli, e che voglia di abbracciarLa!
Parodi

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Genova 23/5/30 VIII

Caro Amico,
L'anno scorso ricorsi a Lei per svegliare l'avv. Nanni che non rispondeva alle mie lettere, e Lei gentilmente se ne occupò.
Ora siamo tornati alle solite, tanto che dovetti pregare il mio Consulente ordinario avv. Tavallini di ottenere riscontro per conto mio.
La lettera che Le unisco si spiega da sé.
Ora io ricorro nuovamente alla Sua buona amicizia per pregarLa di voler chiedere al Nanni di rinunziare alla causa, rimettendo a Lei tutto l'incarto.
Vedremo poi il da farsi, e se Lei vorrà indicarmi il nome di un buon avvocato a Chieti, mi farà un vero favore: può darsi anche che decida di mandare colà il mio avv. Tavallini.
Spero che Lei stia bene, perdoni la seccatura, e accetti le mie grazie ed il mio saluto più cordiale.
Emanuele Parodi

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Genova 2 Giugno 1930, VIII.

Carissimo Amico,
Sembrerebbe che, per un caso stranissimo di ipnotismo, il Nanni avesse sentito il Suo richiamo. Fatto stà che detto avvocato in questi ultimi giorni si è fatto vivo, e sembra che voglia diventare un corrispondente possibile, se non diligente.
In vista di questo, e date le difficoltà che avrei procurato anche a Lei, preferisco soprassedere e vedere se posso sbrigarmi senza bisogno che Lei intervenga in una parte così poco simpatica come quella di obbligare un avvocato a cedere le sue pratiche a un altro.
Naturalmente mi riservo di profittare della Sua bontà qualora il nuovo indirizzo dell'Avv. Nanni non fosse che un fuoco di paglia.
Vedo con piacere che Lei stà bene: però per l'affetto che Le porto mi sembra di poterLe dire che se Fiuggi Le ha fatto bene, sarebbe meglio non lo abbandonasse, anche se non se sente urgente bisogno.
Non Le dico quante volte ho pensato a venirLa a trovare, ma ormai ho vergogna anche di parlarne: non mi so mai decidere perché non posso mai fare un programma di assenza di diversi giorni.
Le stringo con tanto affetto la mano.
Emanuele Parodi

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Genova 14 Ottobre 1930, VIII.

Carissimo Amico,
Ho sempre portato con me la Sua gentile cartolina del 26 Settembre, in attesa che mi capitasse di poterLa ringraziare, cosa che faccio adesso, profittando dell'occasione che devo rispondere alla Sua lettera del 6 corr.
Riscontro quest'ultima con ritardo, perché ho voluto, prima di farlo, assaggiare qualche mia conoscenza. Purtroppo invano. Ricordo benissimo con molta simpatia Suo nipote, e mi è rimasta sempre impressa la sua intelligenza e la sua modestia: tanto più quindi mi dispiace di non poterLe rispondere per ora con qualche speranza.
Certamente il titolo di studio che egli ha è un buon coefficente per farlo preferire di fronte ad altri, ma anche in questo caso bisogna però che ci sia chi possa utilizzarlo. Ora in questo momento non si sa assolutamente a chi rivolgersi che possa avere bisogno di personale: non banche, non compagnie di assicurazione, non aziende di navigazione (cito le tre branche più importanti, nelle quali io ho qualche ingerenza) perché tutte stanno da tempo purtroppo licenziando e non assumendo.
Avrei perfino pensato di prenderlo presso di me per un breve periodo, onde egli possa cominciare ad applicarsi praticamente ciò che ha studiato, però ho dovuto rinunziare anche a questa mia idea, perché il periodo di inazione che passa anche la mia azienda è così terribile, che si può dire stiamo tutti guardandoci l'un l'altro senza sapere come finire la giornata lavorando.
Speriamo che i tempi cambino, ciò che anzi è certo, ma tutto dipende se questo avverrà presto o tardi. Intanto io ricorderò certamente il Suo desiderio, e spero che non sempre sarò costretto a risponderLe così poco simpaticamente.
Gradisca un'affettuosa stretta di mano.
Emanuele Parodi

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Genova 22 Ottobre 1930, VIII.

Caro Amico,
Anche se Lei per ora, con la Sua lettera di avantieri, mi esonera di occuparmi di Suo nipote, tuttavia io non tralascierò di segnalarLe le occasioni che potessero eventualmente costituire per lui un primo passo.
Una di queste occasioni è precisamente quella di cui Le trascrivo le condizioni nel foglio allegato, avvertendoLa che io sono Consigliere della Cassa di Risparmio e che appartengo alla Commissione esaminatrice.
Purtroppo le condizioni sono di miseria assoluta, perché al volontario, dal quale si esigono moltissime cose, non si danno che L. 500 mensili, più poco caro viveri. Però vi è quasi certezza che dopo il primo anno egli venga avanzato, duplicando subito il suo emolumento.
Lei vedrà se crede di parlarne o no a Suo nipote, e non trascurerà la circostanza che egli dovrebbe eventualmente sacrificare qualche giorno per il viaggio, non solo, ma anche per la permanenza qui durante gli esami.
Di collocamento presso privati nulla ho per ora in vista.
Gradisca i miei cordiali saluti.
Emanuele Parodi

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Genova 7 Novembre 1930, IX.

