Genova 18.1930
Carissimo Amico
La Sua condotta eroica in difesa della Patria me lo rende ancora
più prezioso.
Come sono contento per Lei che vi sia stato chi abbia scritta la
Sua apoteosi!
Il suo valore è stato epico: è stato in me un continuo brivido
leggendo le Sue gesta leggendarie, e ora penso con tanta
ammirazione a Lei anche perché solo dopo 10 anni e più io, Suo
Amico, vengo a conoscenza di questo Suo eroismo!
Quale rara modestia, caro Adamoli, e che voglia di abbracciarLa!
Parodi
* * *
Genova 23/5/30 VIII
Caro Amico,
L'anno scorso ricorsi a Lei per svegliare l'avv. Nanni che non
rispondeva alle mie lettere, e Lei gentilmente se ne occupò.
Ora siamo tornati alle solite, tanto che dovetti pregare il mio
Consulente ordinario avv. Tavallini di ottenere riscontro per
conto mio.
La lettera che Le unisco si spiega da sé.
Ora io ricorro nuovamente alla Sua buona amicizia per pregarLa di
voler chiedere al Nanni di rinunziare alla causa, rimettendo a
Lei tutto l'incarto.
Vedremo poi il da farsi, e se Lei vorrà indicarmi il nome di un
buon avvocato a Chieti, mi farà un vero favore: può darsi anche
che decida di mandare colà il mio avv. Tavallini.
Spero che Lei stia bene, perdoni la seccatura, e accetti le mie
grazie ed il mio saluto più cordiale.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 2 Giugno 1930, VIII.
Carissimo Amico,
Sembrerebbe che, per un caso stranissimo di ipnotismo, il Nanni
avesse sentito il Suo richiamo. Fatto stà che detto avvocato in
questi ultimi giorni si è fatto vivo, e sembra che voglia
diventare un corrispondente possibile, se non diligente.
In vista di questo, e date le difficoltà che avrei procurato
anche a Lei, preferisco soprassedere e vedere se posso sbrigarmi
senza bisogno che Lei intervenga in una parte così poco
simpatica come quella di obbligare un avvocato a cedere le sue
pratiche a un altro.
Naturalmente mi riservo di profittare della Sua bontà qualora il
nuovo indirizzo dell'Avv. Nanni non fosse che un fuoco di paglia.
Vedo con piacere che Lei stà bene: però per l'affetto che Le
porto mi sembra di poterLe dire che se Fiuggi Le ha fatto bene,
sarebbe meglio non lo abbandonasse, anche se non se sente urgente
bisogno.
Non Le dico quante volte ho pensato a venirLa a trovare, ma ormai
ho vergogna anche di parlarne: non mi so mai decidere perché non
posso mai fare un programma di assenza di diversi giorni.
Le stringo con tanto affetto la mano.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 14 Ottobre 1930, VIII.
Carissimo Amico,
Ho sempre portato con me la Sua gentile cartolina del 26
Settembre, in attesa che mi capitasse di poterLa ringraziare,
cosa che faccio adesso, profittando dell'occasione che devo
rispondere alla Sua lettera del 6 corr.
Riscontro quest'ultima con ritardo, perché ho voluto, prima di
farlo, assaggiare qualche mia conoscenza. Purtroppo invano.
Ricordo benissimo con molta simpatia Suo nipote, e mi è rimasta
sempre impressa la sua intelligenza e la sua modestia: tanto più
quindi mi dispiace di non poterLe rispondere per ora con qualche
speranza.
Certamente il titolo di studio che egli ha è un buon coefficente
per farlo preferire di fronte ad altri, ma anche in questo caso
bisogna però che ci sia chi possa utilizzarlo. Ora in questo
momento non si sa assolutamente a chi rivolgersi che possa avere
bisogno di personale: non banche, non compagnie di assicurazione,
non aziende di navigazione (cito le tre branche più importanti,
nelle quali io ho qualche ingerenza) perché tutte stanno da
tempo purtroppo licenziando e non assumendo.
Avrei perfino pensato di prenderlo presso di me per un breve
periodo, onde egli possa cominciare ad applicarsi praticamente ciò
che ha studiato, però ho dovuto rinunziare anche a questa mia
idea, perché il periodo di inazione che passa anche la mia
azienda è così terribile, che si può dire stiamo tutti
guardandoci l'un l'altro senza sapere come finire la giornata
lavorando.
Speriamo che i tempi cambino, ciò che anzi è certo, ma tutto
dipende se questo avverrà presto o tardi. Intanto io ricorderò
certamente il Suo desiderio, e spero che non sempre sarò
costretto a risponderLe così poco simpaticamente.
Gradisca un'affettuosa stretta di mano.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 22 Ottobre 1930, VIII.
Caro Amico,
Anche se Lei per ora, con la Sua lettera di avantieri, mi esonera
di occuparmi di Suo nipote, tuttavia io non tralascierò di
segnalarLe le occasioni che potessero eventualmente costituire
per lui un primo passo.
Una di queste occasioni è precisamente quella di cui Le
trascrivo le condizioni nel foglio allegato, avvertendoLa che io
sono Consigliere della Cassa di Risparmio e che appartengo alla
Commissione esaminatrice.
Purtroppo le condizioni sono di miseria assoluta, perché al
volontario, dal quale si esigono moltissime cose, non si danno
che L. 500 mensili, più poco caro viveri. Però vi è quasi
certezza che dopo il primo anno egli venga avanzato, duplicando
subito il suo emolumento.
Lei vedrà se crede di parlarne o no a Suo nipote, e non
trascurerà la circostanza che egli dovrebbe eventualmente
sacrificare qualche giorno per il viaggio, non solo, ma anche per
la permanenza qui durante gli esami.
Di collocamento presso privati nulla ho per ora in vista.
Gradisca i miei cordiali saluti.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 7 Novembre 1930, IX.
Carissimo Amico,
Vedo la decisione presa da Suo nipote, e può darsi anche la
indovini.
