Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[1795] PARTE SECONDA.— LIBRO QHINTO. 345
Udienza, per radunamento di milizie o per altra dimostrazione di autorità, si dovesse sospendere sino a che il governatore provvedesse a quel da farsi. Questo bando era stato intitolato scritto e soscritto colle medesime formolo cancelleresche, con le quali sogliono i viceré promulgare le loro leggi ; e quantunque avesse la data del giorno 4 2 di ottobre, non se n' era data contezza al Vivalda col corriere del giorno seguente ; anzi era-sene indugiata la partecipazione per molti altri giorni. Altro argomento dell' impegno postovi era l'aver il governatore avventurato quella pubblicazione senza il concorso dei Fois, al quale, come ho detto, era assegnata la prima sede in quel magistrato. Cosi quella dissensione sassarese parea ridursi quasi ad una clientela baronile ; giacché non avea mai tanto avvampato, né mai erasi trascorso ad esercizio cosi palese di autorità indipendente, se non allorquando con quell'autorità vollero proteggersi le ragioni feudali.
Ma pochi erano nelle province quelli che tenessero conto di tal bando. La podestà giudiziaria di Alghero sospese di pubblicarlo, e chiamò direzioni dal viceré, il quale risposale tosto che avea ben fatto. Cosi avvenne in molti altri luoghi, donde inviaronsi a Cagliari proteste di obbedienza e di unione col Governo della capitale. Anzi quel volersi gonfiare a podestà superiore guastò anche la dipendenza ordinaria dovuta al magistrato di Sassari; giacché parecchi comuni, non solo sorgevano ad unirsi a Cagliari come a capitale del regnp, ma pretendevano eziandio' di volersi distaccare dalla città rivale nel rispetto di città primaria di provincia. Era poi nella maggior parte di quelle protestazioni mescolata la fede politica con l'aspettazione di sgravio feudale: onde è palese che i sostenitori dell' indipendenza sassarese aveano commesso un grande abbaglio palesandosi così zelosi delle ragioni dei baroni, l'odio delle quali dovea bastare perché si alienassero dalla loro parte tutte le ville della provincia. Quelle lettere leggevansi pubblicamente negli Stamenti, i quali ne letiziavano come di trionfo : abbaccinati anch'eglino, se non avvisavano che per ispegnere una guerra civile ne provocavano un' altra.
E quest' altra guerra civile non mancò. Il viceré, avuta appena notizia del bando della real governazione, avealo ful-
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