Carissimo Amico,
Vedo la decisione presa da Suo nipote, e può darsi anche la indovini.
Però pare a me che la sua decisione non debba considerarsi definitiva, perché dovrebbe essere subordinata al numero degli aspiranti. Se questi sono pochi, Suo nipote dovrebbe entrare, ma se fossero moltissimi credo proprio sia inutile, anche perché, come mi pare di averLe accennato, due dei cinque posti disponibili andranno indubbiamente a impiegati della Cassa che hanno diritto a preferenza per la loro anzianità e per i loro titoli.
Mentre Le spedisco a parte un plico contenente il manifesto del concorso, mi riservo di dirLe prima del 20 corr. il numero approssimativo degli aspiranti. Suo nipote può fare benissimo la domanda per essere ammesso agli esami, ma potrà anche rinunziare agli stessi qualora le mie notizie dovessero convincerlo dell'inutilità di subirli.
Le assicuro che faccio questo e che farei anche molto di più con immenso piacere.
So aff.mo
Parodi

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Genova 20 Novembre 1930, IX.

Caro Amico,
Ho ricevuto da diversi giorni la Sua lettera, e certamente non posso che ammirare la decisione di Suo nipote, perché per uno che voglia farsi strada nell'attuale momento di dura vita, è un grande vantaggio di essere così ardimentoso e noncurante delle difficoltà.
Comunque, unicamente ricordando la mia promessa, La informo che per i tre posti che risulterebbero effettivamente aperti al concorso, sono state presentate nientemeno che 70 domande.
Se Suo nipote manterrà la sua decisione, certamente lo vedrò quando verrà qui per dare gli esami, e sarò molto contento di salutarlo.
Gradisca un'affettuosa stretta di mano.
Emanuele Parodi

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Genova 9 Dicembre 1930, IX.

Caro Amico,
Ho ricevuto la Sua lettera del 6 corr. da Silvi, e ho parlato un paio di volte in questi giorni col Suo simpatico nipote Dott. Gelasio.
Come ho spiegato a lui, per una circostanza stranissima e imprevista, io, dopo tanti anni, non sono stato chiamato a far parte della Commissione esaminatrice, forse per un riguardo alla mia età e alla mia anzianità, trattandosi effettivamente di un incarico piuttosto pesante e noioso.
Questa volta però ciò mi è dispiaciuto, perché evidentemente, se io avessi fatto parte della Commissione, avrei potuto meglio far risaltare presso i miei colleghi i meriti di Suo nipote.
Non essendo ormai questo possibile, mi sono limitato a parlare col Direttore, il quale è già ben disposto, sapendo per esperienza che io non mi presto per favorire alcuno, e che se intervengo vuol dire che vi sono dei meriti eccezionali.
Quando si tratterà degli esami orali, parlerò poi anche coi miei due colleghi esaminatori, e se appena appena possibile spero Suo nipote riuscirà a varcare la soglia. Si figuri però quale difficoltà, quando si pensi che, anche alla stregua dei documenti presentati, rimasero in lizza ben 74 concorrenti, dei quali oltre 40 impiegati interni!
Ricordo sempre il Suo amabile sincero invito: non Le dico più di venire, perché ormai sarebbe una farsa, ma però mantengo sempre il desiderio di farlo, e chi sa...
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi

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Genova 10 Dicembre 1930, IX.

Carissimo Amico,
Ho ricevuto da Suo nipote una gentilissima lettera, spiacente che quando venne a salutarmi, il mio ufficio fosse chiuso.
Certamente egli ha fatto benissimo a tornarsene a casa, visto come tanto lungo sia il tempo da attendere prima di poter dare gli esami orali.
La verifica delle prove scritte comincierà posdomani, e io spero di potere abbastanza presto conoscere i punti che verranno dati al nostro protetto, ciò che varrà indubbiamente a dare un'idea delle mie possibilità per gli orali.
Nella mia precedente lettera dimenticai dirLe che egli mi aveva anche parlato di un posto qualsiasi presso qualunque altra Casa, ma che io dovetti rispondergli di non sapere per ora ove dare la testa, perché dappertutto vi è esuberanza di personale e nessuno vi è che ne ricerchi... Certamente sarebbe per me una grande soddisfazione di potergli procurare una qualche occupazione che lo mettesse in grado di cominciare ad applicare praticamente i suoi studi, però per ora non vedo assolutamente come: certo è che non dimenticherò neanche questo suo desiderio.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi

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Genova 30 Dicembre 1930, IX.

Carissimo Amico,
Ho ricevuto a suo tempo la Sua del 18 corr. Essa è improntata ai soliti sensi di affetto che Lei nutre per me, e che sono così profondamente contraccambiati. La ringrazio vivamente.
Ho letto con spavento sul principio, ma poi con relativa tranquillità, i danni sofferti da codeste ridente spiaggia, mentre ho visto con piacere che nessun danno alle persone si è verificato, voglio anche sperare che nessuna perdita materiale Lei abbia sofferto dalla furia del tempo.
Voglia informare Suo nipote che la verifica dei temi non ha fatto nessun passo avanti, e che soltanto verso il 4/5 del prossimo essa verrà ripresa.
Gli auguri che Le mando per un prossimo felice anno sono profondamente sinceri e come se fossero fatti per me stesso.
Suo aff.mo
Emanuele Parodi

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Genova 5 Gennaio 1931, IX.

Carissimo Amico,
Ho ricevuto la Sua del 1. corr. e sono molto contento nel sentire che nessun danno, neanche materiale, Lei ha sofferto dalla tempesta scatenatasi su codesta ridente spiaggia. E' anche confortante il sentire come le cattive notizie pubblicate fossero esagerate.
La ringrazio delle Sue come sempre buone parole, che scendono al cuore e che rivelano sempre di più la nobiltà del suo animo. A mia volta Le scrivo oggi più che altro perché la mia lettera Le arrivi prima della Sua cerimonia militare.
Perché, per quanto poco io conti, ora che ho potuto anche apprezzare il Suo passato altrettanto valoroso quanto modesto, vorrei che Lei avesse forzatamente spesso occasione di poterlo esporre, almeno quale esempio ed incitamento. Certo nessuna epoca della Sua vita è per Lei tanto gloriosa quanto quella che il giorno 8, così spero almeno, dovrà rievocare.
Suo aff.mo
Emanuele Parodi

Su Suo nipote avrò qualche notizia fra 4/5 giorni.

