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Nei funzionari
[57] Dopo lo scompiglio che seguiva alla data dell'otto settembre, a
mano a mano la città si ricomponeva, riprendeva la sua attività,
il suo aspetto normale. Gli uffici, gli istituti, i negozi, le
scuole tornavano alle loro regolari funzioni. Vivevano, ormai, i
più nella serena fiducia che Teramo non sarebbe stata
bombardata.
Il comune, centro propulsore di molte attività, che non aveva
mai cessato dai complessi importanti suoi servizi, pareva che
regolasse tutta la vita cittadina.
Tutti i funzionari, in verità, superato il primo momento di
incertezza, continuavano a compiere con zelo i loro doveri, come
li compiva il segretario capo dott. Pasquale Balducci. Nei
contrasti che, nei momenti di maggiore pericolo, si determinavano
nel suo animo, lo spirito riusciva a dominare la materia.
Vi continuava a parlare con i suoi numeri il ragioniere capo Dino
Cipolloni, anche se mal tollerava il fragore minaccioso degli
apparecchi alleati, nelle loro frequenti visite a Teramo. Così
il rag. Ubaldo Mariani, nel delicato ed importante servizio del
razionamento; così Gino Di Francesco, nei suoi molteplici
incarichi, l'economo Berardo Barbetta, I' archivista Antonino De
Federicis, l'ufficiale di stato civile Arnaldo Campanella, bene
coadiuvato, per porre in salvo i registri e gli altri importanti
atti, con opportuni spostamenti dall' altro funzionario Armando
Cameli.
[58] Rendeva encomiabili servizi, con i suoi militi, nella polizia
urbana, pur nei momenti più turbinosi ed oscuri, il Comandante
Berardo Parmegiani. Non da meno appariva, nella sua attività, I'
ufficio tecnico, diretto dall'ingegnere Aldo Boldrini, l'opera
del quale risultava davvero preziosa, specialmente nello studio e
nella costruzione dei ricoveri antiaerei, bene coadiuvato dal
geometra Filippo Lucchese.
Anche nell'ordine dei medici e dei veterinari, dipendenti
comunali, vi predominava comprensione, fermezza, zelo. Il dottor
Giacinto Rossi, in continuo contatto con me, con la cooperazione
del collega Nicola Albini, riusciva abilmente a salvare, dalla
requisizione e dalla distruzione, il moderno e costoso materiale
del modernissimo macello.
Riusciva a tenere lodevolmente il suo posto, nonostante le molte
difficoltà e le molte altrui esigenze, I' ufficiale sanitario
dott. Berardo Cancrini.
Non va neppure dimenticata I' utile prestazione del rag. Remo Scàccione,
e quella dei salariati e degli uscieri tutti; tra i quali Guido
Napolitani e Raffaele D' Agostino, che rimanevano al loro posto,
senza scomporsi, come soldati in sentinella.
Mancava, in un certo momento, al servizio comunale, il Dott.
Adolfo De Marco, ritiratosi, per malattia, a Tossicia. Chiamato,
dopo la usufruita licenza, alla visita medica, per completare,
come dalle disposizioni in vigore, la sua domanda di collocamento
in aspettativa per ragioni di salute, era arrestato nell' ufficio
del medico provinciale, per motivi politici.
Non sarebbe ciò accaduto se lo stesso medico si fosse recato per
la visita di sua competenza, come era desiderio del Comune,
espresso anche per iscritto, a Tossicia.
[59] Si deve escludere che la presenza del De Marco fosse stata
telefonata, come dopo si diceva, agli organi di polizia, dal
dott. Balducci. Poteva questi non godere molte simpatie, ciò
nonostante non lo si riteneva capace di un atto così sleale,
diretto, per giunta, a danno di un funzionario del comune.
Con il dott. De Marco era pure arrestato, per intesa con i
ribelli, l'avvocato Francesco Franchi, direttore della Previdenza
sociale.
L' uno e l'altro erano condotti, con ingiustificato duro
provvedimento, a soffrire in un carcere dell' Alta Italia.
Ne rimanevo molto addolorato, sia per i rapporti di stima e di
amicizia, che mi legavano ai due arrestati, sia per non aver
potuto fare nulla in loro favore, essendo giunto il provvedimento
a mia conoscenza a fatto compiuto.
Anche la Prefettura, parlando di uffici con i quali s'avevano
diretti rapporti di servizio, sapeva rispondere, sin dall' inizio
dell'eccezionale periodo, alla sua missione. Anche là, come nel
comune, ognuno rimaneva al proprio posto, vicino al proprio capo,
per affrontare e superare, nel miglior modo, la tragica ora.
