(segue) La mozione Celli
(17 febbraio 1922)
[Inizio scritto]

      L'ordine del giorno Celli è un ordine del giorno insidioso e contraddittorio: solo attraverso dichiarazioni di voto si possono determinare le posizioni reciproche di fronte a questo ordine del giorno. Noi di quest'ordine del giorno non accettiamo la conclusione cioè non approviamo le dichiarazioni del Governo quindi neghiamo la fiducia al Governo dell'onorevole Bonomi.
      Quanto alle premesse conviene intenderci e spiegarci. Dice quest'ordine del giorno: «La Camera considera la necessità di restituire al Paese le condizioni indispensabili per la pacifica convivenza delle classi». Questo significa se le parole hanno un senso che le classi esistono e nessuno pensa a violentemente sopprimerle; di più che è augurabile che fra queste classi vi sia un regime di pacifica convivenza....
      Modigliani. Quindi non la dittatura! (Ilarità commenti).
      Mussolini. Vengo anche alla dittatura. Ora io dico ai socialisti: queste parole significano che voi anche attraverso la vostra semplice astensione siete convinti che le classi devono esistere e che fra di esse ci debba essere un regime di pacifica convivenza. (Commenti). Quindi non più tentativi di occupazione delle fabbriche. (Approvazioni a destra commenti a sinistra).
      Non più scioperi generali politici; poiché tutto ciò turberebbe quel regime di pacifica convivenza al quale voi stessi date... (Interruzioni commenti).
      La libertà del lavoro e delle organizzazioni è un principio che noi accettiamo perché voi sapete — lo sapete benissimo — che a lato del movimento fascista è sorto un movimento sindacale (commenti all'estrema sinistra) e non è possibile reclutare 250.000 organizzati con la violenza. (Rumori vivissimi all'estrema sinistra). Ma c'è di più in quest'ordine del giorno; c'è la necessità dell'obbedienza alla legge di questo Stato di queste istituzioni; alla legge esistente che voi oggi implicitamente riconoscete ed alla quale vi impegnate di obbedire. (Applausi all'estrema destra). È quindi pacifico che almeno 70 dei 122 deputati socialisti pur semplicemente astenendosi entrano con quest'ordine nelle rotaie della legalità monarchica. (Applausi a destra rumori vivissimi all'estrema sinistra).

(segue...)