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Genova 20 Gennaio 1931, IX.

Carissimo Amico,
La prego informare Suo nipote che finalmente il giorno 23 corr. si riunirà la Commissione degli esaminatori, per aprire le buste, che finora sono state considerate soltanto sotto il motto che portano come contrassegno. Per conseguenza quindi nessun apprezzamento e nessuna influenza può essere stata finora esercitata da chichessia.
Appena le buste saranno state aperte, potrò sapere qualche cosa di più, che mi affretterò a comunicarLe.
Lei ha fatto molto bene a mandarmi il giornale, dal quale vedo con gioia ricordato e citato il mio amico Adamoli anche sotto un'altra veste, e cioé quella più gloriosa e più invidiata del valoroso soldato. Vorrei che simili rievocazioni avessero luogo più spesso, onde i meriti di chi ci ha salvati potessero venire sempre apprezzati come meritano.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Parodi

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Genova 13 Febbraio 1931, IX.

Carissimo Amico,
Mi avevano detto che il giorno in cui si sarebbe potuto finalmente sapere qualche cosa sul risultato dei noti esami sarebbe stato il 10 corr. Fortunatamente mi sono astenuto dal comunicarlo a Lei, perché avrei ancora una volta fatto una cattiva figura.
Infatti a tutt'oggi ancora non sono stati esaminati tutti i temi, e questo perché, trattandosi di Commissione piuttosto numerosa, e in vista dell'influenza che, sia pure in forma leggera, è molto diffusa, la Commissione diverse volte non si è trovata in numero.
Non sono in grado di dirLe oggi quando potrò finalmente darLe ragguagli precisi: non si impressioni dunque del mio silenzio, sappia che io non dimentico la pratica e che appena appena sarà possibile Lei sarà informato.
Gradisca i miei cordiali saluti.
Emanuele Parodi

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Genova 16 Febbraio 1931, IX.

Carissimo Amico,
Non sono ancora in grado di darLe ragguagli sulla notizia che La interessa. Frattanto invece devo darLe un disturbo per un'informazione che assai mi preme.
La mia Società Moto Guzzi è creditrice di certo Ettore Bonetti di VILLAMAGNA (Chieti), che mi si dice sia anche segretario comunale, di oltre L. 12.000, che me ne sono già costate più di 6 di causa.
Ignoro il contegno che il Bonetti assumerà di fronte alla intimazione fattagli dall'Avv. Nanni, mio legale, di pagare, in base a relativa sentenza del Tribunale, ma intanto desidero essere preparato alla via da seguire.
E perciò mi occorre dalla Sua amicizia di sapere in quale condizioni egli realmente si trovi, se è vero che abbia un podere, ma gravato di ipoteche, e in sostanza se a me torna conto di fare altre spese per incassare tale somma, o se conviene invece calcolare tutto perduto.
La ringrazio molto e spero di non causarLe troppa briga con questa mia indiscreta domanda.
Suo aff.mo
Emanuele Parodi

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Genova 22.2.31

Carissimo Amico
Grazie della Sua lettera. Attenderò il risultato delle Sue indagini. Sì, il Suo simpatico nipote è stato ammesso agli orali con altri soli 20 su 85...
Gli orali credo comincieranno Martedì ma egli è stato chiamato prima per fargli intanto passare la visita medica.
Mi tengo ora a stretto contatto coi dirigenti. Pare intanto che i nominandi saranno più di 5.
Con tanto piacere vedrò Suo nipote e Le riferirò poi ulteriormente.
Suo aff.mo
Parodi

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Genova 7 Marzo 1931, IX.

Caro Amico,
Spero Lei possa essere presto in grado di darmi le informazioni chiesteLe sul Bonetti di Villamagna, di cui avrei piuttosto urgenza.
Con l'occasione La prego dire a Suo nipote che il risultato si prolunga ancora, perché finora devono essere ancora esaminati 7 dei candidati. Si parlerà quindi di esito definitivo verso la fine della prossima settimana, e che tutto vada bene.
Gradisca i miei affettuosi saluti.
Parodi

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Genova 13 Marzo 1931, IX.

Carissimo Amico,
Prima di tutto La ringrazio profondamente per l'invio del giornale "IL MITRAGLIERE" e La ringrazio perché Lei mi procura naturalmente un vivissimo piacere ogni qualvolta mi dà occasione di riprovare per Lei la mia intima ammirazione.
La ringrazio poi anche della Sua lettera, la quale mi porta le desiderate informazioni, ed esse sono precisamente quali io desideravo, perché sono minuziose e complete.
Non so ancora la via che prenderò nei riguardi di quel mio debitore: in ogni caso però non intendo disturbare Lei ulteriormente, tanto più che questo disturbo a nulla servirebbe, e mi riservo quindi di intendermi eventualmente direttamente col Sig. Cellini.
Nulla ancora di deciso per i noti esami (Gelasio vinse il concorso alla Cassa di Risparmio di Genova, nda).
Gradisca un'affettuosa stretta di mano.
Parodi

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[1931?]

Emanuele e Maria Parodi sono lieti di partecipare il fidanzamento della loro figlia Elena con Luigi Glarey, capitano degli Alpini.