Però pare a me che la sua decisione non debba considerarsi
definitiva, perché dovrebbe essere subordinata al numero degli
aspiranti. Se questi sono pochi, Suo nipote dovrebbe entrare, ma
se fossero moltissimi credo proprio sia inutile, anche perché,
come mi pare di averLe accennato, due dei cinque posti
disponibili andranno indubbiamente a impiegati della Cassa che
hanno diritto a preferenza per la loro anzianità e per i loro
titoli.
Mentre Le spedisco a parte un plico contenente il manifesto del
concorso, mi riservo di dirLe prima del 20 corr. il numero
approssimativo degli aspiranti. Suo nipote può fare benissimo la
domanda per essere ammesso agli esami, ma potrà anche rinunziare
agli stessi qualora le mie notizie dovessero convincerlo
dell'inutilità di subirli.
Le assicuro che faccio questo e che farei anche molto di più con
immenso piacere.
So aff.mo
Parodi
* * *
Genova 20 Novembre 1930, IX.
Caro Amico,
Ho ricevuto da diversi giorni la Sua lettera, e certamente non
posso che ammirare la decisione di Suo nipote, perché per uno
che voglia farsi strada nell'attuale momento di dura vita, è un
grande vantaggio di essere così ardimentoso e noncurante delle
difficoltà.
Comunque, unicamente ricordando la mia promessa, La informo che
per i tre posti che risulterebbero effettivamente aperti al
concorso, sono state presentate nientemeno che 70 domande.
Se Suo nipote manterrà la sua decisione, certamente lo vedrò
quando verrà qui per dare gli esami, e sarò molto contento di
salutarlo.
Gradisca un'affettuosa stretta di mano.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 9 Dicembre 1930, IX.
Caro Amico,
Ho ricevuto la Sua lettera del 6 corr. da Silvi, e ho parlato un
paio di volte in questi giorni col Suo simpatico nipote Dott.
Gelasio.
Come ho spiegato a lui, per una circostanza stranissima e
imprevista, io, dopo tanti anni, non sono stato chiamato a far
parte della Commissione esaminatrice, forse per un riguardo alla
mia età e alla mia anzianità, trattandosi effettivamente di un
incarico piuttosto pesante e noioso.
Questa volta però ciò mi è dispiaciuto, perché evidentemente,
se io avessi fatto parte della Commissione, avrei potuto meglio
far risaltare presso i miei colleghi i meriti di Suo nipote.
Non essendo ormai questo possibile, mi sono limitato a parlare
col Direttore, il quale è già ben disposto, sapendo per
esperienza che io non mi presto per favorire alcuno, e che se
intervengo vuol dire che vi sono dei meriti eccezionali.
Quando si tratterà degli esami orali, parlerò poi anche coi
miei due colleghi esaminatori, e se appena appena possibile spero
Suo nipote riuscirà a varcare la soglia. Si figuri però quale
difficoltà, quando si pensi che, anche alla stregua dei
documenti presentati, rimasero in lizza ben 74 concorrenti, dei
quali oltre 40 impiegati interni!
Ricordo sempre il Suo amabile sincero invito: non Le dico più di
venire, perché ormai sarebbe una farsa, ma però mantengo sempre
il desiderio di farlo, e chi sa...
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 10 Dicembre 1930, IX.
Carissimo Amico,
Ho ricevuto da Suo nipote una gentilissima lettera, spiacente che
quando venne a salutarmi, il mio ufficio fosse chiuso.
Certamente egli ha fatto benissimo a tornarsene a casa, visto
come tanto lungo sia il tempo da attendere prima di poter dare
gli esami orali.
La verifica delle prove scritte comincierà posdomani, e io spero
di potere abbastanza presto conoscere i punti che verranno dati
al nostro protetto, ciò che varrà indubbiamente a dare un'idea
delle mie possibilità per gli orali.
Nella mia precedente lettera dimenticai dirLe che egli mi aveva
anche parlato di un posto qualsiasi presso qualunque altra Casa,
ma che io dovetti rispondergli di non sapere per ora ove dare la
testa, perché dappertutto vi è esuberanza di personale e
nessuno vi è che ne ricerchi... Certamente sarebbe per me una
grande soddisfazione di potergli procurare una qualche
occupazione che lo mettesse in grado di cominciare ad applicare
praticamente i suoi studi, però per ora non vedo assolutamente
come: certo è che non dimenticherò neanche questo suo
desiderio.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 30 Dicembre 1930, IX.
Carissimo Amico,
Ho ricevuto a suo tempo la Sua del 18 corr. Essa è improntata ai
soliti sensi di affetto che Lei nutre per me, e che sono così
profondamente contraccambiati. La ringrazio vivamente.
Ho letto con spavento sul principio, ma poi con relativa
tranquillità, i danni sofferti da codeste ridente spiaggia,
mentre ho visto con piacere che nessun danno alle persone si è
verificato, voglio anche sperare che nessuna perdita materiale
Lei abbia sofferto dalla furia del tempo.
Voglia informare Suo nipote che la verifica dei temi non ha fatto
nessun passo avanti, e che soltanto verso il 4/5 del prossimo
essa verrà ripresa.
Gli auguri che Le mando per un prossimo felice anno sono
profondamente sinceri e come se fossero fatti per me stesso.
Suo aff.mo
Emanuele Parodi
* * *
Genova 5 Gennaio 1931, IX.
Carissimo Amico,
Ho ricevuto la Sua del 1. corr. e sono molto contento nel sentire
che nessun danno, neanche materiale, Lei ha sofferto dalla
tempesta scatenatasi su codesta ridente spiaggia. E' anche
confortante il sentire come le cattive notizie pubblicate fossero
esagerate.
La ringrazio delle Sue come sempre buone parole, che scendono al
cuore e che rivelano sempre di più la nobiltà del suo animo. A
mia volta Le scrivo oggi più che altro perché la mia lettera Le
arrivi prima della Sua cerimonia militare.