E' vero che i Tedeschi si rivolgevano al comune, ritenendolo
uguale, nelle funzioni e nelle attribuzioni, a quello germanico;
ma non risparmiavano neppure la Prefettura. Rimanevano pur sempre
ad essa, in quelle torbide vicende, gli altri importanti compiti
di carattere provinciale.
[60] In nessuno di quei funzionari erano mai venuto meno quelle qualità,
quel buon umore, quel fervore, che avevano costituito la loro
caratteristica. Non nel vice Prefetto dott. Giuseppe Labisi,
sempre presente, con l'arguto spirito siciliano, nel suo ufficio,
in lotta con i decreti, che si susseguivano senza sosta, con le
circolari, con le tante leggi, per il disbrigo delle ordinarie e
delle straordinarie pratiche affidate al suo esame, alla sua
particolare competenza. Non nel vice Prefetto ispettore dott.
Gioacchino Rigucci, specie nella sua qualità di capo ufficio
provinciale sfollati. Compassato, sempre raccolto e serio il
dott. Carlo Capasso nella non facile carica di capo gabinetto,
che assolveva, nella successione dei Prefetti, in mezzo alla
tempesta, nel modo più encomiabile. Sempre bravo, nelle molte
attività, il dott. Giulio Scaramucci, il consigliere
intelligente, colto e sagace delle ore difficili. Sempre
simpatico nella sua parlata e nel suo spirito napoletano, sempre
ricco, sempre fecondo di operosità e di buon senso, il dott.
Ettore De Rosa.
Così tutti gli altri, dai subalterni, dai funzionari di
ragioneria e d'archivio, di cui era capo il solerte signor Otello
Mengone, a quelli delle diverse sezioni, ciò che costituiva
davvero un vanto per la Prefettura di Teramo.
E' doveroso accennare anche all'opera svolta dal Consiglio delle
Corporazioni, diretto dal dott. Francesco Grue, con la preziosa
collaborazione delI' avv. Vincenzo Cameli, e dalla Sezione dell'
alimentazione, a capo della quale era il dott. Angelo De
Victoris. Si deve principalmente al loro zelo se sul mercato
giungevano, nel modo più largo e a prezzi più onesti, in ogni
tempo, prodotti di ogni specie.
Le banche, pur nei maggiori. pericoli, rimanevano con gli
sportelli aperti.
[61] I funzionari dell' Intendenza di Finanza, con a capo I' ottimo
dott. Attilio Raynieri, anch'essi davano prova di fermezza,
compiendo meritoria opera, non soltanto a favore dell'erario, ma
pure, con solleciti provvedimenti, dei contribuenti, danneggiati
dalla guerra.
Aperte rimanevano le scuole, presenti tutti i professori e tutti
gli insegnanti, frequentate, con sereno animo, dalla briosa
scolaresca.
Contrasti vi erano, nella svolta dolorosa, negli ufficiali,
tormentati dalla più penosa alternativa. La storia giudicherà,
a suo tempo, la loro condotta. Non si può ad ogni modo, non
indicare l'opera svolta nel Distretto, oltre che dal comandante
colonnello Vincenzo Marcotullio, dai concittadini t. col. Armando
Marini e maggiore Bruno Cioschi: opera italiana di riordinamento
e di tutela degli uffici, precedentemente saccheggiati; opera
generosa, come quella resa dal Cioschi, nel pagamento dei sussidi
a quelle famiglie bisognose, che avevano congiunti richiamati
alle armi.
Anche negli Ospedali, su l'esempio del presidente avv. Gioacchino
Manetta, si faceva bene il proprio dovere. Tutto Il personale,
tra cui i professori Attilio Cerminati, Giuseppe Lonero e Ignazio
Passanisi, rimaneva in piena attività, per continuare ad
allievare le umane sofferenze.
Opera meritoria compiva, unitamente ai tecnici dell' Azienda
statale, per la riattivazione delle strade danneggiate, il nostro
benemerito Genio Civile.
[62] Tali lavori potevano interessare le truppe tedesche, nei loro
movimenti; ma interessavano più ancora i nostri autoveicoli, i
quali, condotti da forti autisti, fornivano la città e l'intera
provincia, abbondantemente, di prodotti di ogni specie, che
andavano a prelevare nelle industrie, nei magazzini, negli empori
del settentrione.
Alla manutenzione delle proprie strade provvedeva, pure
lodevolmente, con gli ottimi tecnici, tra cui il solerte ing.
Antonio De Vico, la provincia. Quella provincia, che anch'essa si
manteneva, con i molti enti e i molti uffici, in continua
benefica attività.
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