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Genova 27.XI.31. X

Infatti, un po' di torto me lo riconosco di non avrLe mandato a tempo l'avviso delle nozze di mia figlia, a Lei, mio buono, caro amico.
Però è stata una misura che ho presa con tutti quelli che risiedevano fuori Genova, e questo per risparmiare eccessivo disturbo a chichessia.
La ringrazio ora della Sua buona lettera che gli sposi leggeranno con orgoglio sapendo da chi viene.
Suo aff.mo
Parodi

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Genova 5.2.32

Carissimo Amico,
Purtroppo di tanto in tanto la sventura batte sulla nostra porta per ricordarci che questa è la vita...
Immagino il Suo dolore e quanto il Suo buon cuore debba soffrire. E per questo Le scrivo perché l'affetto si sente anche più vivo quando l'amico soffre.
Parodi

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Genova 9 Aprile 1932, X.

Carissimo Amico,
E' da tempo che non Le scrivo, ma non ho mancato di pensare spesso a Lei, come sempre.
Desidererei sapere se, in seguito alla morte di uno dei due fratelli, la Ditta Fratelli Adamoli, da Lei a suo tempo raccomandatami, è sempre solida come prima, e se i suoi affari continuano a marciare regolarmente.
Mi rivolgo a Lei per questa notizia, perché di tanto in tanto ricevo domande di informazioni da qualche banca alla quale, come Lei sa, per il passato io ho raccomandato tale Ditta.
Spero Lei stia bene, e ringraziandoLa anticipatamente, Le mando una cordiale stretta di mano.
Parodi

La prego prendere nota che il mio ufficio si è trasferito in Via Assarotti n. 7

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Genova, 16 Aprile 1932, X.

Carissimo Amico,
La ringrazio delle diffuse spiegazioni e informazioni che mi dà con la sua dell'11 corr. sulla nota Ditta.
Da quanto ho potuto capire, le banche hanno seguito anche le ultime fasi e devono essere informate del probabile cambiamento. Ne riparleremo se mai a suo tempo.
Io mi sono completamente rimesso, e del resto la mia fu una lieve e breve indisposizione.
Purtroppo il mio lavoro, anche volendolo, non potrei continuarlo per il fatto che i miei affari hanno subito una parabola discendente da diverso tempo, mentre i miei figli ora mi possono vittoriosamente supplire sotto ogni aspetto, e quindi il mio riposo per doppi motivi si impone, ciò del resto non mi dispiace. E verrà il giorno, spero, in cui potrò anche dimostrarLe la mia riconoscenza per i suoi ripetuti inviti, accettandoli.
La ringrazio di quanto mi dice per la Guzzi, ed è una vera fortuna che essa vada bene perché è per il momento l'unico affare a cui io possa pensare senza preoccupazioni.
Suo aff.mo
Parodi

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Genova 3.8.32. X

Caro Amico
La ringrazio del "Il Solco". E' per me una gioia quando posso vedere messo in evidenza i meriti e le doti del mio fedele grande amico Adamoli.
E mi fa anche immenso piacere vedermi ricordato da lui sotto qualsiasi forma.
Chissà che una volta mi decida a profittare del Suo ripetutissimo invito!
Suo aff.mo
Parodi

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Genova 18.XI.32.XI

Caro Amico, Le sono grato di segnalarmi tutto ciò che La riguarda. Quando si è legati da amicizia come la nostra si gioisce e si soffre insieme.
Il grande cuore che Lei a suo tempo ha dimostrato a me continua a manifestarsi in ogni occasione rendendoLa sempre più ammirato ed amato, malgrado la Sua altrettanto grande modestia.
E sarà sempre così...
Suo
Parodi

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Genova 8 Marzo 1934, XII.

Carissimo Amico,
Spero Lei avrà ricevuto i miei saluti da Sestrières.
Le scrivo ora per pregarLa di un favore che può darsi Lei mi possa fare.
Per quanto il mio viaggiatore abbia cercato, non è riuscito a trovare a Chieti un concessionario per le mie motociclette Guzzi. Io tengo molto ad essere bene rappresentato, poiché codeste Provincie sono ancora poco battute per simili mezzi di locomozione, ed è indubbio che, trovando la persona adatta, l'avvenire per il collocamento di macchine si presenta lusinghiero molto.
Ho scritto a Foggia al mio viaggiatore Sig. Remo Ricci di presentarsi a Lei al Suo passaggio costà, e Lei certo mi scuserà l'ardire che mi sono preso. Ma qualora ciò non fosse, perché è probabile che la mia lettera a Ricci sia arrivata troppo tardi ed egli fosse già sulla via del ritorno, in questo caso veda Lei se non può darmi intanto qualche indicazione per lettera. La pratica non ha urgenza.
Voglia accettare i miei sinceri ringraziamenti, con l'espressione del mio vivo desiderio di rivederLa finalmente, ciò che spero si verifichi in questo anno.
Parodi

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Genova 11/4/34, XII

Caro Amico,
Grazie mille della cortese Sua 11 corr. e della allegata interessante e precisa lettera del Suo amico.
La idea che mi sono fatta scorrendo le suddette due lettere, è che noi si possa e si debba fare un primo tentativo coi De Romanis.
Naturalmente la condizione preliminare sarebbe che loro dovrebbero lasciare le altre case. Condizione questa dura: ma inderogabile.
Potrei scriver loro io stesso, ma mi sembrerebbe assai più opportuno e più consigliabile, se il Suo amico vuol esser così gentile, che ne accennasse loro lui stesso.
Vuole Lei farmi ancora questo piacere? La ringrazio tanto, spero sempre rivederLa, e molto cordialmente Le stringo la mano.
Parodi

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Genova 24/4/34, XII

Caro Amico,
Ringrazio infinitamente Lei ed il Suo amico signor Cellini delle precise ed esaurienti informazioni.
Mi favorisca ancora, La prego, l'indirizzo del Vittorio De Romanis, cu scriverò direttamente per tentar di raggiungere un accordo.
Grazie ancora, ben di cuore. Spero rivederci, e molto cordialmente Le stringo la mano.
Parodi