Perché, per quanto poco io conti, ora che ho potuto anche
apprezzare il Suo passato altrettanto valoroso quanto modesto,
vorrei che Lei avesse forzatamente spesso occasione di poterlo
esporre, almeno quale esempio ed incitamento. Certo nessuna epoca
della Sua vita è per Lei tanto gloriosa quanto quella che il
giorno 8, così spero almeno, dovrà rievocare.
Suo aff.mo
Emanuele Parodi
Su Suo nipote avrò qualche notizia fra 4/5 giorni.
* * *
Genova 20 Gennaio 1931, IX.
Carissimo Amico,
La prego informare Suo nipote che finalmente il giorno 23 corr.
si riunirà la Commissione degli esaminatori, per aprire le
buste, che finora sono state considerate soltanto sotto il motto
che portano come contrassegno. Per conseguenza quindi nessun
apprezzamento e nessuna influenza può essere stata finora
esercitata da chichessia.
Appena le buste saranno state aperte, potrò sapere qualche cosa
di più, che mi affretterò a comunicarLe.
Lei ha fatto molto bene a mandarmi il giornale, dal quale vedo
con gioia ricordato e citato il mio amico Adamoli anche sotto
un'altra veste, e cioé quella più gloriosa e più invidiata del
valoroso soldato. Vorrei che simili rievocazioni avessero luogo
più spesso, onde i meriti di chi ci ha salvati potessero venire
sempre apprezzati come meritano.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Parodi
* * *
Genova 13 Febbraio 1931, IX.
Carissimo Amico,
Mi avevano detto che il giorno in cui si sarebbe potuto
finalmente sapere qualche cosa sul risultato dei noti esami
sarebbe stato il 10 corr. Fortunatamente mi sono astenuto dal
comunicarlo a Lei, perché avrei ancora una volta fatto una
cattiva figura.
Infatti a tutt'oggi ancora non sono stati esaminati tutti i temi,
e questo perché, trattandosi di Commissione piuttosto numerosa,
e in vista dell'influenza che, sia pure in forma leggera, è
molto diffusa, la Commissione diverse volte non si è trovata in
numero.
Non sono in grado di dirLe oggi quando potrò finalmente darLe
ragguagli precisi: non si impressioni dunque del mio silenzio,
sappia che io non dimentico la pratica e che appena appena sarà
possibile Lei sarà informato.
Gradisca i miei cordiali saluti.
Emanuele Parodi
* * *
Genova 16 Febbraio 1931, IX.
Carissimo Amico,
Non sono ancora in grado di darLe ragguagli sulla notizia che La
interessa. Frattanto invece devo darLe un disturbo per
un'informazione che assai mi preme.
La mia Società Moto Guzzi è creditrice di certo Ettore Bonetti
di VILLAMAGNA (Chieti), che mi si dice sia anche segretario
comunale, di oltre L. 12.000, che me ne sono già costate più di
6 di causa.
Ignoro il contegno che il Bonetti assumerà di fronte alla
intimazione fattagli dall'Avv. Nanni, mio legale, di pagare, in
base a relativa sentenza del Tribunale, ma intanto desidero
essere preparato alla via da seguire.
E perciò mi occorre dalla Sua amicizia di sapere in quale
condizioni egli realmente si trovi, se è vero che abbia un
podere, ma gravato di ipoteche, e in sostanza se a me torna conto
di fare altre spese per incassare tale somma, o se conviene
invece calcolare tutto perduto.
La ringrazio molto e spero di non causarLe troppa briga con
questa mia indiscreta domanda.
Suo aff.mo
Emanuele Parodi
* * *
Genova 22.2.31
Carissimo Amico
Grazie della Sua lettera. Attenderò il risultato delle Sue
indagini. Sì, il Suo simpatico nipote è stato ammesso agli
orali con altri soli 20 su 85...
Gli orali credo comincieranno Martedì ma egli è stato chiamato
prima per fargli intanto passare la visita medica.
Mi tengo ora a stretto contatto coi dirigenti. Pare intanto che i
nominandi saranno più di 5.
Con tanto piacere vedrò Suo nipote e Le riferirò poi
ulteriormente.
Suo aff.mo
Parodi
* * *
Genova 7 Marzo 1931, IX.
Caro Amico,
Spero Lei possa essere presto in grado di darmi le informazioni
chiesteLe sul Bonetti di Villamagna, di cui avrei piuttosto
urgenza.
Con l'occasione La prego dire a Suo nipote che il risultato si
prolunga ancora, perché finora devono essere ancora esaminati 7
dei candidati. Si parlerà quindi di esito definitivo verso la
fine della prossima settimana, e che tutto vada bene.
Gradisca i miei affettuosi saluti.
Parodi
* * *
Genova 13 Marzo 1931, IX.
Carissimo Amico,
Prima di tutto La ringrazio profondamente per l'invio del
giornale "IL MITRAGLIERE" e La ringrazio perché Lei mi
procura naturalmente un vivissimo piacere ogni qualvolta mi dà
occasione di riprovare per Lei la mia intima ammirazione.
La ringrazio poi anche della Sua lettera, la quale mi porta le
desiderate informazioni, ed esse sono precisamente quali io
desideravo, perché sono minuziose e complete.
Non so ancora la via che prenderò nei riguardi di quel mio
debitore: in ogni caso però non intendo disturbare Lei
ulteriormente, tanto più che questo disturbo a nulla servirebbe,
e mi riservo quindi di intendermi eventualmente direttamente col
Sig. Cellini.
Nulla ancora di deciso per i noti esami (Gelasio vinse il concorso alla Cassa di Risparmio di Genova, nda).
Gradisca un'affettuosa stretta di mano.
Parodi
* * *
[1931?]
Emanuele e Maria Parodi sono lieti di partecipare il fidanzamento
della loro figlia Elena con Luigi Glarey, capitano degli Alpini.
