(segue) Francesco Crispi
(12 gennaio 1924)
[Inizio scritto]

      Notate la mobilità di questo grande ingegno. Nel 1848 diceva: «Bisogna portare la insurrezione dalla Sicilia al Continente». Ma la esperienza storica apprende qualche cosa agli uomini di ingegno. Nel 1859 dice: «Bisogna portare viceversa ora dal Continente la insurrezione in Sicilia». E portarla in che modo? Anche qui si rivela lo spirito dell'Uomo. Perché era fallita la sommossa del 1848? Perché era incoerente, anonima: perché aveva appena trecento fucili e trecento uomini armati di falcetti e di coltelli.
      Perché, viceversa, nel 1860, la Sicilia vince e con la Sicilia tutto il Mezzogiorno? Perché c'è un nucleo di forza armata ed inquadrata a cui dà lo spirito incomparabile di animatore Giuseppe Garibaldi.
      Francesco Crispi parte da Quarto, arriva a Marsala, fa tutta la campagna, è il segretario di fiducia di Garibaldi.
      Nel 1860 diventa Primo Ministro dell'Interno a Napoli e in brevissimo tempo vara molte leggi che io oggi, a distanza di 60 anni, vorrei dire fasciste; in una di esse prescriveva che i figli dei morti in guerra fossero adottati dalla Nazione.
      Ma Francesco Crispi aveva un concetto assai severo dello Stato. Lo Stato sovrano su tutti e contro tutti. Nel suo territorio non c'è nessuna sovranità che sia al di sopra di quella dello Stato. Ciò è molto importante e ciò va ripetuto perché non nascano equivoci. Aveva uno stile di Governo che si rivelava anche nelle piccole cose.
      Anticipatore, perché fu un africanista. 22 milioni di italiani allora, oggi 40, anzi 48. Crispi sentiva, presentiva che l'Italia non poteva vivere se non si lanciava sulla strada di un impero coloniale. Il sogno era superbo: forse le spalle di quell'Italia non erano sufficientemente forti per reggerlo. Ho un'impressione vaga di quegli avvenimenti, perché ero ancora giovanetto, ma ricordo che ho sofferto molto per la battaglia di Adua e di più ancora ricordo di aver sofferto per quel movimento per cui invece di chiedere che si continuasse, il popolo italiano, che pure si era battuto eroicamente sulle ambe, finì sotto l'influenza nefasta delle demagogie coalizzate per subire la disfatta che per un ventennio ha pesato sulla storia italiana.

(segue...)