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Genova 1/5/34, XII

Caro Amico,
Ho ricevuto la Sua d'ieri, e Le sono grato dell'indicazione che mi ha mandato.
Comunico tale indirizzo alla mia Amministrazione, e spero che sarà raggiungo un accordo.
Grazie ancora e gradisca una cordiale stretta di mano, sperando sempre di presto rivederci. Quest'anno non fosse!...
Parodi

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Genova 17 Maggio 1934, XII

Carissimo Amico,
Credo mio dovere comunicarLe che abbiamo deciso di preferire il D'Angelo quale concessionario a Chieti della Moto Guzzi. Mi è un poco dispiaciuto di non poter favorire invece il De Romanis, ma, tutto considerato, si è rilevato che il D'Angelo presentava effettivamente maggiori probabilità di riuscita, non solo, ma anche maggiori garanzie.
Speriamo che questo nuovo esperimento possa essere il buono e il definitivo, e se questo sarà io lo devo a Lei, come a Lei devo intanto i miei ringraziamenti per tutto quanto finora ha fatto.
Gradisca i miei affettuosi saluti.
Parodi

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Genova, 8 Giugno 1934, XII.

Carissimo Amico,
Non ho risposto prima alla gentile Sua del 2 corr. perché ho voluto prima comunicare con Mandello. Sento che da colà l'amministratore delegato, mio nipote, Le ha scritto ringraziandoLa e chiarendo la posizione d'Angelo-De Romanis, ed è quindi questo argomento esaurito. A me personalmente dispiace poi proprio che il De Romanis non abbia a suo tempo offerto una garanzia anche piccola, poiché in tal caso egli sarebbe certamente stato preferito.
Mi sono poi messo in comunicazione diretta col Sig. Cellini per quanto riguarda la faccenda Bonetti, e anzi Le accludo copia della nostra lettera a lui.
Se entro il mese mi capita, com'è probabile, di dovermi recare a Roma, è proprio la volta che vengo a farLe una visita.
Gradisca i miei affettuosi saluti.
Parodi

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Genova 14.6.XII

Amico Carissimo, grazie della Sua ultima. Che bontà e quale spontaneità!
Spero proprio di venire, non fosse che per poche ore.
Naturalmente devo far capo a Pescara?
Ivi si trova un mezzo per il breve tragitto fino a costà? Con ferrovia vedo che non si può per mancanza di coincidenza.
Così Le do anche questo disturbo di favorirmi queste informazioni.
Grazie. Con affettuosa amicizia.
Parodi

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Genova 20.6.XII

Carissimo Amico, mai avrò fatto un viaggio con tanto entusiasmo.
La ringrazio della sua pronta gentile risposta.
Conto arrivare a Silvi Martedì 27 alle 12.45 e ripartire il giorno dopo.
Spero non causarLe molto disturbo, ma non ne avrò rimorso perché la colpa, se mai, è della Sua rara bontà.
Grazie e arrivederci, di cuore.
Parodi

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Genova 4/7/XII

Carissimo Amico
Solo oggi, per altre mie assenze, trovo il tempo di scriverLe.
Ho ancora, e avrò per molto tempo nell'anima la visione della pace, della serenità, della affettuosità della Sua tranquilla linda casa ospitale, e delle dolcissime ore che vi ho passate con Lei e colle due così care buone gentili Signore.
La ringrazio ancora dal profondo del cuore e La prego ricordarmi alle Signore alle quali ho subito spedito il libro che spero piacerà.
Vorrei anche essere ricordato alla buona superiora alla quale faccio ancora i miei più vivi rallegramenti per i suoi bambini meravigliosamente educati e curati.
Suo aff.mo Parodi

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Genova 12.3.35.XIII

Caro Amico, La ringrazio dell'invio del "Popolo di Roma". Quando leggo qualche cosa che mi ricorda la benefica instancabile attività del mio simpatico Adamoli ne sono giubilante.
Se oggi io avessi il danaro che aveva quando la giustizia mi giocò quel tale scherzo Le assicuro, caro amico, che il Suo asilo e le Sue Suore sarebbero contente di me. Purtroppo non è ora più così, ma spero vivere tanto da rifarmi, e allora mi prenderò la rivincita...
Mi ricordi alle gentili buone Signore.
Suo aff.mo
Parodi

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Genova 12 Aprile 1935, XIII.

Carissimo Amico,
Con ritardo rispondo alla Sua del 2 perché sono stato molto in giro, e vi sarà anche in seguito.
I trasporti dello Stato verso l'Africa Orientale ci fanno traversare un momento piuttosto laborioso, dal quale spero uscirò con soddisfazione sotto ogni aspetto.
Di tanto in tanto a un modo o all'altro mi parli dei Suoi 150 bambini, onde darmi occasione di ricordarli anche praticamente, perché il loro ricordo dal lato sentimentale non mi abbandonerà certo mai più.
Le sono grato del Suo pensiero per la rappresentanza Moto Guzzi a Chieti. Il D'Angelo ha venduto in nove mesi sette macchine, e quindi il risultato non è certo splendido: però è sempre un notevole vantaggio di fronte al passato, e quindi spero che a poco per volta egli riesca a diffondere la nostra macchina, non solo, ma anche questo mezzo di locomozione, per il quale colà si è ancora piuttosto refrattari. Egl è anche puntuale nei pagamenti.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Parodi

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Genova 8 Maggio 1935, XIII.