* * *
Genova 27.XI.31. X
Infatti, un po' di torto me lo riconosco di non avrLe mandato a
tempo l'avviso delle nozze di mia figlia, a Lei, mio buono, caro
amico.
Però è stata una misura che ho presa con tutti quelli che
risiedevano fuori Genova, e questo per risparmiare eccessivo
disturbo a chichessia.
La ringrazio ora della Sua buona lettera che gli sposi leggeranno
con orgoglio sapendo da chi viene.
Suo aff.mo
Parodi
* * *
Genova 5.2.32
Carissimo Amico,
Purtroppo di tanto in tanto la sventura batte sulla nostra porta
per ricordarci che questa è la vita...
Immagino il Suo dolore e quanto il Suo buon cuore debba soffrire.
E per questo Le scrivo perché l'affetto si sente anche più vivo
quando l'amico soffre.
Parodi
* * *
Genova 9 Aprile 1932, X.
Carissimo Amico,
E' da tempo che non Le scrivo, ma non ho mancato di pensare
spesso a Lei, come sempre.
Desidererei sapere se, in seguito alla morte di uno dei due
fratelli, la Ditta Fratelli Adamoli, da Lei a suo tempo
raccomandatami, è sempre solida come prima, e se i suoi affari
continuano a marciare regolarmente.
Mi rivolgo a Lei per questa notizia, perché di tanto in tanto
ricevo domande di informazioni da qualche banca alla quale, come
Lei sa, per il passato io ho raccomandato tale Ditta.
Spero Lei stia bene, e ringraziandoLa anticipatamente, Le mando
una cordiale stretta di mano.
Parodi
La prego prendere nota che il mio ufficio si è trasferito in Via
Assarotti n. 7
* * *
Genova, 16 Aprile 1932, X.
Carissimo Amico,
La ringrazio delle diffuse spiegazioni e informazioni che mi dà
con la sua dell'11 corr. sulla nota Ditta.
Da quanto ho potuto capire, le banche hanno seguito anche le
ultime fasi e devono essere informate del probabile cambiamento.
Ne riparleremo se mai a suo tempo.
Io mi sono completamente rimesso, e del resto la mia fu una lieve
e breve indisposizione.
Purtroppo il mio lavoro, anche volendolo, non potrei continuarlo
per il fatto che i miei affari hanno subito una parabola
discendente da diverso tempo, mentre i miei figli ora mi possono
vittoriosamente supplire sotto ogni aspetto, e quindi il mio
riposo per doppi motivi si impone, ciò del resto non mi
dispiace. E verrà il giorno, spero, in cui potrò anche
dimostrarLe la mia riconoscenza per i suoi ripetuti inviti,
accettandoli.
La ringrazio di quanto mi dice per la Guzzi, ed è una vera
fortuna che essa vada bene perché è per il momento l'unico
affare a cui io possa pensare senza preoccupazioni.
Suo aff.mo
Parodi
* * *
Genova 3.8.32. X
Caro Amico
La ringrazio del "Il Solco". E' per me una gioia quando
posso vedere messo in evidenza i meriti e le doti del mio fedele
grande amico Adamoli.
E mi fa anche immenso piacere vedermi ricordato da lui sotto
qualsiasi forma.
Chissà che una volta mi decida a profittare del Suo
ripetutissimo invito!
Suo aff.mo
Parodi
* * *
Genova 18.XI.32.XI
Caro Amico, Le sono grato di segnalarmi tutto ciò che La
riguarda. Quando si è legati da amicizia come la nostra si
gioisce e si soffre insieme.
Il grande cuore che Lei a suo tempo ha dimostrato a me continua a
manifestarsi in ogni occasione rendendoLa sempre più ammirato ed
amato, malgrado la Sua altrettanto grande modestia.
E sarà sempre così...
Suo
Parodi
* * *
Genova 8 Marzo 1934, XII.
Carissimo Amico,
Spero Lei avrà ricevuto i miei saluti da Sestrières.
Le scrivo ora per pregarLa di un favore che può darsi Lei mi
possa fare.
Per quanto il mio viaggiatore abbia cercato, non è riuscito a
trovare a Chieti un concessionario per le mie motociclette Guzzi.
Io tengo molto ad essere bene rappresentato, poiché codeste
Provincie sono ancora poco battute per simili mezzi di
locomozione, ed è indubbio che, trovando la persona adatta,
l'avvenire per il collocamento di macchine si presenta
lusinghiero molto.
Ho scritto a Foggia al mio viaggiatore Sig. Remo Ricci di
presentarsi a Lei al Suo passaggio costà, e Lei certo mi scuserà
l'ardire che mi sono preso. Ma qualora ciò non fosse, perché è
probabile che la mia lettera a Ricci sia arrivata troppo tardi ed
egli fosse già sulla via del ritorno, in questo caso veda Lei se
non può darmi intanto qualche indicazione per lettera. La
pratica non ha urgenza.
Voglia accettare i miei sinceri ringraziamenti, con l'espressione
del mio vivo desiderio di rivederLa finalmente, ciò che spero si
verifichi in questo anno.
Parodi
* * *
Genova 11/4/34, XII
Caro Amico,
Grazie mille della cortese Sua 11 corr. e della allegata
interessante e precisa lettera del Suo amico.
La idea che mi sono fatta scorrendo le suddette due lettere, è
che noi si possa e si debba fare un primo tentativo coi De
Romanis.
Naturalmente la condizione preliminare sarebbe che loro
dovrebbero lasciare le altre case. Condizione questa dura: ma
inderogabile.
Potrei scriver loro io stesso, ma mi sembrerebbe assai più
opportuno e più consigliabile, se il Suo amico vuol esser così
gentile, che ne accennasse loro lui stesso.
Vuole Lei farmi ancora questo piacere? La ringrazio tanto, spero
sempre rivederLa, e molto cordialmente Le stringo la mano.
Parodi
* * *
Genova 24/4/34, XII
Caro Amico,
Ringrazio infinitamente Lei ed il Suo amico signor Cellini delle
precise ed esaurienti informazioni.
