Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[I794J PARTE SECONDA. — LIBRO TERZO. 133
scompigliare per lunga ora la moltitudine. Pure un solo schioppetto non fu tratto da essi contro ai popolani. Onde questi impadronitisi del posto, e disarmata la soldatesca, avanzaronsi tosto ad invadere più addentro il castello, movendosi alcuni nella direzione della torre dell' Elefante, e presentandosi gli altri avanti alla porta e torre dell'Aquila.
Sapeano che incontrerebbero nella imboccatura delle strade numerosi drappelli di soldatesca; e perciò nell'impadronirsidella porta Cagliari aveano preso il partito di scatenare i forzati rinchiusi in queir ergastolo, onde valersene a trascinare alcuni cannoni del baluardo vicino, dei quali voleano avantaggiarsi nel primo fronteggiare la truppa.1 Questa era stata schierata nelle tre vie principali che mettono al palazzo viceregio. La contrada del Balice era chiusa dai granatieri Schmid; un altro drappello di Svizzeri attraversavasi nella contrada del centro chiamata Dritta; e nella laterale destra di Santa Caterina eransi fermati i dragoni leggieri, pli Svizzeri non combattevano, e le palle dei loro fucili imbroccavano tutte nell' aria ; o che ne avessero avuto instruzione dal colonnello, a che partigiani od amici dei popolani non amassero di cimentarsi per quella cagione. Cedevano adunque dopo quell' apparente dimostrazione di resistenza il loro luogo, e concentravansi nella piazzetta del castello. Anche colà giungeano furibondi i popolani, facendo correre con esso loro un cannone, che tratto contro alla soldatesca serviva a cacciarla da quel luogo, donde recavasi ad ingrossare la guardia del palazzo viceregio. Intanto dalla contrada di Santa Caterina erano fuggiti i dragoni, i quali, fatto dapprima lungo fuoco contro al popolo, non seppero poi tenersi saldi al vedere spinto in faccia loro un cannone, ed appressargli da un artigiano la miccia accesa. Era stratagemma di uomo avveduto, 41 quale, sapendo il cannone voto, volea in quella guisa intimorirlaDurante questo combattimento sparpagliato alcuni consigli moderati erano stati ascoltati dal viceré; il quale avea dapprima respinto le preghiere d* molti gravi personaggi, e fra gli altri del marchese di Laconi, gittatogiisi alle ginocchia
' Nel giorno seguente il popolo, non contento a questo pericoloso eccedo , disserrava anche le pubbliche carceri di San Pancrazio.
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