Carissimo Amico,
La prego a scusarmi se non ho risposto subito ai Suoi entusiastici rallegramenti per il trionfo della nostra Guzzi. Infatti siamo rimasti molto soddisfatti ed è questo un giusto compenso a quanto stiamo tutti facendo, giovani e vecchi. Sono molto sensibile a questa Sua partecipazione.
Sulla mia prossima visita devo purtroppo darLe notizie poco favorevoli. Attraverso un periodo di forte lavoro, motivato in parte anche dalle necessità dei trasporti per l'Africa Orientale, e mi riuscirà, almeno nei prossimi mesi, certamente difficile di assentarmi per diversi giorni. Il desiderio però c'è, e prima o dopo indubbiamente mi prenderò il grande piacere di soddisfarlo, facendo assegnamento sulla Sua grande e affettuosa ospitalità.
Mi ricordi alle Signore e gradisca una cordiale stretta di mano.
Parodi

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Genova 8 Ottobre 1935, XIII.

Carissimo Amico,
Mi fa molto piacere il Suo vibrante scritto. Sì, è proprio vero che il posto di un uomo come Lei non potrebbe essere attualmente che in Africa. Io Le auguro che le Sue insistenze vengano accolte, e che Lei possa avere la grande soddisfazione di ritornare a servire l'Italia, a rischio della vita, come fanno i veri forti.
Anche mio figlio Giorgio ha chiesto di andare, e si stà allenando con apparecchi per partire in breve per la sua radiosa destinazione.
Infatti le mie navi, dopo tanti anni di inattività e di rendimento nullo, hanno avuto un buono slancio, e ora sono tutte bene impiegate, per cui spero fra non molto di poterne avere risultati finanziari soddisfacenti.
La ringrazio del Suo augurio e del pensiero che ha per le mie aziende.
Sono lietissimo della Sua promozione a Maggiore: essa mi fa piacere come e più che se si trattasse di mio parente.
Gradisca un'affettuosissima stretta di mano.
Parodi

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Genova, 21/1/1936-14.

Carissimo amico,
Mi dispiace dover dettare questa risposta che avrei preferito scrivere di mia mano. Ma d'altra parte se non faccio così ritardo troppo a risponderLe ciò che mi dispiacerebbe ancora di più.
Suo fratello ha fatto malissimo a mandarLe la mia lettera mentre eravamo ben d'accordo con lui che Lei doveva rimanere estraneo ed ignaro dei nostri rapporti d'interesse. Le chiedo scusa e Le esprimo il mio profondo dispiacere del immeritato dolore che Le è stato causato.
La lettera minacciosa che ho scritto a Suo fratello, ho dovuta mandarLa perché malgrado le sue promesse, non solo non aveva cominciato a mandare neanche un piccolo acconto, ma credo questo acconto abbia promesso nella convinzione di non poterlo mantenere. Si trattava quindi di scuoterlo un po' più forte o di provocare in lui una confessione più completa e più sincera sul suo vero stato.
Mia intenzione non è mai stata, né sarà quella di causare del danno al fratello di un mio grande amico, Lei. E quindi doppiamente male ha fatto lui di immischiare Lei in questa faccenda.
Vedo quanto egli scrive a Lei riguardo alla crisi sua e al suo eventuale superamento: dati i precedenti non ci credo.
Ma d'altra parte La avverto che io mi rifiuto di corrispondere con Lei su questo argomento, e di accettare da Lei un centesimo in pagamento del debito di Suo fratello. Mentre Le dichiaro però che aspetterò tutto il tempo desiderato anche anni ed anni finché Suo fratello sia in grado di fare onore al suo impegno.
La nostra amicizia come Lei ben capisce resta immutata, anzi oso dire fortificata da questo fatto, e Lei non deve darmi il rimorso di fare il benché minimo sacrificio per questa pendenza finanziaria con Suo fratello pendenza che non ha importanza di fronte alla grandissima nostra amicizia. Sono profondamente commosso e mortificato nel sentire che è Lei che ha spontaneamente rinunziato alla carica di Podestà di Silvi. Ma perché mai? Forse che se Suo fratello è stato disgraziato negli affari lei ne ha colpa, e la Sua dirittura ne è rimasta menomamente intaccata? Guai a chi vuol assumersi la responsabilità degli errori dei propri parenti. Per questo io vorrei che Lei potesse ritornare sulla Sua decisione.
Conclusione: dica a Suo fratello che continui a corrispondere con me e che non abbia alcun timore che io debba commettere dei passi che lo possono irrimediabilmente danneggiare.
Gradisca una cordialissima stretta di mano.

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Genova 25 Gennaio 1936, XIV.

Carissimo Amico,
Sì, ho ricevuto la bellissima fotografia degli orfani, con la Sua lusinghiera dedica. Le sono gratissimo, e posso assicurarLa che essa sarà un dolce e caro ricordo per me.
Ho anche avuto le Sue due ultime lettere, e La ringrazio dei molti schiarimenti. Però, Le ripeto, la nostra corrispondenza sull'argomento di Suo Fratello è da me considerata chiusa, e, pur trovando preziosissime le Sue informazioni, La prego per l'avvenire di disinteressarsene. Suo Fratello potrà scrivermi direttamente, mettermi a giorno di quanto interessa la sua posizione verso di me, né io muoverò dito o penna per danneggiarlo sotto qualsiasi aspetto. Solo sarà bene che egli non sia tanto parco di notizie, per darmi quell'unica prova che per ora è in sua facoltà, che pensa al suo debito verso di me.
A me dispiace molto che Lei abbia dovuto rinunziare alla carica di podestà di Silvi, e certamente Lei sarà difficilmente sostituibile. Io spero ancora che Lei possa tornare sulla Sua decisione, non ancora accettata, e che, se non parte per l'Africa, possa di nuovo dare alla Sua città tutto l'appoggio e l'interessamento che già le ha portato tanto vantaggio.
Quanto all'asilo non si scoraggi. La provvidenza di Dio è grande, e mai ho sentito che simili istituzioni abbiano dovuto troncarsi. Altri benefattori vi saranno, anche se non così sagaci e diligenti, senza contare che le suore non si lascieranno certamente sopraffare dal momentaneo scoramento per il Suo ritiro.
Gradisca un'affettuosa stretta di mano.
Parodi

Contracambi il mio saluto alle Signore ringraziandole del gentile ricordo

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Genova 19 Maggio 1936, XIV.