Mi favorisca ancora, La prego, l'indirizzo del Vittorio De
Romanis, cu scriverò direttamente per tentar di raggiungere un
accordo.
Grazie ancora, ben di cuore. Spero rivederci, e molto
cordialmente Le stringo la mano.
Parodi
* * *
Genova 1/5/34, XII
Caro Amico,
Ho ricevuto la Sua d'ieri, e Le sono grato dell'indicazione che
mi ha mandato.
Comunico tale indirizzo alla mia Amministrazione, e spero che sarà
raggiungo un accordo.
Grazie ancora e gradisca una cordiale stretta di mano, sperando
sempre di presto rivederci. Quest'anno non fosse!...
Parodi
* * *
Genova 17 Maggio 1934, XII
Carissimo Amico,
Credo mio dovere comunicarLe che abbiamo deciso di preferire il
D'Angelo quale concessionario a Chieti della Moto Guzzi. Mi è un
poco dispiaciuto di non poter favorire invece il De Romanis, ma,
tutto considerato, si è rilevato che il D'Angelo presentava
effettivamente maggiori probabilità di riuscita, non solo, ma
anche maggiori garanzie.
Speriamo che questo nuovo esperimento possa essere il buono e il
definitivo, e se questo sarà io lo devo a Lei, come a Lei devo
intanto i miei ringraziamenti per tutto quanto finora ha fatto.
Gradisca i miei affettuosi saluti.
Parodi
* * *
Genova, 8 Giugno 1934, XII.
Carissimo Amico,
Non ho risposto prima alla gentile Sua del 2 corr. perché ho
voluto prima comunicare con Mandello. Sento che da colà
l'amministratore delegato, mio nipote, Le ha scritto
ringraziandoLa e chiarendo la posizione d'Angelo-De Romanis, ed
è quindi questo argomento esaurito. A me personalmente dispiace
poi proprio che il De Romanis non abbia a suo tempo offerto una
garanzia anche piccola, poiché in tal caso egli sarebbe
certamente stato preferito.
Mi sono poi messo in comunicazione diretta col Sig. Cellini per
quanto riguarda la faccenda Bonetti, e anzi Le accludo copia
della nostra lettera a lui.
Se entro il mese mi capita, com'è probabile, di dovermi recare a
Roma, è proprio la volta che vengo a farLe una visita.
Gradisca i miei affettuosi saluti.
Parodi
* * *
Genova 14.6.XII
Amico Carissimo, grazie della Sua ultima. Che bontà e quale
spontaneità!
Spero proprio di venire, non fosse che per poche ore.
Naturalmente devo far capo a Pescara?
Ivi si trova un mezzo per il breve tragitto fino a costà? Con
ferrovia vedo che non si può per mancanza di coincidenza.
Così Le do anche questo disturbo di favorirmi queste
informazioni.
Grazie. Con affettuosa amicizia.
Parodi
* * *
Genova 20.6.XII
Carissimo Amico, mai avrò fatto un viaggio con tanto entusiasmo.
La ringrazio della sua pronta gentile risposta.
Conto arrivare a Silvi Martedì 27 alle 12.45 e ripartire il
giorno dopo.
Spero non causarLe molto disturbo, ma non ne avrò rimorso perché
la colpa, se mai, è della Sua rara bontà.
Grazie e arrivederci, di cuore.
Parodi
* * *
Genova 4/7/XII
Carissimo Amico
Solo oggi, per altre mie assenze, trovo il tempo di scriverLe.
Ho ancora, e avrò per molto tempo nell'anima la visione della
pace, della serenità, della affettuosità della Sua tranquilla
linda casa ospitale, e delle dolcissime ore che vi ho passate con
Lei e colle due così care buone gentili Signore.
La ringrazio ancora dal profondo del cuore e La prego ricordarmi
alle Signore alle quali ho subito spedito il libro che spero
piacerà.
Vorrei anche essere ricordato alla buona superiora alla quale
faccio ancora i miei più vivi rallegramenti per i suoi bambini
meravigliosamente educati e curati.
Suo aff.mo Parodi
* * *
Genova 12.3.35.XIII
Caro Amico, La ringrazio dell'invio del "Popolo di
Roma". Quando leggo qualche cosa che mi ricorda la benefica
instancabile attività del mio simpatico Adamoli ne sono
giubilante.
Se oggi io avessi il danaro che aveva quando la giustizia mi giocò
quel tale scherzo Le assicuro, caro amico, che il Suo asilo e le
Sue Suore sarebbero contente di me. Purtroppo non è ora più così,
ma spero vivere tanto da rifarmi, e allora mi prenderò la
rivincita...
Mi ricordi alle gentili buone Signore.
Suo aff.mo
Parodi
* * *
Genova 12 Aprile 1935, XIII.
Carissimo Amico,
Con ritardo rispondo alla Sua del 2 perché sono stato molto in
giro, e vi sarà anche in seguito.
I trasporti dello Stato verso l'Africa Orientale ci fanno
traversare un momento piuttosto laborioso, dal quale spero uscirò
con soddisfazione sotto ogni aspetto.
Di tanto in tanto a un modo o all'altro mi parli dei Suoi 150
bambini, onde darmi occasione di ricordarli anche praticamente,
perché il loro ricordo dal lato sentimentale non mi abbandonerà
certo mai più.
Le sono grato del Suo pensiero per la rappresentanza Moto Guzzi a
Chieti. Il D'Angelo ha venduto in nove mesi sette macchine, e
quindi il risultato non è certo splendido: però è sempre un
notevole vantaggio di fronte al passato, e quindi spero che a
poco per volta egli riesca a diffondere la nostra macchina, non
solo, ma anche questo mezzo di locomozione, per il quale colà si
è ancora piuttosto refrattari. Egl è anche puntuale nei
pagamenti.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Parodi
* * *
Genova 8 Maggio 1935, XIII.
