(segue) Il primo discorso alla Camera
(21 giugno 1921)
[Inizio scritto]
Vi dichiaro subito
con quel
sovrano disprezzo che ho di tutti i nominalismi
che sosterrò
nel mio discorso tesi reazionarie.
Sarà quindi il mio
discorso non so quanto parlamentare nella forma
ma nettamente
antidemocratico e antisocialista nella sostanza (approvazioni
all'estrema destra)
e quando dico antisocialista
intendo dire anche
anti-giolittiano (ilarità)
perché non mai come in
questi giorni fu assidua la corrispondenza d'amorosi sensi tra
l'onorevole Giolitti e il gruppo parlamentare socialista. Oso dire
che fra di essi esiste il broncio effimero degli innamorati
non già
l'irriconciliabilità irreparabile dei nemici.
Ciò non ostante ho la
immodestia di affermare che il mio discorso può essere
ascoltato con qualche utilità da tutti i settori della Camera.
In primo luogo dal Governo
il quale si renderà conto del
nostro atteggiamento verso di lui; in secondo luogo dai socialisti
i
quali dopo sette anni di fortunose vicende vedono innanzi a sé
nell'atteggiamento orgoglioso dell'eretico
l'uomo che essi espulsero
dalla loro chiesa ortodossa. D'altra parte essi mi ascolteranno
perché
avendo io tenuto nel pugno le vicende del loro
movimento per due anni
forse nel loro cuore ci sono anche delle
segrete nostalgie. (Commenti).
Potrò essere ascoltato
con interesse anche dai popolari e da tutti gli altri gruppi e
partiti. Infine
poiché io mi riprometto di precisare alcune
posizioni politiche e oserei dire storiche
di quel movimento così
complesso e così forte che si chiama fascismo
può
darsi che il mio discorso provochi conseguenze politiche degne di
qualche rilievo.
Vi prego di non interrompermi
perché io non interromperò mai nessuno
e aggiungo fin
da questo momento che farò un uso assai parco in questo
ambiente della mia libertà di parola.
(segue...)
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