(segue) L'Italia nel mondo
(5 giugno 1928)
[Inizio scritto]
È mia convinzione che
l'Afganistan, paese rigidamente islamico, popolato da stirpi forti e
guerriere, guidato da un Re che armonizza nel suo spirito le
tradizioni dell'Oriente colle audacie dell'Occidente, è
destinato a rappresentare una parte preponderante nella politica
dell'Asia centrale.
I rapporti tra l'Italia e la
Persia, sempre cordiali, sono presentemente caratterizzati dalla
questione del rinnovamento del Trattato di amicizia e commercio
italo-persiano del 1862, denunciato dal Governo di Teheran l'8 maggio
1927. Tale denuncia è stata fatta soltanto nei riguardi
dell'Italia, ma di tutti gli altri Stati aventi con la Persia
Trattati a base capitolare. Scopo principale del Governo persiano in
tale sua linea di condotta, è, come è noto, quello di
poter affrancare il proprio Paese dal regime delle capitolazioni.
Le potenze interessate sono già
da tempo in conversazione con il Governo persiano onde ottenere
qualche garanzia di fronte alla perdita dei privilegi capitolari ed
alcune di esse hanno già concluso accordi provvisori.
Anche l'Italia ha i suoi interessi
nella questione; non può certo non preoccuparsene e la
cordialità con la quale vengono condotte le trattative col
Governo persiano ci dà la convinzione che giungeremo a
brevissima scadenza ad un modus vivendi sulla base della clausola
della Nazione più favorita.
Tale cordialità dei
rapporti tra i due Paesi è confermata dalla recente richiesta
fatta dal Governo persiano al Ministero degli Affari Esteri di due
tecnici italiani cui dovrà essere affidata la sistemazione dei
servizi marittimi dello Stato persiano.
Lasciando l'Oceano Indiano, per
venire al Mar Rosso, incontriamo un altro Paese, col quale l'Italia
ha firmato un Trattato di amicizia e di relazioni economiche: lo
Jemen.
(segue...)
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