Carissimo Amico,
La prego a scusarmi se non ho risposto subito ai Suoi
entusiastici rallegramenti per il trionfo della nostra Guzzi.
Infatti siamo rimasti molto soddisfatti ed è questo un giusto
compenso a quanto stiamo tutti facendo, giovani e vecchi. Sono
molto sensibile a questa Sua partecipazione.
Sulla mia prossima visita devo purtroppo darLe notizie poco
favorevoli. Attraverso un periodo di forte lavoro, motivato in
parte anche dalle necessità dei trasporti per l'Africa
Orientale, e mi riuscirà, almeno nei prossimi mesi, certamente
difficile di assentarmi per diversi giorni. Il desiderio però c'è,
e prima o dopo indubbiamente mi prenderò il grande piacere di
soddisfarlo, facendo assegnamento sulla Sua grande e affettuosa
ospitalità.
Mi ricordi alle Signore e gradisca una cordiale stretta di mano.
Parodi
* * *
Genova 8 Ottobre 1935, XIII.
Carissimo Amico,
Mi fa molto piacere il Suo vibrante scritto. Sì, è proprio vero
che il posto di un uomo come Lei non potrebbe essere attualmente
che in Africa. Io Le auguro che le Sue insistenze vengano
accolte, e che Lei possa avere la grande soddisfazione di
ritornare a servire l'Italia, a rischio della vita, come fanno i
veri forti.
Anche mio figlio Giorgio ha chiesto di andare, e si stà
allenando con apparecchi per partire in breve per la sua radiosa
destinazione.
Infatti le mie navi, dopo tanti anni di inattività e di
rendimento nullo, hanno avuto un buono slancio, e ora sono tutte
bene impiegate, per cui spero fra non molto di poterne avere
risultati finanziari soddisfacenti.
La ringrazio del Suo augurio e del pensiero che ha per le mie
aziende.
Sono lietissimo della Sua promozione a Maggiore: essa mi fa
piacere come e più che se si trattasse di mio parente.
Gradisca un'affettuosissima stretta di mano.
Parodi
* * *
Genova, 21/1/1936-14.
Carissimo amico,
Mi dispiace dover dettare questa risposta che avrei preferito
scrivere di mia mano. Ma d'altra parte se non faccio così
ritardo troppo a risponderLe ciò che mi dispiacerebbe ancora di
più.
Suo fratello ha fatto malissimo a mandarLe la mia lettera mentre
eravamo ben d'accordo con lui che Lei doveva rimanere estraneo ed
ignaro dei nostri rapporti d'interesse. Le chiedo scusa e Le
esprimo il mio profondo dispiacere del immeritato dolore che Le
è stato causato.
La lettera minacciosa che ho scritto a Suo fratello, ho dovuta
mandarLa perché malgrado le sue promesse, non solo non aveva
cominciato a mandare neanche un piccolo acconto, ma credo questo
acconto abbia promesso nella convinzione di non poterlo
mantenere. Si trattava quindi di scuoterlo un po' più forte o di
provocare in lui una confessione più completa e più sincera sul
suo vero stato.
Mia intenzione non è mai stata, né sarà quella di causare del
danno al fratello di un mio grande amico, Lei. E quindi
doppiamente male ha fatto lui di immischiare Lei in questa
faccenda.
Vedo quanto egli scrive a Lei riguardo alla crisi sua e al suo
eventuale superamento: dati i precedenti non ci credo.
Ma d'altra parte La avverto che io mi rifiuto di corrispondere
con Lei su questo argomento, e di accettare da Lei un centesimo
in pagamento del debito di Suo fratello. Mentre Le dichiaro però
che aspetterò tutto il tempo desiderato anche anni ed anni finché
Suo fratello sia in grado di fare onore al suo impegno.
La nostra amicizia come Lei ben capisce resta immutata, anzi oso
dire fortificata da questo fatto, e Lei non deve darmi il rimorso
di fare il benché minimo sacrificio per questa pendenza
finanziaria con Suo fratello pendenza che non ha importanza di
fronte alla grandissima nostra amicizia. Sono profondamente
commosso e mortificato nel sentire che è Lei che ha
spontaneamente rinunziato alla carica di Podestà di Silvi. Ma
perché mai? Forse che se Suo fratello è stato disgraziato negli
affari lei ne ha colpa, e la Sua dirittura ne è rimasta
menomamente intaccata? Guai a chi vuol assumersi la responsabilità
degli errori dei propri parenti. Per questo io vorrei che Lei
potesse ritornare sulla Sua decisione.
Conclusione: dica a Suo fratello che continui a corrispondere con
me e che non abbia alcun timore che io debba commettere dei passi
che lo possono irrimediabilmente danneggiare.
Gradisca una cordialissima stretta di mano.
* * *
Genova 25 Gennaio 1936, XIV.
Carissimo Amico,
Sì, ho ricevuto la bellissima fotografia degli orfani, con la
Sua lusinghiera dedica. Le sono gratissimo, e posso assicurarLa
che essa sarà un dolce e caro ricordo per me.
Ho anche avuto le Sue due ultime lettere, e La ringrazio dei
molti schiarimenti. Però, Le ripeto, la nostra corrispondenza
sull'argomento di Suo Fratello è da me considerata chiusa, e,
pur trovando preziosissime le Sue informazioni, La prego per
l'avvenire di disinteressarsene. Suo Fratello potrà scrivermi
direttamente, mettermi a giorno di quanto interessa la sua
posizione verso di me, né io muoverò dito o penna per
danneggiarlo sotto qualsiasi aspetto. Solo sarà bene che egli
non sia tanto parco di notizie, per darmi quell'unica prova che
per ora è in sua facoltà, che pensa al suo debito verso di me.
A me dispiace molto che Lei abbia dovuto rinunziare alla carica
di podestà di Silvi, e certamente Lei sarà difficilmente
sostituibile. Io spero ancora che Lei possa tornare sulla Sua
decisione, non ancora accettata, e che, se non parte per
l'Africa, possa di nuovo dare alla Sua città tutto l'appoggio e
l'interessamento che già le ha portato tanto vantaggio.