Carissimo Amico,
Ho ricevuto a suo tempo la Sua cartolina del 12 corr. da Teramo, e La ringrazio di quanto mi aveva scritto per mio figlio. Egli era già allora da molti mesi in A.O. In seguito ha preso parte a qualche azione di guerra, compresa la famosa incursione su Addis Abeba, nella quale è stato ferito il Cap. Falconi, e ora a guerra finita non aspetta che di tornare fra noi, con lo stesso entusiasmo con cui noi lo aspettiamo e lo riceveremo.
Io devo ora, anche se con mio dispiacere, informarLa di una pratica che molto mi interessa, e chiederLe se eventualmente lei potrebbe essermi utile.
La Moto Guzzi ha da molti anni in corso una causa contro certo Bonetti, che aveva garantito un nostro concessionario poi fallito. Alle nostre richieste di pagamento, il Bonetti ha sempre fatto orecchio da mercante, per cui siamo stati costretti a intentargli causa. Abbiamo vinto in Tribunale, in Appello e in Cassazione (non avendo mai il Bonetti voluto sottostare alle sentenze pronunziate contro di lui) e ora siamo arrivati alla vendita all'asta di terreni e di una casa di proprietà del Bonetti.
Siccome però tali beni sono stati stimati a un prezzo molto basso (complessivamente L. 17.999) e, prima della nostra, vi sono altre ipoteche per ben L. 18.000, se non non riusciamo a fare salire molto i prezzi durante l'asta rischiamo di non ricavare nulla d questa interminabile pendenza.
Per questo a me interessa molto che all'asta intervenga qualcuno per mio conto, che porti i prezzi più in alto possibile e che eventualmente, se non vi sono altri acquirenti, resti aggiudicatario dei beni, piuttosto che lasciarli andare a prezzi irrisori. Il nostro credito verso il Bonetti è di oltre L. 20.000.
Le unisco il bando di vendita, pregandoLa di ritornarmelo, e La prego dirmi se, in caso di bisogno, Lei potrebbe prendersi il grave disturbo di recarsi il 28 corr. a Chieti per intervenire all'asta ed offrire per mio conto quella cifra che in seguito si fisserebbe; oppure se ha colà qualche amico della cui onestà sia sicuro e a cui si potesse ricorrere per lo stesso scopo.
Io non ho a Chieti alcuna conoscenza, ho però il mio avvocato, Cirillo De Lollis, che si è incaricato di questa pratica, il quale ha dato prova, a dire il vero, di essere una persona molto scrupolosa, coscienziosa ed onesta, per cui in caso disperato potrei anche ricorrere a lui stesso. Ho però la sensazione che sul posto farebbe una grande impressione se capitasse invece una persona sconosciuta quale concorrente.
Se la nostra mossa risultasse abile, ci verrebbe poco a ricavare per gli stabili 10/15.000 Lire di più del prezzo di stima.
La prego di scusarmi se mi sono preso questa libertà, e non abbia alcun riguardo a rispondermi anche di no, perché se così sarà sono più convinto fin d'ora che non Le sarà possibile di decidere diversamente.
Gradisca un'affettuosa stretta di mano.
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Genova 26 Maggio 1936, XIV.

Carissimo Amico,
Ho ricevuto la Sua del 21 corr. e penso che Le avrà fatto abbastanza dispiacere di non potermi personalmente coadiuvare nella faccenda dell'asta di Chieti, perché io possa ancora aumentarlo fermandomi ulteriormente su tale argomento.
Le esprimo intanto il mio vivo piacere nel vedere la missione che Le è stata fissata, e che risponde così bene al Suo vivo sentimento patriottico e militare: sono sicuro che posdomani a Napoli Lei avrà quelle grandi e nobili soddisfazioni che formano il solo scopo della Sua vita di valoroso ex e forse futuro combattente.
La ringrazio della premura che si è data di scrivere per assumere informazioni, e anche se esse mi giungeranno naturalmente dopo l'asta, esse potranno essermi molto utili per regolarmi nella fase successiva all'asta stessa, alla quale ho intanto disposto di fare intervenire altro mio delegato per parare eventuali brutte sorprese.
Devo rettificare però una Sua troppo modesta frase, perché non è Lei che avrebbe dovuto ringraziarmi della fiducia in Lei risposta, bensì sono io che devo ringraziare Lei della libertà che mi sono preso di darLe un fastidio.
Mio figlio Giorgio, con sua grande giubilo, ha ottenuto di poter tornare a casa in via eccezionale, e arriverà verso i primi di giugno: Lei può immaginare con quale nostra gioia.
Gradisca i miei affettuosi saluti.
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Genova 30 Maggio 1936, XIV.

