(segue) All'Assemblea quinquennale del Regime
(10 marzo 1929)
[Inizio scritto]
Accanto a quelle per l'Esercito,
il Regime ha compiuto uno sforzo notevole per la Marina. Bisogna
considerare che la Marina è, in tempo di pace, l'elemento che
stabilisce la gerarchia tra gli Stati. L'aviazione è stata
creata dalle rovine in cui l'avevano lasciata. Funzionano linee aeree
civili per un percorso di oltre 5000 chilometri.
Mi risparmio altri dettagli.
Basterà, per concludere su questo punto, ricordare che il
Fascismo ha esaltato la Vittoria e l'ha resa operante nello spirito
delle forze armate e del popolo italiano. Per questo, il Regime è
andato incontro ai reduci di guerra, raccolti nell'Associazione
nazionale combattenti e in quella dei Mutilati e Invalidi, e alle
famiglie dei Caduti, con le quali fraternizzano le famiglie dei
Caduti fascisti. La legge sulle pensioni dei Mutilati e Invalidi è
un titolo di gloria del Governo fascista.
La preparazione militare di una
Nazione è una necessità costante; il suo sviluppo è
legato alla solidità della finanza. Anche qui il Regime ha
potentemente operato; le minute, sudice valute cartacee da una, da
due, da cinque, da dieci lire sono scomparse, sostituite dai più
nobili metalli; si è difeso il risparmio; si è
unificata l'emissione della circolazione; si è, con uno sforzo
coraggioso, stabilizzata la lira, realizzato il pareggio e l'avanzo
del bilancio dello Stato. Siamo però ancora nel periodo della
convalescenza, come lo è, del resto, l'economia di tutte le
Nazioni europee, anche di quelle molto più ricche della
nostra.
Forze armate efficienti e sana
finanza sono il presupposto della politica estera di uno Stato. Il
mio discorso del 6 giugno 1928 al Senato è riassuntivo in
questa materia. Rileggetelo. Le grandi direttive non sono, né
possono, — salvo imprevedibili avvenimenti —, cambiare. A
coloro che vogliono inutilmente sgomentare il mondo, col
rappresentare un imperialismo italiano, ricorderemo ancora una volta
che l'Italia contiene le spese per i suoi armamenti nei limiti delle
più elementari necessità di sicurezza e di difesa;
ricorderemo che l'Italia vuol vivere in pace con tutti i popoli, e in
particolar modo con quelli che le stanno vicino; che l'Italia ha
stipulato patti d'amicizia e trattati di commercio con molti Stati e
che di frequente tali atti hanno disperso nebbie, sventato intrighi,
ristabilito l'equilibrio negli spiriti; ricorderemo che l'Italia
essendo all'interno impegnata nella sua opera di ricostruzione
economica e politica, essendo, anzi, tutta presa dallo sforzo di
creazione di nuovi istituti, di un nuovo tipo di civiltà, che
armonizzi le tradizioni con la modernità, il progresso con la
fede, la macchina con lo spirito e segni la sintesi del pensiero e
delle conquiste di due secoli, l'Italia non vuole turbare la pace, ma
è pronta alla difesa dei suoi interessi in qualsiasi parte del
mondo.
(segue...)
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