Quanto all'asilo non si scoraggi. La provvidenza di Dio è
grande, e mai ho sentito che simili istituzioni abbiano dovuto
troncarsi. Altri benefattori vi saranno, anche se non così
sagaci e diligenti, senza contare che le suore non si lascieranno
certamente sopraffare dal momentaneo scoramento per il Suo
ritiro.
Gradisca un'affettuosa stretta di mano.
Parodi
Contracambi il mio saluto alle Signore ringraziandole del gentile
ricordo
* * *
Genova 19 Maggio 1936, XIV.
Carissimo Amico,
Ho ricevuto a suo tempo la Sua cartolina del 12 corr. da Teramo,
e La ringrazio di quanto mi aveva scritto per mio figlio. Egli
era già allora da molti mesi in A.O. In seguito ha preso parte a
qualche azione di guerra, compresa la famosa incursione su Addis
Abeba, nella quale è stato ferito il Cap. Falconi, e ora a
guerra finita non aspetta che di tornare fra noi, con lo stesso
entusiasmo con cui noi lo aspettiamo e lo riceveremo.
Io devo ora, anche se con mio dispiacere, informarLa di una
pratica che molto mi interessa, e chiederLe se eventualmente lei
potrebbe essermi utile.
La Moto Guzzi ha da molti anni in corso una causa contro certo
Bonetti, che aveva garantito un nostro concessionario poi
fallito. Alle nostre richieste di pagamento, il Bonetti ha sempre
fatto orecchio da mercante, per cui siamo stati costretti a
intentargli causa. Abbiamo vinto in Tribunale, in Appello e in
Cassazione (non avendo mai il Bonetti voluto sottostare alle
sentenze pronunziate contro di lui) e ora siamo arrivati alla
vendita all'asta di terreni e di una casa di proprietà del
Bonetti.
Siccome però tali beni sono stati stimati a un prezzo molto
basso (complessivamente L. 17.999) e, prima della nostra, vi sono
altre ipoteche per ben L. 18.000, se non non riusciamo a fare
salire molto i prezzi durante l'asta rischiamo di non ricavare
nulla d questa interminabile pendenza.
Per questo a me interessa molto che all'asta intervenga qualcuno
per mio conto, che porti i prezzi più in alto possibile e che
eventualmente, se non vi sono altri acquirenti, resti
aggiudicatario dei beni, piuttosto che lasciarli andare a prezzi
irrisori. Il nostro credito verso il Bonetti è di oltre L.
20.000.
Le unisco il bando di vendita, pregandoLa di ritornarmelo, e La
prego dirmi se, in caso di bisogno, Lei potrebbe prendersi il
grave disturbo di recarsi il 28 corr. a Chieti per intervenire
all'asta ed offrire per mio conto quella cifra che in seguito si
fisserebbe; oppure se ha colà qualche amico della cui onestà
sia sicuro e a cui si potesse ricorrere per lo stesso scopo.
Io non ho a Chieti alcuna conoscenza, ho però il mio avvocato,
Cirillo De Lollis, che si è incaricato di questa pratica, il
quale ha dato prova, a dire il vero, di essere una persona molto
scrupolosa, coscienziosa ed onesta, per cui in caso disperato
potrei anche ricorrere a lui stesso. Ho però la sensazione che
sul posto farebbe una grande impressione se capitasse invece una
persona sconosciuta quale concorrente.
Se la nostra mossa risultasse abile, ci verrebbe poco a ricavare
per gli stabili 10/15.000 Lire di più del prezzo di stima.
La prego di scusarmi se mi sono preso questa libertà, e non
abbia alcun riguardo a rispondermi anche di no, perché se così
sarà sono più convinto fin d'ora che non Le sarà possibile di
decidere diversamente.
Gradisca un'affettuosa stretta di mano.
Parodi
* * *
Genova 26 Maggio 1936, XIV.
Carissimo Amico,
Ho ricevuto la Sua del 21 corr. e penso che Le avrà fatto
abbastanza dispiacere di non potermi personalmente coadiuvare
nella faccenda dell'asta di Chieti, perché io possa ancora
aumentarlo fermandomi ulteriormente su tale argomento.
Le esprimo intanto il mio vivo piacere nel vedere la missione che
Le è stata fissata, e che risponde così bene al Suo vivo
sentimento patriottico e militare: sono sicuro che posdomani a
Napoli Lei avrà quelle grandi e nobili soddisfazioni che formano
il solo scopo della Sua vita di valoroso ex e forse futuro
combattente.
La ringrazio della premura che si è data di scrivere per
assumere informazioni, e anche se esse mi giungeranno
naturalmente dopo l'asta, esse potranno essermi molto utili per
regolarmi nella fase successiva all'asta stessa, alla quale ho
intanto disposto di fare intervenire altro mio delegato per
parare eventuali brutte sorprese.
Devo rettificare però una Sua troppo modesta frase, perché non
è Lei che avrebbe dovuto ringraziarmi della fiducia in Lei
risposta, bensì sono io che devo ringraziare Lei della libertà
che mi sono preso di darLe un fastidio.
Mio figlio Giorgio, con sua grande giubilo, ha ottenuto di poter
tornare a casa in via eccezionale, e arriverà verso i primi di
giugno: Lei può immaginare con quale nostra gioia.
Gradisca i miei affettuosi saluti.
Parodi
* * *
Genova 30 Maggio 1936, XIV.
Carissimo Amico,
Le scrivò costà, desiderando che trovi la mia lettera al Suo
ritorno dal Suo sfolgorante viaggio a Napoli.
La ringrazio intanto della Sua cartolina da colà, lieto di
vedermi ricordato malgrado che l'entusiasmo dell'adunata La
dovesse portare a ben altri pensieri.
Le sono obbligatissimo di quanto mi ha scritto con la Sua del 26
corr. riguardo alla faccenda di Chieti. Trattengo la lettera
Cellini, che mi è stata molto utile, e intanto ho potuto
prendere le mie direttive.
