Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAdella lingua d'origine latina nei territori vicino al mare. Costantino Porfirogenito, verso la metà del decimo secolo, distingue nettamente Slavi e Romani : « i Romani, che abitano ora la Dalmazia e il thema di Durazzo »; e, come castelli o città tenute dai Romani, nomina Ragusa, Aspalato, Tragurio, Diadora (Zara), Arba, Veglia e Opsara, a cui è da aggiungere Cattare.
Guglielmo di Tiro, nel dodicesimo secolo, distingue dal ferocissimo popolo, che parla sdhiavone, quelli che abitano sul mare, con ben diversi costumi, e che « hanno idioma latino ». E « latino » fu chiamato il dialetto romanzo della Dalmazia, il dalmato, anche assai più tardi : spesso si trova detto nel secolo XV dei popolani slavi di Ragusa, chiamati davanti ad un giudice, che « non sanno il latino ».
La sorte ha voluto — dice il Parodi — che degli ultimi destini del vero e proprio dalmatico le notizie più precise e più ampie ci pervenissero da due punti estremi del territorio, che possiamo con sicurezza attribuirgli : dal punto più meridionale, o presso a poco, Ragusa, e dal punto più settentrionale, l'isoletta di Veglia. Certo, non si possono confrontare le reliquie del raguseo, che si riducono a poche parole, con quelle relativamente copiose del veglioto, e questo godette inoltre di una vita circa tre secoli più lunga; nondimeno i documenti del raguseo sono, per poveri e insignificanti che possano parere, i più antichi, e grande importanza hanno alcuni particolari che ci son stati conservati delle sue ultime vicende.
Ed ora ecco in qua! modo il dalmatico morì. Pochi decenni dopo l'anno 1440, al quale risalgono le notiz'e del dalmatico di Ragusa, a noi tramandate dall'umanista Filippo Diversi, nel Senato di Ragusa già si faceva viva l'opposizione all'uso del dialetto indigeno. Con u-na piccola maggioranza vinceva ancora il partito dei vecchi, che teneva ad usare « lingua veteri ragusea » o « latina ragusea »; ma questa ben presto cedeva il posto, non proprio al veneto, come colà dove la gloriosa repubblica di San Marco imperava, nè tanto meno allo slavo, ma all'italiano letterario. Qualche altro decennio
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