Carissimo Amico,
Le scrivò costà, desiderando che trovi la mia lettera al Suo ritorno dal Suo sfolgorante viaggio a Napoli.
La ringrazio intanto della Sua cartolina da colà, lieto di vedermi ricordato malgrado che l'entusiasmo dell'adunata La dovesse portare a ben altri pensieri.
Le sono obbligatissimo di quanto mi ha scritto con la Sua del 26 corr. riguardo alla faccenda di Chieti. Trattengo la lettera Cellini, che mi è stata molto utile, e intanto ho potuto prendere le mie direttive.
La casa è stata aggiudicata ad altro acquirente a un prezzo di circa L. 15.000, mentre l'asta per i terreni è andata deserta. Ora, anche in attesa delle ulteriori notizie che Lei gentilmente mi promette, io ho già deciso di aumentare il sesto per la casa, e di chiedere viceversa il ribasso per i terreni, ai quali poi, dato il basso prezzo a cui rinverranno, adirò come Società Guzzi anche a rischio di dovermerli poi addossare.
Tanto il per il valore della casa quanto per quello dei terreni, mi saranno dunque utilissime le informazioni che Lei potrà darmi, e che mi arriveranno sempre a tempo.
In tal modo Lei avrà potuto essermi utilissimo, senza che io abbia il rimorso di averLa dovuta disturbare a recarsi sul posto.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
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Genova, 1 Giugno 1936, XIV.

Carissimo Amico,
Le confermo la mia del 30 u.s.
Notizie avute da Chieti mi informano che l'aumento del sesto sulla casa non è consigliabile, perché il prezzo raggiunto nella prima asta equivale al suo valore reale. Faranno invece il possibile per tentare che qualcuno degli altri concorrenti faccia lui tale aumento.
La informo di questo perché so che La interessa per la Sua amicizia per me, però Le scrivo anche per dirLe che il mio avvocato mi informa come l'appoggio del Cellini gli sia di grande utilità. E questo Le dico con sommo piacere, perché questo vantaggio lo devo a Lei.
Gradisca una stretta di mano.
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Genova, 3 Giugno 1936, XIV.

Carissimo Amico,
Le Sue due del 31 u.s. e 1 corr. si sono incrociate con la mia del 1.
La ringrazio ancora una volta delle Sue comunicazioni, e vedo con quanto impegno e premura Lei si è subito occupato del mio interesse. Che cuore e che animo!
Credo Lei mi permetta che io trattenga presso di me gli scritti che mi ha mandato, perché mi sono molto utili da compulsare finché la pratica non sarà esaurita.
Dal momento che il Sig. Cellini è ora in stretto contatto col mio avvocato, io credo che se le comunicazioni che egli Le fa non hanno carattere strettamente confidenziale, Lei potrebbe fare a meno di disturbarsi a mandarmele.
Frattanto, come già Le ho scritto, Le ripeto che non vedo ormai più la necessità che Lei debba disturbarsi personalmente, e sarà quindi questo per me un rimorso di meno.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Parodi

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Genova 23 Luglio 1936, XIV.

Carissimo Amico,
E' un grande piacere che mi ha fatto la Sua lettera del 14 corr. e se appena avessi avuto tempo Le avrei risposto subito coll'animo ancora vibrante delle Sue espressioni.
Non mi pare che Lei sia giusto verso sé stesso nel pensare di avere una vita inoperosa. Nella Sua posizione potrebbe davvero trascorrere la vita dell'ozioso, inutile a sé ed agli altri, ma essa è tutto il contrario di quella che Lei sta facendo...
Sì, anch'io trovo che i tempi che trascorriamo sono straordinariamente gloriosi, e anche se collegati ad emozioni che talvolta fanno fremere e tremare, tuttavia arrivo a dire che siamo degli esseri invidiabili per aver trascorso questi anni di vera vita e di grandi eventi.
La ringrazio fin d'ora della Sua generosa offerta di approfittare della Sua casa per il quartier generale della Guzzi nello "Scudo d'Abbruzzo". Naturalmente non è possibile oggi dire ciò che faremo, avendo molta importanza l'andamento dell'industria e la possibilità di distrarre uomini e tempo per preparare le corse, e di averne anche la voglia. E' già però un grande incentivo quello di sapere che avremo costà un amico come Lei, sul quale possiamo per tutto contare.
Mio figlio è tornato, ed ha ripreso lo stesso giorno del suo ritorno il suo posto nell'altra lotta, quella degli affari, e io sono solo spiacente che non abbia voluto prendersi un po' di riposo.
Siamo d'accordo che Lei mi avverte quando debba muoversi, mentre per parte mia spero di non dover viaggiare fino a settembre.
La prego di ricordarmi tanto alle gentili e buone Signore, e Lei accetti un'affettuosissima stretta di mano.
Parodi

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Genova, 16 Novembre 1936, XV.

Carissimo Amico,
Ho ricevuto il Suo fervido scritto del 9 corr. e La ringrazio, anche a nome di mio figlio Giorgio, delle Sue splendide parole.
Come padre mi trovo in una posizione piuttosto delicata, perché da una parte sono naturalmente fiero delle grandi soddisfazioni che egli acquista per sé e per la famiglia, ma dall'altra penso che il mio merito in tutto questo è ben limitato, e non vorrei finire coll'adornarmi delle penne di pavone.
Comunque anche questo ha servito a Lei di motivo per provarmi ancora una volta il Suo attaccamento e la Sua preziosa amicizia.
Sono molto contento di quello che Lei attualmente stà facendo, anche per la grande soddisfazione che a Lei procura: nulla come questi ricordi può farLe rivivere quelli dei tempi passati in trincea a difesa della Patria.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Parodi

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1/IX/XV

Caro Amico, come le Sue belle chiare doti rifulgono nei Suoi lusinghieri apprezzamenti! Grande fortuna avere un grande amico, leale, buono, generoso come Lei. Bisognerebbe lo sapesse Mel....[illegibile] Non ho certo meriti in quanto fa mio figlio, ma è una grande gioia per me che i miei vecchi amici lo ammirino, e lo esaltino. Un figlio simile vale tutti mi milioni del mondo...
aff. Parodi


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