La casa è stata aggiudicata ad altro acquirente a un prezzo di
circa L. 15.000, mentre l'asta per i terreni è andata deserta.
Ora, anche in attesa delle ulteriori notizie che Lei gentilmente
mi promette, io ho già deciso di aumentare il sesto per la casa,
e di chiedere viceversa il ribasso per i terreni, ai quali poi,
dato il basso prezzo a cui rinverranno, adirò come Società
Guzzi anche a rischio di dovermerli poi addossare.
Tanto il per il valore della casa quanto per quello dei terreni,
mi saranno dunque utilissime le informazioni che Lei potrà
darmi, e che mi arriveranno sempre a tempo.
In tal modo Lei avrà potuto essermi utilissimo, senza che io
abbia il rimorso di averLa dovuta disturbare a recarsi sul posto.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Parodi
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Genova, 1 Giugno 1936, XIV.
Carissimo Amico,
Le confermo la mia del 30 u.s.
Notizie avute da Chieti mi informano che l'aumento del sesto
sulla casa non è consigliabile, perché il prezzo raggiunto
nella prima asta equivale al suo valore reale. Faranno invece il
possibile per tentare che qualcuno degli altri concorrenti faccia
lui tale aumento.
La informo di questo perché so che La interessa per la Sua
amicizia per me, però Le scrivo anche per dirLe che il mio
avvocato mi informa come l'appoggio del Cellini gli sia di grande
utilità. E questo Le dico con sommo piacere, perché questo
vantaggio lo devo a Lei.
Gradisca una stretta di mano.
Parodi
* * *
Genova, 3 Giugno 1936, XIV.
Carissimo Amico,
Le Sue due del 31 u.s. e 1 corr. si sono incrociate con la mia
del 1.
La ringrazio ancora una volta delle Sue comunicazioni, e vedo con
quanto impegno e premura Lei si è subito occupato del mio
interesse. Che cuore e che animo!
Credo Lei mi permetta che io trattenga presso di me gli scritti
che mi ha mandato, perché mi sono molto utili da compulsare
finché la pratica non sarà esaurita.
Dal momento che il Sig. Cellini è ora in stretto contatto col
mio avvocato, io credo che se le comunicazioni che egli Le fa non
hanno carattere strettamente confidenziale, Lei potrebbe fare a
meno di disturbarsi a mandarmele.
Frattanto, come già Le ho scritto, Le ripeto che non vedo ormai
più la necessità che Lei debba disturbarsi personalmente, e sarà
quindi questo per me un rimorso di meno.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Parodi
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Genova 23 Luglio 1936, XIV.
Carissimo Amico,
E' un grande piacere che mi ha fatto la Sua lettera del 14 corr.
e se appena avessi avuto tempo Le avrei risposto subito
coll'animo ancora vibrante delle Sue espressioni.
Non mi pare che Lei sia giusto verso sé stesso nel pensare di
avere una vita inoperosa. Nella Sua posizione potrebbe davvero
trascorrere la vita dell'ozioso, inutile a sé ed agli altri, ma
essa è tutto il contrario di quella che Lei sta facendo...
Sì, anch'io trovo che i tempi che trascorriamo sono
straordinariamente gloriosi, e anche se collegati ad emozioni che
talvolta fanno fremere e tremare, tuttavia arrivo a dire che
siamo degli esseri invidiabili per aver trascorso questi anni di
vera vita e di grandi eventi.
La ringrazio fin d'ora della Sua generosa offerta di approfittare
della Sua casa per il quartier generale della Guzzi nello
"Scudo d'Abbruzzo". Naturalmente non è possibile oggi
dire ciò che faremo, avendo molta importanza l'andamento
dell'industria e la possibilità di distrarre uomini e tempo per
preparare le corse, e di averne anche la voglia. E' già però un
grande incentivo quello di sapere che avremo costà un amico come
Lei, sul quale possiamo per tutto contare.
Mio figlio è tornato, ed ha ripreso lo stesso giorno del suo
ritorno il suo posto nell'altra lotta, quella degli affari, e io
sono solo spiacente che non abbia voluto prendersi un po' di
riposo.
Siamo d'accordo che Lei mi avverte quando debba muoversi, mentre
per parte mia spero di non dover viaggiare fino a settembre.
La prego di ricordarmi tanto alle gentili e buone Signore, e Lei
accetti un'affettuosissima stretta di mano.
Parodi
* * *
Genova, 16 Novembre 1936, XV.
Carissimo Amico,
Ho ricevuto il Suo fervido scritto del 9 corr. e La ringrazio,
anche a nome di mio figlio Giorgio, delle Sue splendide parole.
Come padre mi trovo in una posizione piuttosto delicata, perché
da una parte sono naturalmente fiero delle grandi soddisfazioni
che egli acquista per sé e per la famiglia, ma dall'altra penso
che il mio merito in tutto questo è ben limitato, e non vorrei
finire coll'adornarmi delle penne di pavone.
Comunque anche questo ha servito a Lei di motivo per provarmi
ancora una volta il Suo attaccamento e la Sua preziosa amicizia.
Sono molto contento di quello che Lei attualmente stà facendo,
anche per la grande soddisfazione che a Lei procura: nulla come
questi ricordi può farLe rivivere quelli dei tempi passati in
trincea a difesa della Patria.
Gradisca una cordiale stretta di mano.
Parodi
* * *
1/IX/XV
Caro Amico, come le Sue belle chiare doti rifulgono nei Suoi
lusinghieri apprezzamenti! Grande fortuna avere un grande amico,
leale, buono, generoso come Lei. Bisognerebbe lo sapesse
Mel....[illegibile] Non ho certo meriti in quanto fa mio figlio,
ma è una grande gioia per me che i miei vecchi amici lo
ammirino, e lo esaltino. Un figlio simile vale tutti mi milioni
del mondo...
aff. Parodi
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